Ad Agrigento la condizione degli edifici all’interno dei quali sono collocate le scuole comunali, purtroppo, risente di una carenza di documentazione tecnica che si è aggravata nel corso degli anni. Si tratta di una carenza che è figlia anche del periodo storico in cui gli edifici sono stati realizzati. Molte strutture, infatti, pur essendo perfettamente agibili, sono state costruite in un periodo antecedente alla normativa che disciplina la staticità e l’agibilità, e, pertanto, fuori dai canoni antisismici. Una delle scuole agrigentine che desta maggiore preoccupazione è la scuola elementare “Lauricella”, al Viale della Vittoria, inizialmente composta da due piani, e poi, solo successivamente, è stato costruito un terzo piano. Ma quello che rende pericoloso, e soprattutto preoccupa l’associazione ambientalista MareAmico e la quinta Commissione consiliare del Comune di Agrigento, è la collina rocciosa che sta alle spalle della scuola. Infatti lo spazio compreso tra l’edificio scolastico e la parete rocciosa del lato nord costituisce lo spazio aperto della scuola adibito alle attività all’area aperta della scolaresca, mentre quello compreso tra l’edificio e la parete est rappresenta il corridoio d’ingresso all’istituto. Intanto nella mattinata di oggi, i rappresentanti del Comune, insieme a Claudio Lombardo, coordinatore di MareAmico hanno compiuto un sopralluogo per capire quanto c’è di pericoloso e cercare di effettuare le prime verifiche di stabilità del piano fondale mettendo tutto in sicurezza…Interviste al Vg…
A Palermo indagine sullo stragista di Berlino
La Procura di Palermo indaga, ed è una inchiesta conoscitiva, sull’ approdo e la permanenza in Sicilia del tunisino ritenuto l’attentatore stragista di Berlino. A Palermo indagano il procuratore Francesco Lo Voi, gli aggiunti Leonardo Agueci e Maurizio Scalia, e il sostituto Calogero Ferrara. I trascorsi criminali di Anis Amri lo hanno costretto alla detenzione in carcere. Nel 2013, tra i tanti penitenziari dove ha girovagato, è detenuto ad Agrigento, nel carcere “Petrusa”, dove, secondo quanto è stato annotato nella scheda di Anis Amri, si sarebbe radicalizzato. E ciò due anni dopo lo sbarco a Lampedusa, nel 2011. E nell’ isola agrigentina si è subito distinto per avere partecipato all’ insurrezione incendiaria a danno del Centro d’accoglienza. E ciò sarebbe accaduto anche nel centro di Belpasso a Catania. Poi, dopo esperienze altrettanto negative in una casa famiglia e a scuola dove è stato iscritto, subisce la condanna a 4 anni per lesioni e violenza privata, ed è carcerato tra Catania, Enna, Sciacca, Agrigento e Palermo, sia a Pagliarelli che all’Ucciardone. E nel corso di 4 anni di detenzione gli sono contestate 12 violazioni disciplinari, con 74 giorni di isolamento. Il Dap, il Dipartimento dell’ amministrazione penitenziaria, lo segnala al Comitato analisi strategica antiterrorismo per i suoi comportamenti : lui frequenta solo detenuti tunisini, e avrebbe minacciato di tagliare la testa ad un detenuto cristiano. Nel 2015 è in libertà, ed è ospite del Cie, il Centro identificazione ed espulsione, a Caltanissetta. L’Italia intende espellerlo, ma la Tunisia non lo riconosce come proprio cittadino e non collabora. E quindi Anis Amri è solo intimato ad andare fuori dal territorio italiano. Nel frattempo i suoi dati sono già nero su bianco nel computer del Sis, il Sistema di informazione Schengen condiviso in tutta Europa. Ancora nel frattempo lui viaggia, e nel luglio del 2015 presenta richiesta di asilo politico in Germania, e nello stesso periodo è bloccato in Svizzera in possesso di un passaporto italiano falso. A Berlino conclude il suo corso di radicalizzazione, frequentando una comunità di salafiti con a capo un imam fondamentalista, l’ iracheno Abu Walaa, arrestato lo scorso novembre perché sarebbe stato un reclutatore dell’Isis in Germania. Ancora nel frattempo, il tunisino Anis Amri sfugge al controllo delle autorità tedesche. Non vi è più nessuna traccia di lui, fino alla strage al mercato di Natale il 19 dicembre.
