Il Tribunale di Agrigento ha condannato a 6 mesi di reclusione per truffa Roberto Caltagirone, 30 anni, di Agrigento, allorchè avrebbe ottenuto il pagamento in anticipo di una campagna pubblicitaria da un’azienda che poi non avrebbe svolto. L’imputato si è difeso sostenendo di avere prestato la Poste Pay a Napoli e di non essere a conoscenza di nulla.
Arresto per furto di energia elettrica a Cammarata
A Cammarata i Carabinieri della locale Compagnia hanno arrestato Filippo Cacciatore, 53 anni, per furto aggravato di energia elettrica, allorchè ha allacciato abusivamente la propria azienda agricola, in contrada Ganzaria, alla rete elettrica. Cacciatore è ristretto ai domiciliari.
Agrigento, artisti a lavoro durante la settimana del Mandorlo in fiore
Ad Agrigento, oggi, sabato 4 marzo, a Casa Sanfilippo, sede del Parco Valle dei Templi, dalle ore 16.30 in poi, si svolge la conferenza di presentazione dell’iniziativa “Open Studio – Artisti in Residenza”, promossa dalla Soprintendenza di Agrigento, diretta da Gabriella Costantino, in collaborazione con il Parco Valle dei Templi diretto da Giuseppe Parello, e con la Direzione Scientifica della stessa Gabriella Costantino, che spiega: “L’iniziativa nasce dall’intento di promuovere interventi di artisti contemporanei concepiti in dialogo con i luoghi storici in cui si inseriscono, in particolare alcuni luoghi simbolo del territorio, del paesaggio e della storia di Agrigento, durante il Mandorlo in Fiore, manifestazione di rilievo internazionale. E’ stato individuato in tal senso un itinerario di “studi aperti” dove gli artisti, nel corso della prossima settimana, lavoreranno in piena libertà. E venerdì prossimo, 10 marzo, a conclusione della “residenza”, due opere prescelte dalla giuria saranno acquisite al patrimonio della Regione Siciliana per essere esposte presso il Museo D’Arte Contemporanea da istituire nell’ex collegio dei Padri Filippini. In proposito si svolgerà un apposito incontro conclusivo venerdì 10 marzo, nell’ex Collegio dei Padri Filippini, alle ore 17.30.
Teleacras, tra “La Donna della Domenica” e “Speciale Medicina”
Domani, domenica 5 marzo, su Teleacras, alle ore 12 e alle ore 22.15, sarà in onda “La Donna della Domenica”. Ospite in studio di Egidio Terrana è l’attrice e regista teatrale, di origine agrigentina, Vittoria Faro, diplomata all’Accademia d’arte drammatica “Silvio D’Amico”, artista ormai affermata a livello nazionale, che racconta come è nata e maturata la sua passione per il teatro e molti aspetti della sua intensa attività artistica e professionale.
Ancora domani, domenica, su Teleacras, alle ore 11 e alle ore 23.15, sarà in onda Speciale Medicina. Ospiti in studio di Simona Carisi sono il dottor Michele Castellano, chirurgo vascolare, e la dottoressa Fabiola Ficarra, biologo nutrizionista. Tra gli argomenti affrontati vi sono le patologie vascolari, e le diete più indicate.
E infine, ancora domani, domenica 5 marzo, su Teleacras, alle ore 15 e alle 21.15 in onda uno Speciale di Domenica è sempre domenica, di Egidio Terrana, sui 20 anni dalla fondazione del gruppo dei “Piccoli del Val d’Akragas”.
Palermo, spia la moglie con la videocamera, condannato
E’ stata confermata dalla Cassazione la condanna a 2 anni e 6 mesi di reclusione, senza la concessione delle attenuanti, a carico di un marito, un palermitano di 56 anni, che ha maltrattato e umiliato la moglie con diversi modi e mezzi, tra cui anche l’installazione in casa di una videocamera e di un registratore per mantenere sotto controllo la donna e costringerla ad una condizione di continua prostrazione anche quando lui è stato assente dall’abitazione. Il tutto è stato connotato da plurime e frequenti percosse, lesioni, ingiurie, e minacce.
Scambia l’ingresso del condominio per un garage!
Incredibile ma vero. A Palermo un automobilista ha scambiato l’ingresso del condominio per un garage. L’uomo, probabilmente ubriaco, ha abbattuto il portone d’ingresso ed è rimasto incastrato nell’automobile fino a quando non è stato liberato. Ha subito lievi ferite. A causa dell’impatto, ha distrutto la portineria ed è precipitato nella rampa delle scale, provocando vari danni. L’incidente è accaduto in via Nicolò Turrisi al numero 48 in pieno centro. Sono intervenuti i Carabinieri, i Sanitari del 118 e i Vigili del fuoco.
