Nell’Agrigentino, in occasione delle festività pasquali, è a rischio lo svolgimento della storica e rinomata manifestazione degli “Archi di Pasqua” a San Biagio Platani. A causa della mancanza di fondi, il sindaco Santino Sabella ha già lanciato da tempo un accorato appello ai privati per sponsorizzare l’evento e raccogliere i circa 100mila euro necessari. In mancanza di risposte, e in ragione dei tempi ormai ristretti per organizzare, gli “Archi di Pasqua” 2017 a San Biagio Platani non saranno sollevati. L’anno scorso 2016 il Comune è riuscito a stanziare 50mila euro. E altri 50mila euro sono stati raccolti tra i privati. In proposito interviene il capogruppo di Forza Italia al Consiglio comunale di Agrigento, Giovanni Civiltà, che punta il dito contro la Regione, “colpevole – afferma Civiltà – di avere sentenziato la morte di un’altra eccellenza artistica e turistica del territorio siciliano e, in particolare, agrigentino. La Regione Sicilia – aggiunge Giovanni Civiltà – paga centinaia di migliaia di euro ad una infinita galassia di consulenti, con i risultati avvilenti che sono giorno dopo giorno evidenti ai siciliani. Anche la “Tabella H” è servita e serve tuttora per foraggiare clientelismi di varia natura assegnando prebende spesso in mancanza di alcun rilievo di interesse. E le manifestazioni radicate nel territorio, parte della storia della Sicilia, espressione religiosa e artistica del popolo, come gli ‘Archi di Pasqua’ a San Biagio Platani, sono ignorate e condannate a morte.”
Addio “Archi di Pasqua” a San Biagio Platani, l’intervento di Civiltà (FI)
Importante sentenza della Commissione Tributaria Agrigento su notifiche accertamenti
L’avvocato Davide Lo Presti, argomentando in difesa di alcuni ricorrenti innanzi alla Commissione Tributaria di Agrigento, ha ottenuto una sentenza il cui contenuto assume un particolare quanto attuale rilievo di interesse. Infatti, in riferimento alle notifiche degli avvisi di accertamento della tassa sui rifiuti al Comune di Licata, la Commissione Tributaria agrigentina ha sentenziato che le notifiche degli avvisi di accertamento devono obbligatoriamente essere eseguite da un ufficiale giudiziario, un messo notificatore autorizzato o tramite Poste Italiane. Invece, il Comune di Licata ha affidato le notifiche degli avvisi di accertamento della tassa sui rifiuti ad una società di recupero crediti, la “Rti Engineering Tributi SpA”, che si è servita di una posta privata con la conseguenza che i Giudici hanno ritenuto inesistente la notifica. Dunque, tutti gli accertamenti emessi dal Comune di Licata e affidati alla “Rti Engineering” sono da ritenersi inesistenti, con la conseguenza che, instaurando i contenziosi, il Comune di Licata dovrà correggere i propri bilanci in ragione dei minori incassi della tassa sui rifiuti.
“Icaro”, le 22 richieste di condanna
La requisitoria dei pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Bruno Brucoli e Claudio Camilleri, è iniziata il 20 gennaio scorso. I magistrati hanno argomentato su 22 imputati giudicati in abbreviato nell’ambito dell’inchiesta antimafia cosiddetta “Icaro”, dal nome del blitz della Squadra mobile di Agrigento del 2 dicembre 2015, quando 16 persone, su complessivi 34 indagati, sono state arrestate tra Santa Margherita Belice, Montevago, Ribera, Cattolica Eraclea, Cianciana, Montallegro, Sambuca di Sicilia, Porto Empedocle, Agrigento e Favara. I pubblici ministeri annunciarono che avrebbero diviso la requisitoria nel corso di 4 udienze, e, dopo il 20 gennaio, anche il 16 febbraio, il 2 marzo e adesso la conclusione. E i dottori Brucoli e Camilleri hanno invocato 20 anni di reclusione ciascuno, e non 28 come per errore nell’udienza del 2 marzo scorso, a carico di Francesco Messina, 58 anni, presunto capomafia della famiglia di Porto Empedocle, e di Antonino Iacono, inteso “Ninu u Giardinisi”, 61 anni, di Giardina Gallotti, presunto capo della famiglia di Agrigento, entrambi difesi dall’avvocato Nino Gaziano. E poi 12 anni per Rocco D’Aloisio, 47 anni, di Sambuca di Sicilia, e 9 anni ciascuno per Tommaso Baroncelli, 40 anni, di Sambuca, e Domenico Bavetta, 35 anni, di Montevago. E poi, in precedenza, 20 anni di carcere per Pietro Campo, 65 anni, presunto capomafia di Santa Margherita Belice, poi 12 anni per Giuseppe Picillo, 54 anni, di Favara, presunto uomo di fiducia di Antonino Iacono, poi 9 anni ciascuno per Gioacchino Iacono, 37 anni, che è figlio di Antonino Iacono, e per Giuseppe Lo Pilato, 45 anni, che è genero di Antonino Iacono. E 9 anni anche per Mauro Capizzi, 48 anni, di Ribera. E poi 12 anni per Francesco Tarantino, inteso “Paolo”, 30 anni, di Montallegro, poi 8 anni per Giovanni Campo, 26 anni, di Santa Margherita Belice, poi 14 anni per Giacomo La Sala, 48 anni, di Santa Margherita Belice, poi 12 anni per Francesco Capizzi, inteso “Il milanese”, 51 anni, di Porto Empedocle, e poi 6 anni per Pietro Guzzardo, 38 anni, di Santa Margherita. E poi 12 anni ciascuno per Gioacchino Cimino, 61 anni, di Agrigento residente a Porto Empedocle, e per Santo Interrante, 34 anni, di Santa Margherita Belice. E poi 8 anni per Francesco Pavia, 35 anni, di Porto Empedocle, 6 anni per Emanuele Riggio, 45 anni, di Monreale, e 3 anni e 4 mesi per Domenico Cucina, 48 anni, di Lampedusa. Infine, 15 anni per Diego Grassadonia, 55 anni, di Cianciana, e 8 anni per Leonardo Marrella, 39 anni, di Montallegro.
Il 24 marzo in uscita “Pericoli e ballate” del cantautore Salamone
“Pericoli e ballate” è il secondo disco del cantautore Salamone, in uscita il prossimo 24 marzo, e segue il fortunato esordio col disco “Il Palliativo”, del 2015, grazie a cui l’artista siciliano si è aggiudicato il Premio “Bruno Lauzi” ed è stato candidato al Premio “Tenco” per la migliore opera prima, segnalandosi come uno dei cantautori più interessanti della sua generazione. “Pericoli e ballate” sono 10 brani dal sapore romanzesco, che raccontano con lucida ironia la nostra epoca e rivelano una scrittura d’autore fuori dagli schemi. Sono stati composti in parte prima dell’uscita del disco d’esordio, e in parte durante il lungo tour de “Il Palliativo”: riprendono le suggestioni del disco precedente, ma vi aggiungono momenti più caldi e intimisti. Lo stesso Salamone commenta: “In ‘Pericoli e ballate’ si racchiude il mio mondo di uomo e di abitante del mondo, ma soprattutto si respirano le strade battute, la gente incontrata e l’eco della città che ti avvolge e che spesso ti astrae da tutto e ti fa riflettere. E’ un disco partorito interamente nel cuore di Palermo, e che credo si possa accostare metaforicamente a questo grande porto di mare, che racconta molto ma allo stesso tempo rivolge alcuni aspetti di sé solo a chi è capace di analizzare la realtà con una coscienza poco incline al perbenismo e alle convenzioni.”