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5 stelle e ConfImpresa Euromed su microcredito, interviste al Vg

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Ad Agrigento, su iniziativa del Movimento 5 Stelle di Agrigento e Meetup “Amici di Beppe Grillo di Agrigento”, e ConfImpresa Euromed, diretta da Alessio Lattuca, è stato organizzato lunedì prossimo 28 settembre, ad Agrigento, nella sede di ConfImpresa Euromed, in via Amendola 37, alle ore 18, un incontro di apprendimento sul microcredito. Relazioneranno il capogruppo 5 Stelle all’Assemblea regionale Giorgio Ciaccio, il deputato Matteo Mangiacavallo, l’attivista Rosalba Cimino e lo stesso Alessio Lattuca. Sono invitati a partecipare tutti coloro che sono interessati a conoscere la legge sul microcredito e le possibilità che offre a piccoli e medi imprenditori, giovani e donne. Le interviste di lancio dell’ iniziativa sono in onda oggi, sabato 26 settembre, al Videogiornale di Teleacras.

Comitato La Loggia e Girgenti Acque : “E’ successo che…”

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Ad Agrigento, il Comitato del quartiere La Loggia, impegnato soprattutto nel superamento degli atavici problemi che affliggono il depuratore del Villaggio Mosè e il territorio circostante, stigmatizza di essere stato contattato da Girgenti Acque per adottare alcuni rimedi, e che poi nulla è stato compiuto. Il Comitato La Loggia afferma : “Circa 15 giorni addietro siamo stati contattati da alcuni impiegati di Girgenti Acque. Volevano capire da dove iniziare ad intervenire per la bonifica del fiume Naro. Li abbiamo accompagnati sul posto. Dopo il sopralluogo è giunto un grande mezzo pesante, uno scavatore, e ha iniziato a buttare a terra la vegetazione, soprattutto canne. Lo stesso giorno si è presentato anche un ingegnere che ha spiegato come intervenire e pulire tutto il letto del fiume arrivando fino a Timpa dei Palombi. Ebbene, sono stati impegnati solo 5 ore di lavoro, a fronte dei circa 10 giorni previsti. E non si sono fatti più vedere”.

“Rigoli”, seconda richiesta di archiviazione

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La Procura della Repubblica di Agrigento ha ripetuto, per la seconda volta, la richiesta di archiviazione, già respinta dal Tribunale, delle indagini a carico dei 6 medici indagati sui soccorsi prestati all’ ospedale di Agrigento a Vincenzo Rigoli, 19 anni, di Agrigento, morto in ospedale, al “San Giovanni di Dio” di Agrigento, a seguito di un incidente stradale il 17 dicembre del 2012. La Giudice per le indagini preliminari, Alessandra Vella, nel respingere la prima richiesta di archiviazione, ha chiesto di accertare i motivi per cui non si è proceduto a trasportare Enzo Rigoli con l’ elisoccorso in un altro ospedale dotato di unità operativa toracica d’urgenza più attrezzata. Ebbene, la Procura avrebbe risposto che Rigoli non è stato trasferito perché instabile e quindi non trasportabile. La madre della vittima, Michela Frasca, sottolinea : “Il nostro consulente, Paolo Procaccianti, nella sua relazione scrive che le probabilità di sopravvivenza erano del 70 per cento”.

Anniversario Saetta, intervento Alfano

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In occasione del 27esimo anniversario dell’ omicidio del giudice Antonino Saetta, e del figlio Stefano, commemorato anche dalla presenza in Sicilia del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, interviene il ministro dell’ Interno, Angelino Alfano, che afferma : “Il compito della legge è quello di garantire che trionfi la giustizia. Antonino Saetta ha pagato con il prezzo della vita il senso del dovere civico, l’attaccamento alla giustizia e la dedizione con la quale svolgeva il suo delicato ruolo. Perché si rafforzi la fase di riscatto della nostra terra è indispensabile mantenere viva la memoria di chi, da eroe, non si è risparmiato. E’ un riscatto che bisogna continuare a portare avanti promuovendo leggi che colpiscano al cuore le associazioni mafiose, privandole anche dei beni acquisiti illegalmente e riaffidandoli alla società. Non abbiamo ancora vinto, ma abbiamo fatto grandi passi, conquistati col dolore e la fatica, anche attraverso il sacrificio di uomini come Saetta, veri servitori dello Stato, che con il loro esempio hanno dato coraggio ad altri uomini. I mafiosi sono ladri di libertà e di parole. Non è accettabile che ci sia un doppio senso quando si parla di onore, famiglia, dignità e rispetto. Il compito dello Stato, dunque, è quello di restituire il vero significato a questi termini senza nessun doppio senso. Ed era proprio questo il compito che, senza notorietà, Saetta perseguiva ogni giorno, nel suo lavoro. Saetta parlava, infatti, con le sue sentenze e con i fatti, mantenendo quel distacco necessario che garantisce l’imparzialità”.

