Il Comune di Agrigento informa i cittadini che sono nuovamente in corso i termini del sondaggio di “Democrazia partecipata”, ai fini della destinazione dei fondi del 2 per cento del bilancio a iniziative di spesa scelte dai cittadini. Si tratta di 55mila e 944 euro. L’Amministrazione comunale pertanto invita i cittadini ad esprimere la loro preferenza per l’utilizzo della somma tra le seguenti possibilità:
1) Interventi sul verde pubblico e arredo urbano;
2) Celebrazione 2600 anni dalla Fondazione di Agrigento;
3) Statua di Pirandello iperrealista ;
.4) Supporto economico a studenti meritevoli;
5) Interventi su bagni pubblici;
6) Organizzazione eventi ” Estate Agrigentina”.
Sarà possibile votare fino al prossimo 20 dicembre sul sito internet del Comune di Agrigento, nelle biblioteche comunali La Rocca ad Agrigento, a Giardina Gallotti e a Villaseta.
Agrigento, nuovamente in corso il sondaggio “Democrazia Partecipata”
Lampedusa, arrestati due tunisini per tentato furto
A Lampedusa i Carabinieri hanno arrestato due tunisini, di 27 e 32 anni, ospiti del locale centro d’accoglienza, sorpresi nel tentativo di entrare furtivamente all’interno di una villetta. I due immigrati hanno tentato inutilmente la fuga. Adesso sono ristretti ai domiciliari. I Carabinieri gli hanno sequestrato un coltello e attrezzi da scasso. L’operazione rientra nell’ambito di un potenziamento dei servizi di prevenzione e contrasto dei reati di natura predatoria, disposta dal Comando Provinciale dei Carabinieri Agrigento agli ordini del colonnello Giovanni Pellegrino.
Armi a Palma di Montechiaro, arrestato bracciante agricolo
I Carabinieri della Compagnia di Licata e della stazione di Palma di Montechiaro, nell’ambito di servizi di controllo del territorio, hanno arrestato Pino Azzarello, 36 anni, di Palma di Montechiaro, bracciante agricolo, sorpreso a casa sua in possesso illegale di armi e munizioni. Sotto un lavandino, nascoste dentro una busta di plastica, sono state scoperte e sequestrate una pistola calibro 9, 30 cartucce, e un flacone con dell’olio usato per lubrificare le armi. Il tutto adesso è sotto esame balistico dei Carabinieri del Ris, per accertarne l’eventuale impiego delittuoso.
Tangente e concussione, giudizio immediato per La Mendola e Nigro
Lo scorso 13 settembre, i Carabinieri hanno arrestato per concussione un dipendente dell’Ufficio Tecnico del Comune di Campobello di Licata, Francesco Gioacchino La Mendola, geometra, 48 anni, e, per concussione in concorso, un altro dipendente dello stesso Comune di Campobello, Giuseppe Nigro, 48 anni. L’inchiesta è scattata a seguito della denuncia di due imprenditori di Licata, Angelo Incorvaia e Valerio Peritore, titolari dell’impresa “Omnia srl”, che opera nel settore dello smaltimento dei rifiuti speciali. I due hanno raccontato di una richiesta di tangente, per 3mila euro, da parte di un dipendente del Comune di Campobello di Licata, con la complicità di un suo collega, altrimenti avrebbero subito il blocco dei pagamenti per l’appalto in corso da parte del Comune. E’ stato organizzato l’incontro “trappola”. Nei locali dell’impresa Omnia sono state nascoste micro-telecamere e cimici. Poi le banconote sono state contrassegnate e fotocopiate. E quando Francesco Gioacchino La Mendola ha incassato i soldi è stato ammanettato. I Carabinieri hanno filmato tutto quanto accaduto. Adesso il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Alessandra Vella, accogliendo quanto richiesto dal pubblico ministero Carlo Cinque, ha disposto il giudizio immediato a carico di La Mendola e Nigro, ritenendo ricorrente l’evidenza della prova e quindi non necessaria l’udienza preliminare. Prima udienza il 26 febbraio.