Agrigento e il “bilancio partecipato”
Ad Agrigento, nell’ufficio di presidenza del consiglio comunale, la consigliere comunale Marcella Carlisi, insieme ad alcuni attivisti del Movimento 5 Stelle, hanno discusso di democrazia partecipata e della necessità di adottare il metodo del bilancio partecipativo, che permetta ai cittadini di scegliere tramite pubbliche consultazioni a quali servizi o progetti dedicare le risorse del bilancio comunale riservate, appunto, al bilancio partecipato. E il Bilancio comunale deve essere trasparente e più semplice da leggere, per consentire ai cittadini di conoscere effettivamente come sono spesi i soldi pubblici… Intervista a Marcella Carlisi…
E nel frattempo sul sito del Comune di Agrigento, i cittadini sono chiamati a rispondere ad un sondaggio ed avranno tempo fino al 31 di dicembre per esprimere la propria preferenza circa la destinazione dei 58mila euro, e tra le diverse scelte figurano le voci: parco giochi, bonus alimentari, interventi sul verde pubblico, servizi a favore delle persone con disabilità, arredo urbano, promozione Agrigento Capitale della Cultura 2020, e altro. E in proposito alla voce “Altro”, gli attivisti del Movimento 5 Stelle lanciano delle proposte… Interviste al Vg…
Operazione “Ermes 2”, 11 arresti
Altro raid a danno di Matteo Messina Denaro. Dopo l’ arresto il 13 dicembre scorso dell’ imprenditore Rosario Firenze, suo presunto fiduciario nei lavori pubblici, oggi, su ordine della Procura distrettuale antimafia di Palermo, sono 11 gli arrestati dalla Squadra Mobile di Trapani perché presunti interessati agli interessi di Matteo Messina Denaro. Come, ad esempio, l’aggiudicazione dell’ appalto per i lavori di costruzione del parco eolico “Vento di vino” a Mazara del Vallo, assegnati a 2 tra i 11, Carlo e Giuseppe Loretta, in rappresentanza della famiglia di Mazara del Vallo. E gli stessi Loretta avrebbero anche gestito per alcuni mesi un subappalto all’ ospedale Abele Ajello, ancora a Mazara del Vallo, aggiudicato alla Cmc di Ravenna, e che è stato appena inaugurato dopo la ristrutturazione. Poi il subappalto gli è stato revocato, perché i Loretta sono stati destinatari di una interdittiva antimafia da parte della Prefettura. Tra gli altri arrestati vi è Epifanio Agate, il figlio del boss Mariano, storico fedelissimo di Riina e Provenzano. Agate ha gestito due società impegnate nel commercio di pesce, e nelle intercettazioni registrate dalla Polizia si sarebbe riferito a Matteo Messina Denaro come “quello di l’ogghiu”, quello dell’olio. L’ inchiesta, battezzata “Ermes 2” dopo la prima che il 3 agosto 2015 provocò 11 arresti, è stata coordinata dalla procuratrice aggiunta Teresa Principato e dai sostituti Paolo Guido, Carlo Marzella e Gianluca De Leo. E il questore di Trapani, Maurizio Agricola, commenta : “Le indagini continuano a far emergere imprese riconducibili ai mafiosi, o comunque fagocitate dall’organizzazione criminale, che inquinano il territorio della provincia. Il blitz di questa notte è un ulteriore colpo per la rete che protegge e alimenta Matteo Messina Denaro”. E infatti, nel corso del blitz sono state sequestrate 3 imprese intestate a prestanome e controllate da Cosa Nostra, tramite le quali Messina Denaro sarebbe stato in grado di condizionare gli appalti nel Trapanese, soprintendendo ai contatti tra la famiglia di Castelvetrano e il clan di Mazara del Vallo, che sarebbe nelle mani di Vito Gondola, che più volte si sarebbe rivolto a Matteo Messina Denaro per dirimere controversie insorte. Tra gli indagati, per intestazione fittizia di beni, vi è anche un giornalista, Filippo Siragusa, collaboratore del Giornale di Sicilia, al quale è stato imposto l’obbligo di dimora. Siragusa ha spesso organizzato e moderato convegni sulla lotta alla mafia, in presenza di esponenti delle Istituzioni.
