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Ad Agrigento domenica la quinta edizione del “Mymusic Day”

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Ad Agrigento domenica prossima, 23 aprile, al Villaggio Mosè, nello spazio antistante la Scuola di musica moderna Areastudio, si svolgerà, dalle ore 11 in poi, la quinta edizione di “Mymusic Day 2017”, il più conosciuto e partecipato meeting di musicisti che accoglie ad Agrigento appassionati provenienti da tutta la Sicilia. L’evento è organizzato da due artisti agrigentini, Michelangelo Calì e Fabio Gueli, insieme a Sergio Tirinnocchi di Areastudio, supportati dallo staff composto da Paolo Indelicato e Gabriele Migliaccio. L’ideatore della manifestazione, Michelangelo Calì, spiega: “Il Mymusic Day è un meeting ed una fiera, ma in realtà è un grande momento di festa e di musica. Si tratta di un meeting di musicisti che racchiude anche una fiera espositiva di prodotti artigianali musicali, liutai e costruttori. Nel dettaglio, la giornata avrà inizio alle 11 con l’apertura dell’esposizione “Liuteria Handmade” e del mercatino dell’usato. Dalle 15 alle 21 al via anche le dimostrazioni e i test dei prodotti artigianali e, naturalmente, tanta musica dal vivo. In esposizione chitarre, bassi, amplificatori, stand con i materiali con cui si costruiscono gli strumenti. I partecipanti potranno effettuare dei test gratuiti sugli strumenti, assistere alle dimostrazioni live dei prodotti o spulciare nel mercatino musicale in cerca di occasioni tra strumenti di seconda mano. Nell’angolo dedicato all’usato gli stessi partecipanti potranno portare e vendere i propri strumenti o scambiarli con altri.”

A Naro quattro vie intitolate a magistrati vittime della mafia

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Il sindaco di Naro, Calogero Cremona, annuncia che il prefetto di Agrigento, Nicola Diomede, ha autorizzato l’intitolazione di quattro vie, nella zona Fratel Gerardo, a Rosario Livatino, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Antonino Saetta, tutti magistrati vittime della criminalità mafiosa. La sezione urbanistica dell’Ufficio tecnico, diretta da Calogero Terranova, fornirà al più presto le targhe. Il sindaco Cremona commenta: “L’intitolazione di queste strade ai magistrati siciliani uccisi dalla criminalità organizzata vuole concorrere a preservare la memoria dei protagonisti della lotta alla mafia, tra cui i giudici Livatino e Saetta della vicina Canicattì, oltre ai più noti Falcone e Borsellino.La giunta comunale ha avviato tempo fa l’iter per la denominazione di queste vie, su iniziativa dell’allora assessore al ramo Filippo Giaramita, e oggi ha ottenuto l’autorizzazione prefettizia.”

Favara, novità positive sulla Tari 2017

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A Favara, venerdì prossimo, 21 aprile, al Municipio, alle ore 10, l’amministrazione comunale ha organizzato una conferenza stampa sul piano economico finanziario relativo alla Tari, la tassa sui rifiuti, per l’anno 2017. Nel corso della conferenza stampa, l’assessore all’Ambiente, Calogero Attardo, presenterà alcune importanti novità che consentiranno una riduzione del costo del servizio a carico dei cittadini.

Procura Agrigento, i papabili a sostituire Fonzo

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Il palazzo di Giustizia di Agrigento

Alla Procura di Agrigento, il procuratore aggiunto Ignazio Fonzo è impegnato a preparare le valige per il trasferimento deliberato dal Csm alla Procura di Catania. E nel frattempo, in lista per sostituire Fonzo vi sono Antonella Nespola, attualmente pubblico ministero a Roma, poi Lucia Brescia, attualmente alla Procura generale di Caltanissetta e già in servizio ad Agrigento. E poi Salvatore Vella, attuale pubblico ministero ad Agrigento, e Stefano De Nozza Milto, in servizio alla Procura di Brindisi.