Il mezzo secolo del “Griffo”
Il Museo archeologico “Pietro Griffo” di Agrigento compie 50 anni. Pietro Griffo, all’epoca Soprintendente alle Antichità della Sicilia centro-meridionale con sede ad Agrigento, e Franco Minissi, architetto e museografo, allora funzionario del Ministero della Pubblica Istruzione, lavorarono sul piano espositivo redatto dallo stesso Griffo e dal poi Soprintendente, Ernesto De Miro. In occasione del 50esimo anniversario dall’inaugurazione, oggi, al Museo, in contrada San Nicola, si è svolto un incontro con importanti esponenti della cultura, rappresentanti delle Università, delle Istituzioni e dell’Amministrazione Regionale dei Beni Culturali. A termine della manifestazione, e proprio in occasione del cinquantenario, è stata scoperta una targa che intitola a Pietro Griffo il Museo Archeologico Regionale di Agrigento.
Le interviste sono in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.
“Trattativa”, iniziata la requisitoria
Il processo sulla presunta “trattativa” tra Stato e mafia all’epoca delle stragi del 1992 si svolge a Palermo, nell’aula bunker dell’Ucciardone, innanzi alla Corte d’Assise presieduta dal giudice Alfredo Montalto. Si sono svolte 201 udienze. Adesso l’istruttoria dibattimentale è conclusa. E la Procura, tramite Nino Di Matteo, Francesco Del Bene, Roberto Tartaglia e Vittorio Teresi, ha iniziato la requisitoria, che proseguirà almeno fino alla fine di gennaio. Poi, in primavera, è attesa la sentenza. Il pubblico ministero, Roberto Tartaglia, ha esordito così: “Questo processo riguarda un momento importante della storia del nostro paese. Questo processo riguarda i rapporti indebiti fra Cosa nostra e alcuni esponenti delle istituzioni. Nel 1992, con il delitto dell’eurodeputato Salvo Lima e poi le stragi, i mafiosi volevano vendicarsi, ma anche inviare un messaggio di ricatto al governo e alle istituzioni: Cosa nostra cercava la mediazione”. E poi Tartaglia cita le parole di Totò Riina intercettato in carcere: “Io al governo gli devo vendere i morti”. In attesa di giudizio non sono solo i mafiosi, tra Riina, Brusca, e Bagarella, ma anche alcuni esponenti delle istituzioni, tra l’ex senatore Marcello Dell’Utri e gli ufficiali dei Carabinieri del Ros, i generali Antonio Subranni, Mario Mori, e il colonnello Giuseppe De Donno. E ancora il pubblico ministero Tartaglia spiega: “Dell’Utri ha fatto da motore, da cinghia di trasmissione del messaggio mafioso. Gli uomini del Ros hanno fatto invece da anello di collegamento fra Cosa nostra e le istituzioni. Al di là della retorica affermazione della linea della fermezza, in quella stagione è emersa un’altra verità: una parte importante delle istituzioni è stata spinta da esigenze personali, politiche, egoistiche, da ambizioni di potere contrabbandate da ragion di Stato”. E poi, Tartaglia punta il dito verso la condotta degli ufficiali del Ros e il loro presunto dialogo segreto con l’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino a cavallo delle stragi. E il pubblico ministero afferma: “Gli ufficiali del Ros hanno violato ogni regola e ogni principio, operando una mediazione con modalità occulte. Mori e De Donno hanno mediato tra Cosa nostra e pezzi dello Stato con modalità occulte e hanno garantito a Vito Ciancimino e ad altri esponenti delle istituzioni che la trattativa proseguisse, tenendo fuori l’autorità giudiziaria e creando una zona franca dai principi dello Stato di diritto. Le regole sono state sospese con risultati disastrosi. E il comportamento degli ufficiali ha realizzato due obiettivi storici di Cosa nostra: aumentare la forza dell’organizzazione mafiosa e addirittura confermare e orientare la volontà di Cosa nostra di attaccare lo Stato frontalmente. Hanno orientato perfino la scelta degli obiettivi da colpire che nel tempo sono cambiati rispetto a quelli iniziali. Non più i politici ritenuti traditori ma obiettivi come quelli di Roma, Firenze e Milano che rispondevano meglio alla logica di quella mediazione: aumentare l’allarme sociale”. E Roberto Tartaglia cita le parole del pentito Gaspare Spatuzza, che con il suo capomafia, il boss Giuseppe Graviano, in riferimento ai morti di Roma, Firenze e Milano, si sfogò così: “Ci stiamo portando morti che non sono nostri”. E Graviano gli rispose: “E’ buono, così quelli che si devono muovere si danno una smossa”.
