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Licata, incidente mortale sul lavoro, condannati tre imputati

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Al Tribunale di Agrigento la giudice monocratico Gianfranca Claudia Infantino ha condannato a 2 anni di reclusione ciascuno i fratelli Angelo Cardella, 53 anni, e Salvatore Cardella, 52 anni, titolari di un ristorante di Licata. E 1 anno di reclusione è stato inflitto a Giuseppe Vedda, 57 anni, elettricista, ingaggiato dai ristoratori per riparare l’impianto elettrico, il cui malfunzionamento avrebbe poi provocato la morte di un dipendente del ristorante dei Cardella, Gaetano Albo, 25 anni, che il 3 luglio del 2009 morì folgorato toccando un tubo. Gli imputati risarciranno i danni ai genitori e ai fratelli di Albo, costituiti parte civile tramite l’avvocato Calogero Meli.

“Dna”, Cassazione e arresti

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A Palermo, il 14 gennaio 2016, al palazzo di giustizia, la Corte d’Appello, nell’ambito dell’ inchiesta antimafia nell’Agrigentino cosiddetta “Dna”, ha condannato a 6 anni di carcere Salvatore Romeo, 58 anni, di Porto Empedocle, e Domenico Seddio, inteso Nico, 43 anni, anche lui di Porto Empedocle, a 11 anni e 8 mesi di reclusione (in prosecuzione con il processo Akragas perchè altrimenti sarebbero stati 4 anni e 6 mesi). I due imputati sono accusati di associazione mafiosa per essere stati parte della famiglia di Porto Empedocle nell’interesse di Gerlandino Messina. Si tratta del secondo processo d’Appello dopo un annullamento con rinvio dalla Cassazione per rideterminare, riducendola, la condanna escludendo l’ aggravante del riciclaggio delle risorse mafiose. Ebbene, adesso la Cassazione ha imposto il sigillo definitivo alla sentenza di condanna di Romeo, e i poliziotti del commissariato “Frontiera” di Porto Empedocle, capitanati da Cesare Castelli, su ordine della Procura Generale presso la Corte d’Appello di Palermo, lo hanno prelevato e lo hanno trasferito in carcere, al “Petrusa”, dove sconterà la pena residua di 2 anni e 5 mesi, perché una parte, 3 anni e 6 mesi, è già stata scontata come custodia cautelare nelle more della definizione del giudizio. Salvatore Romeo è stato arrestato il 25 ottobre del 2011, il giorno del blitz battezzato “Dna”, perché gli inquisiti sono imparentati tra di loro. Infatti, Domenico Seddio e Salvatore Romeo sono cugini, poi la moglie di Francesco Luparello, di Realmonte, arrestato all’epoca, è prima cugina di Filippo Focoso, di Realmonte, fratello dell’ergastolano Joseph, e anche lui arrestato nel 2011. E poi la madre della moglie di Francesco Luparello è cugina della madre di Gerlandino Messina. Il 3 ottobre 2013 la Corte d’Appello di Palermo ha confermato la sentenza di assoluzione emessa in primo grado a favore sia di Francesco Luparello, 41 anni, che di Filippo Focoso, 45 anni. E in bilico innanzi ai giudici sono stati sospesi solo gli altri due, Seddio e Romeo. Ecco perché è a lavoro il terzo e ultimo grado di giurisdizione, la Cassazione.

Ad Agrigento “Dipingendo la Kolymbethra”

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Giardino Kolymbethra

“Dipingendo la Kolymbethra”: prima giornata di estemporanea di pittura per le scuole al Giardino della Kolymbethra nella Valle dei Templi. Protagonista il Liceo artistico “Majorana” di Gela. Le interviste in onda al Videogiornale di Teleacras:

San Leone, proteggete l’Isola dei Giganti

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Ad Agrigento, a San Leone, utenti e residenti segnalano numerosi e ripetuti episodi di vandalismo a danno del parco giochi per bambini al lungomare, l’Isola dei Giganti, inaugurato l’8 maggio 2016 e frutto dell’impegno del comitato “Insieme per gioco”, che ha lanciato una campagna di raccolta fondi per acquistare il parco raccogliendo tra i privati circa 35mila euro. Utenti e residenti invocano maggiori e più costanti controlli da parte delle forze dell’ordine, anche avvalendosi di telecamere di video – sorveglianza come deterrente e sistema di prevenzione. “Sarebbe davvero un peccato – commentano – se anche una delle ultime oasi felici per i più piccoli ancora in vita ad Agrigento fosse cancellata.”

“Mandorlo in fiore”, Borsellino contro il trasferimento delle bancarelle

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Salvatore Borsellino

Il consigliere comunale di Agrigento, Salvatore Borsellino, di Sicilia Futura, interviene nel merito dell’organizzazione logistica relativa al “Mandorlo in fiore”, e afferma: “Plaudo al direttore dell’Ente Parco dei Templi, Parello, che con tanto buon lavoro sta realizzando la buona riuscita della storica festa del Mandorlo in fiore, gestendo nel migliore dei modi questo importante evento per gli agrigentini. Unica nota negativa ed un richiamo forte da parte nostra va invece al sindaco Firetto che per il secondo anno consecutivo ha trasferito le storiche bancarelle da Viale della Vittoria a Porta di Ponte, creando dei seri problemi alla viabilità cittadina ed agli introiti degli esercenti presenti al Viale della Vittoria, trasformando e stravolgendo in negativo una storica consuetudine di sistemare le bancarelle al Viale della Vittoria.”