Licata, “nastri sanitari”
A Licata, il direttore dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento, Salvatore Lucio Ficarra, in presenza del Prefetto Nicola Diomede, del sindaco Angelo Cambiano, e, tra gli altri, anche dei parlamentari regionali Cimino e Fontana, oltre ai vertici aziendali e locali dell’Asp di Agrigento, ha inaugurato il nuovo Pronto soccorso del presidio ospedaliero “San Giacomo D’Altopasso”. Un look tutto nuovo per il pronto soccorso, che si presenta più moderno, con mezzi nuovi, più confortevole anche per medici, infermieri e tutto il personale che lavora quotidianamente nella struttura, e sicuramente maggiormente adeguato alle necessità di quanti ricorrono alle cure urgenti del San Giacomo d’Altopasso. Durante la cerimonia, di particolare interesse è stata la visita al Punto nascite, che come è noto ha rischiato la chiusura. Dopo la deroga da parte del Ministero della Sanità, l’Azienda sanitaria di Agrigento si è messa in moto per fare in modo che il reparto, attraverso dei lavori di adeguamento, possa ritornare a funzionare al più presto… Interviste al Vg…
Pd, il futuro prossimo venturo…
“L’anno che verrà” sarà anno elettorale, tra le Politiche, forse, a meno che Gentiloni, appellandosi alla Costituzione e alla fiducia del Parlamento, non procederà fino alla conclusione della legislatura, nella primavera 2018. E le Regionali, forse, a meno che il voto in Sicilia, anziché nell’ autunno 2017 non si svolga nella stessa data delle Politiche, dunque nella primavera 2018. Nel frattempo, i cavalli scalpitano, e le trecce si sciolgono di già, come, ad esempio, in casa Partito Democratico. Il congresso nazionale, lo scontro Speranza – Renzi, battezzato come il Davide contro Golia, e poi l’ Assemblea nazionale in corso, e a Palermo la Direzione regionale del Pd, occasione per il segretario regionale, Fausto Raciti, per ipotizzare e disegnare il futuro prossimo venturo. Raciti ammette la sconfitta renziana al referendum costituzionale, riconosce che il partito in Sicilia è minoritario, e però stronca una eventuale alleanza con il centro destra. E le sue parole, all’ Hotel Politeama, sono : “Il nostro campo e le nostre forze non sono maggioritari nell’Isola. In questi anni ci siamo spesi per allargare il perimetro, costruendo una coalizione larga. Ma accogliere le proposte di alleanze che leggo sui giornali, con l’ipotesi di una convergenza formulata da Gianfranco Micciché, sarebbe la dimostrazione che i politici sono tutti uguali. Dal referendum arriva in Sicilia un pronunciamento netto contro la riforma e contro i soggetti che si sono intestati la campagna. Non partecipo al giochino che declina il voto come un pronunciamento contro Matteo Renzi, contro Rosario Crocetta o contro i sindaci, anche perché non abbiamo gli strumenti per farlo. Le prospettive del Movimento 5 Stelle ? Non confidate sulle loro difficoltà come le firme false : il loro consenso è legato alla convinzione popolare che il Movimento 5 stelle sia uno strumento per azzerare il ceto politico italiano. L’ Udc di Cesa e il Nuovo Centro destra di Alfano ? A loro dobbiamo rispetto e ascolto. Ma non dobbiamo fare confusione : loro sono alleati, non sono il Partito Democratico. Dobbiamo abbandonare l’idea di un Pd a rete. Non possiamo essere la sommatoria di ceti politici. Chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori. Per un percorso chiaro verso le elezioni”.
