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Agrigento, concluso “Open Studio – Artisti in Residenza”

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Ad Agrigento si è conclusa l’iniziativa “Open Studio – Artisti in Residenza”, promossa dalla Soprintendenza di Agrigento, diretta da Gabriella Costantino, in collaborazione con il Parco Valle dei Templi diretto da Giuseppe Parello, e con la Direzione Scientifica della stessa Gabriella Costantino. Artisti contemporanei hanno prodotto le proprie opere in luoghi storici del territorio, del paesaggio e della storia di Agrigento, durante il Mandorlo in Fiore. E, a conclusione della “residenza”, due opere prescelte dalla giuria saranno acquisite al patrimonio della Regione Siciliana per essere esposte presso il Museo D’Arte Contemporanea da istituire a Palazzo Filippini ad Agrigento. In proposito si è svolto un incontro conclusivo al Palazzo Filippini, e le interviste sono in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.

Agrigento, il caso “Viadotto Morandi” alla ribalta anche del Tg1

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Il caso della presunta precarietà del viadotto “Morandi” tra Agrigento e Porto Empedocle è stato alla ribalta anche del Tg1 ospitando l’intervento di MareAmico e di Claudio Lombardo, coordinatore dell’associazione ambientalista MareAmico, che, nel frattempo, ha registrato un nuovo video, che lo stesso Claudio Lombardo commenta al microfono del Videogiornale di Teleacras in onda oggi.

Clochard morto carbonizzato a Palermo, forse è omicidio

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A Palermo un clochard, Marcello Cimino, 45 anni, sarebbe stato bruciato vivo. I Vigili del fuoco, allarmati da una segnalazione di incendio, sono intervenuti all’interno di una struttura di accoglienza, nel cui porticato l’uomo è stato aduso a trascorrere la notte. E lo hanno scoperto carbonizzato. La Polizia, coordinata dalla Procura di Palermo, ha disposto l’autopsia. Gli investigatori ipotizzano che si sia trattato di un omicidio e sono impegnati ad interrogare alcune persone con le quali ieri pomeriggio il clochard avrebbe avuto un diverbio. L’incendio, secondo i Vigili del fuoco, è certamente di origine dolosa. Infatti, sul luogo della tragedia sono state infatti trovate tracce di liquido infiammabile.

La Cassazione conferma una sola ipotesi di reato a carico di Antonio Massimino

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La Cassazione ha rigettato il ricorso della Direzione distrettuale antimafia di Palermo e ha confermato la ricorrenza di una sola ipotesi di reato di estorsione a carico di Antonio Massimino, 48 anni, di Agrigento, arrestato dalla Squadra Mobile per estorsione aggravata dal metodo mafioso lo scorso 8 novembre 2016. La Dda, tramite i pubblici ministeri Claudio Camilleri e Alessia Sinatra, ha invocato l’annullamento delle predenti decisioni del Tribunale di Agrigento e del Tribunale del Riesame che hanno cancellato altre due ipotesi di estorsione. Il difensore di Massimino, l’avvocato Salvatore Pennica, ha già rivolto istanza di scarcerazione dell’indagato al Tribunale di Agrigento in ragione del pronunciamento della Cassazione.

Licata, incidente mortale sul lavoro, condannati tre imputati

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Al Tribunale di Agrigento la giudice monocratico Gianfranca Claudia Infantino ha condannato a 2 anni di reclusione ciascuno i fratelli Angelo Cardella, 53 anni, e Salvatore Cardella, 52 anni, titolari di un ristorante di Licata. E 1 anno di reclusione è stato inflitto a Giuseppe Vedda, 57 anni, elettricista, ingaggiato dai ristoratori per riparare l’impianto elettrico, il cui malfunzionamento avrebbe poi provocato la morte di un dipendente del ristorante dei Cardella, Gaetano Albo, 25 anni, che il 3 luglio del 2009 morì folgorato toccando un tubo. Gli imputati risarciranno i danni ai genitori e ai fratelli di Albo, costituiti parte civile tramite l’avvocato Calogero Meli.