Corte dei Conti, da Tutino nessun danno all’Erario
La sezione giurisdizionale siciliana della Corte dei conti ha rigettato la richiesta di condanna avanzata dalla Procura regionale nei confronti di Matteo Tutino, l’ex primario del reparto di Chirurgia plastica dell’ospedale Villa Sofia a Palermo, imputato dalla Procura di Palermo per operazioni di chirurgia estetica eseguite in ospedale a spese del servizio sanitario perché ritenute funzionali. Il giudice contabile ha affermato di non avere giurisdizione in ordine alla richiesta di condanna perché non sono stati ravvisati gli estremi del danno all’Erario per i compensi percepiti da Tutino dall’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta nel periodo in cui lo stesso è stato dipendente del Policlinico collocato in aspettativa senza assegni. I giudici della Corte dei conti hanno accertato, come è stato dimostrato dagli avvocati Sabrina Donato e Giuseppe Cannizzo, difensori dell’ex primario, che vi è stata una convenzione tra i due ospedali, e che, fino a quando Tutino, prima di essere collocato in aspettativa non retribuita, ha percepito lo stipendio dal Policlinico, l’attività prestata al Sant’Elia è stata a titolo gratuito.
Mafia, condannato un “Mandamento”
Tribunale di Palermo: Rosario Lo Bue, 64 anni, di Corleone, 15 anni di reclusione, Vincenzo Pellitteri, 65 anni, di Chiusa Sclafani, 10 anni di reclusione, poi 9 anni ciascuno a Roberto Pellitteri, 27 anni, di Chiusa Sclafani, e Salvatore Pellitteri, 25 anni, di Palazzo Adriano. Poi 8 anni e 8 mesi per un altro Salvatore Pellitteri, 41 anni, di Corleone, e 6 anni e 8 mesi per Pietro Pollichino, 76 anni, di Contessa Entellina. E poi risarcimento per le parti civili, i Comuni di Corleone, di Chiusa Sclafani, e il Centro Pio La Torre. Ecco la sentenza di primo grado al presunto vertice del mandamento di Corleone, di cui sarebbe stato reggente Rosario Lo Bue, e che sarebbe stato roccaforte e baricentro della Cosa nostra erede di Riina e Provenzano. Il giudizio è stato abbreviato, e il giudice per le udienze preliminari sentenziante è Fabrizio La Cascia. I sei imputati sono stati arrestati dai Carabinieri all’alba del 20 novembre 2015 dopo essere stati sotto controllo per mesi, seguiti e intercettati. E dalle intercettazioni sono emersi anche progetti di morte, anche eccellenti ed eclatanti. Infatti, alcuni degli arrestati e condannati sono stati sorpresi a tramare un attentato al ministro dell’Interno dell’epoca, Angelino Alfano, colpevole dell’aggravamento del 41 bis. E gli avrebbero voluto riservare la stessa morte di John Fitzgerald Kennedy, il presidente degli Stati Uniti ucciso a Dallas il 22 novembre 1963 da un tiratore solitario. Peraltro, nel corso dell’intercettazione i presunti mafiosi di Corleone sostengono che sarebbe stata Cosa nostra a sentenziare la morte di John Kennedy, per punirlo di un suo voltafaccia. Il progetto dell’ omicidio Alfano è stato meditato e non solo paventato, tanto che si è ipotizzato il luogo dove compiere l’attentato: in Sicilia, durante una campagna elettorale, quando Alfano sarebbe stato più vulnerabile. Nel settembre 2013 anche Totò Riina, intercettato in carcere a conversare con un compagno di ora d’aria, lanciò strali contro Alfano, furibondo, e le sue parole sono state: “Quel disgraziato di ministro dell’agrigentino, è proprio accanito con questi quarantunisti, questo è accanito proprio, è una canaglia. Lo aggrava sempre, sempre che parla del 41… stiamo facendo carceri nuovi così, li facciamo in modo che non possono rispondere con quelli della porta accanto… sta facendo tutto per il carcere duro… glielo do io a lui, il duro lo abbiamo noi qua dentro… disgraziato.” E poi, in altre intercettazioni, i presunti fedelissimi di Riina discutono di armi da nascondere. I Carabinieri di Monreale e di Corleone sono intervenuti in tempo a freno delle volontà sanguinarie, e non solo contro Alfano. Infatti, un altro omicidio sarebbe stato architettato per risolvere una controversia legata alla riscossione di una eredità.