Finanziaria 2017, ok in Giunta
Semaforo verde alla legge di stabilità della Regione da parte della Giunta. Il governo Crocetta ha approvato la manovra finanziaria. Entro domani il testo sarà trasmesso all’ Assemblea regionale per l’esame e l’approvazione definitiva entro il 31 dicembre, scongiurando l’esercizio provvisorio del bilancio. Dunque, il presidente Crocetta e l’ assessore all’ Economia, Alessandro Baccei, nel presentare la proposta di Finanziaria a Sala d’Ercole, spiegano : “La manovra conta di 15 articoli. E’ una misura essenziale che destina risorse in via prioritaria a enti locali, lavoratori, precari e a tutti gli enti finanziati dalla Regione, mettendoli in sicurezza per l’intero anno senza soluzione di continuità. Si tratta di una legge di bilancio che continua il percorso avviato nei mesi scorsi e che ci ha consentito di lavorare al pareggio di bilancio. Pur mantenendo una linea di rigore si tutelano le fasce più deboli. Non abbiamo inserito norme ad personam ma ci siamo occupati di questioni generali” – concludono Crocetta e Baccei. Più nel dettaglio, il contenuto di maggior rilievo della Finanziaria 2017 interessa i precari, perché, oltre la proroga per tutto l’ anno prossimo, si prospetta la stabilizzazione dei contrattisti degli enti locali. Il testo di legge infatti lancia l’ assunzione a tempo indeterminato, con fondi della Regione, degli ex articolisti, purché nel frattempo si siano liberati posti in pianta organica con i pensionamenti. Inoltre, per tutte le categorie di precari, è stato previsto un maxi incentivo all’esodo : si tratta di un assegno equivalente a cinque anni di stipendio a favore di coloro che siano a non più di sette anni dalla pensione. E per finanziare ciò sono stanziati 226 milioni all’anno per 20 anni. Ed ancora per i precari vi è l’opzione Resais : entro 2 anni gli interessati possono chiedere di essere assunti nella società partecipata e controllata dalla Regione. Contestualmente, gli Enti locali che sono in grado di stabilizzare i precari, ma non li assumono, subiranno una riduzione del contributo regionale. Crocetta rivolge un appello alle forze politiche in Assemblea affinché il testo sia approvato entro il 31 dicembre, e ammonisce : “Se la legge dovesse slittare, diverse decine di migliaia di lavoratori sarebbero senza stipendio, e oltre 20mila precari rischierebbero di perdere definitivamente il posto di lavoro”
Agrigento, bilancio irreale ?
“Previsione di entrate troppo arrotondate all’ eccesso se non all’ impossibilità di copertura, e non solo” : il consigliere comunale di Forza Italia di Agrigento, Pasquale Spataro, esprime ampie riserve sul bilancio di previsione 2016, soltanto adesso all’esame del consiglio. L’ intervista a Spataro è in onda oggi sabato 17 dicembre al Videogiornale di Teleacras.
Agrigento, vertenza rifiuti raffreddata
L’ assessore comunale all’ ambiente di Agrigento, Mimmo Fontana, anziché i licenziamenti ha proposto una distribuzione del personale della nettezza urbana, in esubero ad Agrigento, in altri comuni consorziati, laddove vi siano carenze e necessità. E Fontana, affiancato dal sindaco Lillo Firetto e dal collega al bilancio, Giovanni Amico, lo ha ribadito innanzi ai sindacati di categoria, che da oltre un mese assediano Palazzo dei Giganti a fronte della intenzione dell’ amministrazione comunale di ridurre di un quinto il costo dell’ appalto, perché ritenuto troppo oneroso e di conseguente aggravio sulle bollette che pagano i cittadini. Ebbene, a termine dell’ ennesimo confronto tra le parti in causa, la soluzione della distribuzione “equa e razionale”, come è stato sottolineato, ha “raffreddato la vertenza”, usando la terminologia sindacale. Che lo stesso contenzioso sia congelato sarebbe forse azzardato ipotizzarlo, però il raffreddamento è premessa di sviluppi positivi, tanto che nessuno sarà licenziato. Quindi, l’ ordine sul sit – in dei lavoratori radunati in piazza Pirandello è stato un militaresco “sciogliete le righe”, tradotto in siciliano : “itivinni a casa”. Nel frattempo, sindacati e giunta hanno concordato di disegnare un piano della spesa, tracciando anche il come dirottare i netturbini in eccesso negli altri comuni. In tal modo procedendo sarà scongiurato il taglio al quinto dell’ obbligo di appalto, che ammonta a circa 1 milione di euro. Peraltro, gli altri 11 comuni consorziati con Agrigento, tra poco più di 6 mesi, dal primo luglio in poi, lanceranno in gara d’appalto il nuovo servizio di raccolta dei rifiuti, che sarà in vigore nei 5 anni successivi. E in tale ambito sono prossimi 69 prepensionamenti di netturbini. Ad esempio, solo nel 2017 saranno 23 gli operatori ecologici in pensione. Dunque, ecco la più ottimista delle previsioni : i comuni consorziati con Agrigento non saranno costretti a sborsare più denaro per pagare i netturbini in eccesso ad Agrigento, ma sostituiranno i pensionati con gli eccedenti.