Il caso Monte dei Paschi di Siena

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Dalla fine dello scorso dicembre, lo Stato detiene più del 50% delle quote (maggioranza assoluta) di Banca Monte dei Paschi di Siena. Pensare però che da questo momento la politica “entri” nelle logiche e nei meccanismi di funzionamento della Banca sarebbe ingenuo: in un certo senso MPS è sempre stata legata a doppio filo alla politica, sin dalla sua nascita come Monte di Pietà rivolto alle classi disagiate, per cui lo Stato poneva a garanzia dei depositi le rendite dei pascoli demaniali della Maremma (i “Paschi”, per l’appunto), fino ad arrivare a pochi anni fa, momento in cui la Fondazione Monte dei Paschi deteneva la maggioranza assoluta delle azioni della Banca. I vertici della Fondazione vengono scelti per la maggior parte dai rappresentanti della politica del luogo (il sindaco di Siena e il presidente della Regione Toscana, per nominarne alcuni), e questo stretto legame ha generato nel corso dei decenni una serie di investimenti massicci sul territorio da parte di MPS, guidati più da logiche politiche che dai principi di profittabilità e sostenibilità. Il mantenimento di questa enorme mole di investimenti ha portato i manager a intraprendere una serie di operazioni rischiose e ai limiti della liceità che, nell’ultimo decennio, hanno di fatto determinato la profonda crisi finanziaria che oggi Banca Monte dei Paschi attraversa.
Provando a ripercorrere i principali e più recenti eventi che hanno portato MPS al punto in cui si trova, incontriamo le acquisizioni folli di Banca Agricola Mantovana, Banca del Salento e Banca Antonveneta, quest’ultima solo 2 mesi dopo l’acquisto della stessa da parte di Banca Santander al 25% in meno, e che ha richiesto un aumento di capitale da 9 miliardi di euro, di cui 5,8 a carico degli azionisti; troviamo i Tremonti Bond, l’uso quasi disperato degli strumenti derivati per provare a colmare le scoperture, e infine arriviamo al 2016, al precipitoso susseguirsi di eventi che proviamo a schematizzare, e che ha di fatto determinato il destino della Banca in pochi, concitati mesi.

Porto Empedocle, si dimette la vice sindaco Maria Calabrese

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Al Comune di Porto Empedocle, già in dissesto finanziario e sotto turbolenze legate all’impossibilità di adempiere ai propri oneri finanziari, subentrano anche le difficoltà di carattere politico. Infatti, si è dimessa la vice sindaco, Maria Calabrese, che è stata anche assessore ai Lavori pubblici, al Contenzioso e alla Pubblica istruzione. La Calabrese avrebbe assunto tale decisione per ragioni personali e professionali.

Un “ospedale” per Villaseta e Monserrato

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L’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento, diretta da Salvatore Lucio Ficarra, istituirà a breve, nelle popolose frazioni di Villaseta e Monserrato ad Agrigento, la prima Uccp, l’Unità complessa cure primarie, della Sicilia. In proposito esprime apprezzamento verso l’iniziativa dell’Azienda sanitaria il segretario provinciale dello Smi, il Sindacato medici italiani, Giuseppe Catania, che da 40 anni svolge attività come medico di famiglia nelle frazioni di Villaseta e Monserrato. Catania, anche a nome delle popolazioni interessate, esprime gratitudine al direttore Ficarra, “per avere scelto la zona, con più di 6 mila cittadini, isolata dal centro abitato, lontano dall’Ospedale, priva dei servizi di pronto intervento, come bisognevole di un presidio sanitario, con presenza di medici, che si interessano dei codici bianchi, presenti 24 ore su 24, che non solo ridurranno i tempi biblici di attesa in Ospedale ma – spiega Catania – presteranno anche un servizio non indifferente per una popolazione con molta gente fragile, di età avanzata e con patologie croniche. La sede unica consentirà di offrire sul territorio un luogo riconoscibile ai cittadini per le loro necessità assistenziali. Anche parte della diagnostica sarà erogata direttamente e si potranno eseguire alcuni esami negli studi medici potenziando l’attività di ecografia di primo livello. Il sindacato Smi – conclude Catania – si dichiara disponibile, nell’attesa del nuovo contratto, ad attivare l’Uccp.”