Intimidazione Chiara a Montallegro, interpellanza Capodicasa a Minniti

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Angelo Capodicasa

Il deputato nazionale Angelo Capodicasa, e il collega Zappulla, aderenti al gruppo Movimento Democratici e Progressisti, hanno presentato un’interpellanza a seguito della grave intimidazione subita dal dirigente del Comune di Montallegro, Salvatore Chiara: corona di fiori innanzi alla casa in campagna e 90 alberi da frutto tranciati. Capodicasa e Zappulla tra l’altro affermano: “ A Salvatore Chiara va tutta la nostra solidarietà e il nostro incoraggiamento ad andare avanti e a reagire con forza contro questo atto di pura vigliaccheria, l’ultimo di una serie di intimidazioni avvenute nel comune di Montallegro ai danni di impiegati e funzionari comunali. E tutto ciò crea preoccupazione tra la popolazione, tanto più che rimangono sconosciuti, ad oggi, gli esecutori materiali degli attentati ed i loro ispiratori. Montallegro é tra quei comuni che alla fine della prossima primavera andrà al rinnovo del consiglio comunale e degli organi amministrativi. Tale situazione rischia di condizionare pesantemente la prossima campagna elettorale e la libera espressione di voto dei cittadini. Al Ministro dell’Interno, Minniti, chiediamo di disporre uomini e mezzi affinchè si intensifichino le indagini volte ad individuare i responsabili degli attentati e un rafforzamento delle operazioni di vigilanza del territorio e fare arrivare, così, un messaggio di tranquillità alla popolazione montallegrese.”

Il “Mandorlo in fiore” in Prefettura

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Le Istituzioni accolgono il “Mandorlo in Fiore”.
Nel cuore dello svolgimento dell’evento folk, all’antivigilia della conclusione, la Prefettura di Agrigento apre le sue porte all’ingresso festante dei gruppi folcloristi che partecipano all’edizione 2017 al “Mandorlo in Fiore”.
Nel palazzo in piazzale Aldo Moro a rendere gli onori di casa è stato il prefetto, Nicola Diomede, insieme al sindaco della città dei Templi, Calogero Firetto, e ai vertici dell’Ente Parco dei Templi, Giuseppe Parello e Bernardo Campo.
Le delegazioni straniere partecipanti alla kermesse folcloristica sono state omaggiate di doni tipici del nostro territorio, come l’olio “Diodorus” prodotto nella Valle dei Templi, le arance del giardino della Kolymbethra, e alcune caratteristiche ceramiche.
Il tutto è stato molto apprezzato dai gruppi folk, a testimonianza del loro soggiorno e del successivo rilancio nei loro Paesi d’origine del messaggio di pace e di fratellanza tra i popoli del “Mandorlo in fiore”.
Dunque, il salone prefettizio di Agrigento per un giorno è stato punto d’incontro di tante e diverse tradizioni e culture, baricentro di scambio e diffusione del valore della pacifica convivenza tra i popoli della terra
Le interviste in onda oggi 10 Marzo al Videogiornale di Teleacras.

Agrigento, “Mandorlo in fiore”, Siciliano Sono in concerto

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Ad Agrigento in occasione della 72° edizione del “Mandorlo in Fiore”, tra gli eventi collaterali, il concerto dei Siciliano Sono, in piazza Cavour, sabato 11 Marzo, a partire dalle 22 in poi, ingresso gratuito, per una festa all’insegna della musica e del divertimento.

L’intervista a Biagio Marino, dei Siciliano Sono, è in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.

Lavoratori Dedalo Ambiente si dissociano dai sindacati, intervento Confael

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Manlio Cardella

I lavoratori della società Dedalo Ambiente, impegnata nel servizio di nettezza urbana nell’ambito dell’ex Ato Agrigento 3, in liquidazione, e adesso in fase di transito nella nuova Srr, la Società di regolamentazione dei rifiuti, hanno scritto e firmato una lettera allo stesso presidente della Srr tramite cui, in riferimento alle trattative occupazionali in corso, dichiarano di dissociarsi dai sindacati “perché – scrivono testualmente i lavoratori – riteniamo che non facciano gli interessi dei lavoratori”. Quanto accaduto è stigmatizzato dal sindacato Confael, il cui segretario provinciale di Agrigento, Manlio Cardella, afferma: “La Confael, che non è il sindacato delle deleghe ma bensì dei lavoratori tutti, rispondendo all’appello dei dipendenti della Dedalo Ambiente ha richiesto con urgenza formalmente un incontro alla Prefettura di Agrigento, informandone nel merito anche la Procura della Repubblica, affinchè non si ripeta, nell’assoluto immobilismo della Direzione Provinciale e Territoriale del Lavoro, ciò che è accaduto ai lavoratori dell’Ato Gesa Agrigento 2 in liquidazione, con gli accordi e i verbali di conciliazione già sottoscritti con l’accordo di Cgil, Cisl e Uil.”

Agrigento, Gibilaro su attesi collaudi al cimitero di Piano Gatta

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Ad Agrigento il consigliere comunale Gerlando Gibilaro, del gruppo Uniti per la città, si è rivolto all’amministrazione comunale affinchè si intervenga a rimedio al cimitero di Piano Gatta dove – afferma Gibilaro – il mancato collaudo dei loculi cimiteriali non consente la tumulazione di numerosi defunti. Gibilaro sottolinea che il Comune, nella persona del sindaco Firetto e dell’assessore ai servizi cimiteriali, Giovanni Amico, ha competenza compartecipata nel merito degli adempimenti attesi per sbloccare tale condizione di stallo a Piano Gatta.