“Dna”, Cassazione e arresti

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A Palermo, il 14 gennaio 2016, al palazzo di giustizia, la Corte d’Appello, nell’ambito dell’ inchiesta antimafia nell’Agrigentino cosiddetta “Dna”, ha condannato a 6 anni di carcere Salvatore Romeo, 58 anni, di Porto Empedocle, e Domenico Seddio, inteso Nico, 43 anni, anche lui di Porto Empedocle, a 11 anni e 8 mesi di reclusione (in prosecuzione con il processo Akragas perchè altrimenti sarebbero stati 4 anni e 6 mesi). I due imputati sono accusati di associazione mafiosa per essere stati parte della famiglia di Porto Empedocle nell’interesse di Gerlandino Messina. Si tratta del secondo processo d’Appello dopo un annullamento con rinvio dalla Cassazione per rideterminare, riducendola, la condanna escludendo l’ aggravante del riciclaggio delle risorse mafiose. Ebbene, adesso la Cassazione ha imposto il sigillo definitivo alla sentenza di condanna di Romeo, e i poliziotti del commissariato “Frontiera” di Porto Empedocle, capitanati da Cesare Castelli, su ordine della Procura Generale presso la Corte d’Appello di Palermo, lo hanno prelevato e lo hanno trasferito in carcere, al “Petrusa”, dove sconterà la pena residua di 2 anni e 5 mesi, perché una parte, 3 anni e 6 mesi, è già stata scontata come custodia cautelare nelle more della definizione del giudizio. Salvatore Romeo è stato arrestato il 25 ottobre del 2011, il giorno del blitz battezzato “Dna”, perché gli inquisiti sono imparentati tra di loro. Infatti, Domenico Seddio e Salvatore Romeo sono cugini, poi la moglie di Francesco Luparello, di Realmonte, arrestato all’epoca, è prima cugina di Filippo Focoso, di Realmonte, fratello dell’ergastolano Joseph, e anche lui arrestato nel 2011. E poi la madre della moglie di Francesco Luparello è cugina della madre di Gerlandino Messina. Il 3 ottobre 2013 la Corte d’Appello di Palermo ha confermato la sentenza di assoluzione emessa in primo grado a favore sia di Francesco Luparello, 41 anni, che di Filippo Focoso, 45 anni. E in bilico innanzi ai giudici sono stati sospesi solo gli altri due, Seddio e Romeo. Ecco perché è a lavoro il terzo e ultimo grado di giurisdizione, la Cassazione.

Ad Agrigento “Dipingendo la Kolymbethra”

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Giardino Kolymbethra

“Dipingendo la Kolymbethra”: prima giornata di estemporanea di pittura per le scuole al Giardino della Kolymbethra nella Valle dei Templi. Protagonista il Liceo artistico “Majorana” di Gela. Le interviste in onda al Videogiornale di Teleacras:

San Leone, proteggete l’Isola dei Giganti

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Ad Agrigento, a San Leone, utenti e residenti segnalano numerosi e ripetuti episodi di vandalismo a danno del parco giochi per bambini al lungomare, l’Isola dei Giganti, inaugurato l’8 maggio 2016 e frutto dell’impegno del comitato “Insieme per gioco”, che ha lanciato una campagna di raccolta fondi per acquistare il parco raccogliendo tra i privati circa 35mila euro. Utenti e residenti invocano maggiori e più costanti controlli da parte delle forze dell’ordine, anche avvalendosi di telecamere di video – sorveglianza come deterrente e sistema di prevenzione. “Sarebbe davvero un peccato – commentano – se anche una delle ultime oasi felici per i più piccoli ancora in vita ad Agrigento fosse cancellata.”

“Mandorlo in fiore”, Borsellino contro il trasferimento delle bancarelle

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Salvatore Borsellino

Il consigliere comunale di Agrigento, Salvatore Borsellino, di Sicilia Futura, interviene nel merito dell’organizzazione logistica relativa al “Mandorlo in fiore”, e afferma: “Plaudo al direttore dell’Ente Parco dei Templi, Parello, che con tanto buon lavoro sta realizzando la buona riuscita della storica festa del Mandorlo in fiore, gestendo nel migliore dei modi questo importante evento per gli agrigentini. Unica nota negativa ed un richiamo forte da parte nostra va invece al sindaco Firetto che per il secondo anno consecutivo ha trasferito le storiche bancarelle da Viale della Vittoria a Porta di Ponte, creando dei seri problemi alla viabilità cittadina ed agli introiti degli esercenti presenti al Viale della Vittoria, trasformando e stravolgendo in negativo una storica consuetudine di sistemare le bancarelle al Viale della Vittoria.”

Intimidazione Chiara a Montallegro, interpellanza Capodicasa a Minniti

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Angelo Capodicasa

Il deputato nazionale Angelo Capodicasa, e il collega Zappulla, aderenti al gruppo Movimento Democratici e Progressisti, hanno presentato un’interpellanza a seguito della grave intimidazione subita dal dirigente del Comune di Montallegro, Salvatore Chiara: corona di fiori innanzi alla casa in campagna e 90 alberi da frutto tranciati. Capodicasa e Zappulla tra l’altro affermano: “ A Salvatore Chiara va tutta la nostra solidarietà e il nostro incoraggiamento ad andare avanti e a reagire con forza contro questo atto di pura vigliaccheria, l’ultimo di una serie di intimidazioni avvenute nel comune di Montallegro ai danni di impiegati e funzionari comunali. E tutto ciò crea preoccupazione tra la popolazione, tanto più che rimangono sconosciuti, ad oggi, gli esecutori materiali degli attentati ed i loro ispiratori. Montallegro é tra quei comuni che alla fine della prossima primavera andrà al rinnovo del consiglio comunale e degli organi amministrativi. Tale situazione rischia di condizionare pesantemente la prossima campagna elettorale e la libera espressione di voto dei cittadini. Al Ministro dell’Interno, Minniti, chiediamo di disporre uomini e mezzi affinchè si intensifichino le indagini volte ad individuare i responsabili degli attentati e un rafforzamento delle operazioni di vigilanza del territorio e fare arrivare, così, un messaggio di tranquillità alla popolazione montallegrese.”