Agrigento e sviluppo, briefing al Palazzo Filippini, interviste al Vg

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Il Palazzo Filippini ad Agrigento

Ad Agrigento, al Palazzo Filippini, l’ Amministrazione comunale di Agrigento è stata impegnata nella riunione preparatoria del Tavolo partenariale Pubblico-Privato per lo sviluppo economico e sociale del territorio agrigentino. Le immagini e le interviste sono in onda oggi, sabato 26 settembre, al Videogiornale di Teleacras.

Turismo, il report al Forum

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Si conclude oggi il Forum del Turismo del “Marchio d’area” e della Provincia di Agrigento. Presentato l’atteso report nell’ agrigentino. I dettagli.

Le Province in Sicilia, Roma impugna la legge

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Il governo Renzi, dopo gli appalti, e in attesa di decidere sull’ acqua, impugna la riforma delle Province in Sicilia. “Tutto incostituzionale, tra gettoni, competenze e organi”. Non solo la legge di riforma degli appalti in Sicilia : anche la legge di riforma delle Province in Sicilia sarebbe incostituzionale. E il governo Renzi, dopo avere impugnato gli appalti, e in attesa di decidere se impugnare anche la riforma dell’ acqua, ha impugnato la legge sulle Province. E, dunque, un pugno di mosche si rivela l’attività legislativa riformatrice della Regione. Nel documento di Roma che bacchetta la legge di Palermo vi sono tanti errori blu, gravi più del rosso. Gettoni, competenze e organi: tutto sarebbe contro Costituzione. Il Consiglio dei ministri entro il 4 ottobre impugnerà la riforma che progetta le tre città metropolitane di Catania, Palermo e Messina e i sei Liberi consorzi di Comuni per sostituire le Province. Renzi chiede alla Sicilia di recepire per intero la riforma nazionale. E come se il premier rivolgendosi a Crocetta lo pregasse così : “Anziché essere azzeccagarbugli, arrampicandoti tra discese ardite e risalite, hai la legge pronta, che è la nostra, firmala e basta”. E lo statuto siciliano ? Risponderebbe l’autonomia della retorica. Ma quale Statuto : infatti, nel documento di Roma si spiega, e si scrive testualmente, che la legge nazionale che ha soppresso le Province ha natura di riforma economica e sociale, e quindi impone anche alle Regioni a statuto speciale di adeguarsi. E poi è in discussione il metodo di elezione del Presidente del Consorzio, che in Sicilia sarebbe eletto con il voto dei consiglieri comunali, mentre nel resto d’Italia il presidente del consorzio è il sindaco della città con più abitanti nell’ ambito dello stesso consorzio. E Roma boccia anche il bonus, ossia i “piccioli”, che la legge della Sicilia assegna ai presidenti dei Liberi consorzi e per i capi della città metropolitana : infatti, tali soldi sarebbero in contrasto con la legge Delrio, che cancellando le Province ha disposto che le mansioni sostitutive siano svolte a titolo gratuito. E’ ancora conflitto istituzionale fra Roma e Palermo, ed anche tra Assemblea regionale e Governo. Infatti, il presidente di Sala d’Ercole, Giovanni Ardizzone, commenta : “Era chiaro fin dall’inizio che la legge sulle Province aveva un vulnus. Il sistema di governo dei nuovi enti non regge. Si è fatto ricorso troppo spesso al voto segreto e il progetto iniziale è stato stravolto. Bisogna tornare in aula per correggere gli errori: si salverebbe così una parte della riforma”. Crocetta è di parere opposto, e rilancia : “Difenderemo la legge davanti alla Corte Costituzione. Non abbiamo legiferato su materie di competenza statale. Abbiamo regolato i liberi consorzi che sono enti previsti nel nostro statuto, che ha forza di legge costituzionale. Le elezioni si terranno regolarmente il 29 novembre”.

Anche ad Agrigento la campagna “Ehi, tu ! Hai midollo ?”