Falcone e Morvillo si separano

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Francesca Morvillo e Giovanni Falcone sono stati uniti nella vita e nella morte. A 25 anni dal 23 maggio 1992, il giorno della strage di Capaci, le famiglie Morvillo e Falcone si separano. La madre di Francesca Morvillo, e il fratello, il magistrato Alfredo Morvillo, appena designato Procuratore a Trapani, sono fuoriusciti dalla Fondazione “Giovanni Falcone e Francesca Morvillo”, ritirando il nome della congiunta morta. Maria Falcone, sorella di Giovanni, è la presidente della Fondazione. Alfredo Morvillo ne è stato il vicepresidente. Prima, sotto traccia, tra le due famiglie vi sarebbero state delle incomprensioni, e poi, più di recente, il contrasto si sarebbe reso insanabile in occasione, due anni addietro, il 23 maggio 2015, della traslazione della bara di Giovanni Falcone dal cimitero di Sant’Orsola, dove ha riposato per 23 anni insieme alla moglie, alla basilica di San Domenico, il Pantheon dei siciliani illustri, dove sono sepolti, tra gli altri, Francesco Crispi e Ruggero Settimo. Giovanni è stato così separato da Francesca, e ciò avrebbe addolorato i familiari di lei. Oggi, a seguito delle dimissioni dei Morvillo dalla Fondazione, Maria Falcone commenta: “A noi spiace quanto è successo. E’ da due anni che abbiamo cercato una mediazione per evitare la decisione della famiglia Morvillo, ratificata dal consiglio, di uscire dalla Fondazione. Per noi è stato doloroso spostare Giovanni dalla tomba di Sant’Orsola al Pantheon, ma lo abbiamo fatto per non fare dimenticare le stragi del 1992. Alla scopertura della targa c’erano anche i figli del giudice Paolo Borsellino. La decisione di portare Giovanni a San Domenico non è stata una nostra decisione, ma di tutto il consiglio, compreso Alfredo Morvillo che non ha detto nulla quando abbiamo portato la proposta. Poi la madre di Francesca ha saputo lo spostamento dai giornali e da allora la famiglia ha deciso l’uscita dalla Fondazione. Ribadisco che per noi tutto ciò è doloroso e spero che ci sia un ripensamento. Abbiamo sempre considerato un tutt’uno Giovanni e Francesca. E il nome della moglie di mio fratello campeggia nella targa del Pantheon con quelli dei caduti a Capaci e in via D’Amelio.” A Maria Falcone risponde a distanza e con toni pacati, perché – sottolinea – “non intendo affatto alimentare polemiche”, Alfredo Morvillo, che afferma: “Due persone unite nella vita e nella morte si sono ritrovate divise nella memoria. Ma la nostra decisione non nasce solo dalla traslazione, non condivisa, della salma di Falcone nella chiesa di san Domenico. Il disagio viene da lontano, già dal 23 maggio 2011, quando nel corso degli interventi nell’aula bunker a Palermo il ruolo di Francesca accanto a Giovanni, soprattutto la condivisione di vita e di impegno civile, rimasero in secondo piano, e non solo in quella occasione. E non mi fu consentito di intervenire sul palco. Mi dimisi già nel 2011 ritenendo che l’obiettivo per il quale la Fondazione era nata non era stato raggiunto. Le dimissioni non sono state discusse per l’opera di mediazione di amici magistrati. Nel 2015 le ho ripresentate, dopo la traslazione della salma di Falcone che è stata la classica goccia che fa traboccare il vaso.”

Turismo e consuntivo pasquale

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Le festività pasquali, ricadendo tradizionalmente in occasione dell’avvento della stagione primaverile, rappresentano da sempre una sorta di collaudo del sistema turistico e ricettivo nel territorio.

In particolare, è la giornata della Pasquetta a costituire la classica “prova del 9” prima dell’estate. La Pasqua tarda del 2017, esattamente a metà aprile, ha incoraggiato ancora di più i villeggianti a muoversi fuori porta, e i dati delle presenze, in notevole aumento, sono confermati dal ministro del Turismo, Dario Franceschini, che ha sottolineato con soddisfazione l’alta presenza di turisti, soprattutto stranieri, che hanno affollato le città d’arte del sud, da Napoli a Palermo.

E anche ad Agrigento tanti sono stati i vacanzieri che hanno visitato la Valle dei Templi, ammirando il patrimonio dell’Unesco appena arricchito dall’apertura al pubblico dell’antico ipogeo tra la Valle dei Templi e il giardino della Kolymbethra.
Buone le presenze nei musei, e le prenotazioni alberghiere, che segnano un crescita fortissima, e, soprattutto, indicano che l’aumento più marcato di presenza non è nelle tradizionali grandi capitali del turismo internazionale ma nei luoghi minori, nelle città d’arte e nel Mezzogiorno, dove si conserva la storia del patrimonio culturale e delle tradizioni.

Le intervista a Francesco Picarella, Peppe Lo Pilato sono in onda al Videogiornale di Teleacras.

Licata, ancora demolizioni dal 24 aprile in poi

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A Licata ancora demolizioni di immobili abusivi con sentenza definitiva e sotto diffida della Procura della Repubblica di Agrigento. L’impresa Patriarca di Comiso, che si è aggiudicata l’appalto, da lunedì prossimo 24 aprile abbatterà altri edifici costruiti senza licenza nelle zone balneari a meno di 150 metri dalla battigia. Così, peraltro, è stato disposto nel corso della recente riunione in Prefettura ad Agrigento del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto Nicola Diomede, insieme a tecnici ed operai della stessa impresa Patriarca, ed ai dipendenti comunali di Urbanistica e Lavori pubblici.