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Domani, sabato 26 settembre, anche ad Agrigento si svolgerà, in piazza Cavour, dalle ore 14 alle 20, la quinta edizione della giornata nazionale di sensibilizzazione per incentivare i giovani a donare il midollo osseo. Si tratta della campagna “Ehi, tu! Hai midollo?”, sostenuta dai volontari dell’ Admo, l’Associazione donatori midollo osseo, in 92 piazze italiane. Domani pomeriggio ad Agrigento in piazza Cavour sarà presente una emoteca mobile con a bordo la dottoressa Simona Carisi medico specialista in immuno – ematologia al reparto di Patologia Clinica dell’ Azienda sanitaria di Agrigento, la dottoressa Angelita Butera biologo specialista in microbiologia nello stesso reparto, il dottore Pasquale Gallerano direttore del reparto Medicina trasfusionale dell’Azienda sanitaria di Agrigento, insieme ad operatori sanitari e giovani volontari. Interventi musicali e di intrattenimento con l’ l’associazione “Pani ca’ musica” e Franco Sodano dei Dioscuri.

Omicidio Truisi, 3 arresti a Licata

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La Squadra mobile e la Procura di Agrigento arrestano i 3 presunti responsabili dell’ omicidio a Licata di Angelo Truisi, 24 anni. Il movente, forse, legato al traffico di droga. I poliziotti della Squadra mobile di Agrigento, agli ordini di Giovanni Minardi, del Commissariato di Licata, diretto da Marco Alletto, e la Procura della Repubblica di Agrigento, tramite il sostituto Carlo Cinque e l’aggiunto Ignazio Fonzo, hanno arrestato a Licata Diego Catania, 22 anni, Angelo Cannizzaro, 20 anni, e Salvatore Gueli, 40 anni, indagati di omicidio in concorso perché con un fucile calibro 12, detenuto illegalmente, avrebbero ucciso a Licata il fabbro Angelo Truisi, 24 anni, colpito all’addome. L’ ipotesi di omicidio è aggravata dai motivi abietti del movente : Angelo Truisi sarebbe stato ucciso per un debito, tra i 2 e i 3 mila euro, legato al traffico di cocaina. L’ omicidio è aggravato inoltre dalla crudeltà perché i 3 indagati, il 2 gennaio scorso, a Licata, in un luogo isolato, all’esterno di una villa disabitata in contrada Nicolizia a 6 chilometri dal centro abitato e a 20 metri dal mare, avrebbero prima percosso violentemente Angelo Truisi, poi gli avrebbero sparato con un fucile calibro 12 avente particolare capacità distruttiva nei confronti di una persona, e poi avrebbero appiccato il fuoco sulla vittima per occultare le tracce del reato commesso. Il cadavere di Angelo Truisi, del quale a Licata non vi è stata più traccia dal 2 gennaio, è stato poi scoperto nello stesso luogo il 21 gennaio. A firmare gli ordini di arresto è stato il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano. Le indagini si sono avvalse di particolari e sofisticate attività medico – legali, oltre che tecniche. Salvatore Gueli, che è nato a Gela, è stato arrestato in Germania, a Colonia, dove si è trasferito a casa di parenti 3 giorni dopo la scoperta del cadavere di Angelo Truisi, il 24 gennaio. Il procuratore di Agrigento, Renato Di Natale, e l’ aggiunto Ignazio Fonzo, hanno commentato : “Licata è una terra il cui ambiente è particolarmente degradato. Lo dimostrano i continui, efferati, omicidi”.

Omicidio Truisi, 3 arresti a Licata

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I poliziotti della Squadra mobile di Agrigento, agli ordini di Giovanni Minardi, del Commissariato di Licata, diretto da Marco Alletto, e la Procura della Repubblica di Agrigento, tramite il sostituto Carlo Cinque e l’aggiunto Ignazio Fonzo, hanno arrestato a Licata Diego Catania, 22 anni, Angelo Cannizzaro, 20 anni, e Salvatore Gueli, 40 anni, indagati di omicidio in concorso perché con un fucile calibro 12, detenuto illegalmente, avrebbero ucciso a Licata il fabbro Angelo Truisi, 24 anni, colpito all’addome. L’ ipotesi di omicidio è aggravata dai motivi abietti del movente : Angelo Truisi sarebbe stato ucciso per questioni di debiti legati al traffico di cocaina. L’ omicidio è aggravato inoltre dalla crudeltà perché 3 indagati, il 2 gennaio scorso, a Licata, in un luogo isolato, all’esterno di una villa disabitata in contrada Nicolizia a 6 chilometri dal centro abitato e a 20 metri dal mare, avrebbero prima percosso violentemente Angelo Truisi, poi gli avrebbero sparato con un fucile calibro 12 avente particolare capacità distruttiva nei confronti di una persona, e poi avrebbero appiccato il fuoco sulla vittima per occultare le tracce del reato commesso. Il cadavere di Angelo Truisi, del quale a Licata non vi è stata più traccia dal 2 gennaio, è stato poi scoperto nello stesso luogo il 21 gennaio. A firmare gli ordini di arresto è stato il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano. Le indagini si sono avvalse di particolari e sofisticate attività medico – legali, oltre che tecniche.