Lutto nello sport agrigentino per la morte di Pippo Miccichè
Lutto nello sport e nell’insegnamento agrigentino a seguito della morte di Pippo Miccichè, storica figura dello sport agrigentino, che, tra l’altro, ha rivestito la carica di Dirigente Federale della Federazione Italiana Tennis e di Componente della Giunta del Coni. E’ morto a 85 anni di età. Per oltre 30 anni ha insegnato Educazione Fisica al Liceo Scientifico “Leonardo” di Agrigento, apprezzato per la sua preparazione e le doti di umanità e garbo verso gli alunni. E’ stato insignito, tra l’altro, del Premio Speciale del Comitato Internazionale Olimpico, e della Targa alla Carriera da parte della Federazione Italiana Tennis. Gli Ex allievi di Don Bosco, come Pippo Miccichè, dell’Unione di Agrigento, e i superstiti “Ragazzi della Terza E” Calogero Baldanza, Mariano e Giovanni Cascioferro, Enzo Motta, Calogero Patti, Vincenzo Vanadia e Giuseppe Vita si stringono attorno alla famiglia, attoniti e commossi.
Firetto a Roma per firmare la convenzione del “Progetto Girgenti”
E’ prossima alla firma la convenzione per il cosiddetto “Progetto Girgenti”, a favore del centro storico di Agrigento. Il sindaco Lillo Firetto è stato convocato a Roma lunedì prossimo 18 dicembre, alle ore 15:30, a Palazzo Chigi, con altri sindaci le cui città sono interessate dal “Programma Periferie”. Firetto firmerà, in presenza del premier Paolo Gentiloni, la Convenzione del “Progetto Girgenti”. E poi sono state approvate le graduatorie degli interventi Iacp, l’Istituto Autonomo Case Popolari, finanziati dall’Assessorato regionale alle Infrastrutture tramite fondi europei. E tra tali interventi vi sono il recupero di 16 alloggi, 5 magazzini e altre opere infrastrutturali nel Comune di Agrigento per un importo di 1 milione e 960mila euro.
Giovanni Di Caro: “Precari danneggiati da circolare arbitraria della Regione”
Il deputato regionale del Movimento 5 Stelle, Giovanni Di Caro, ritiene che da parte degli uffici della Regione si siano danneggiati i precari tramite l’adozione di un provvedimento che lo stesso Di Caro ritiene arbitrario. Giovanni Di Caro spiega: “Con un vero e proprio colpo di mano arbitrario, un dirigente dell’assessorato agli Enti locali ha gettato in mezzo ad una strada i 48 precari del Comune di Favara, che sono a carico della Regione Siciliana, e tutti gli altri precari dei Comuni siciliani in dissesto. E ciò perché il dirigente ha applicato un taglio assolutamente illecito delle somme che la Regione trasferisce ai Comuni per la gestione di tali lavoratori. Il taglio è contrario alla neutralità dei bilanci dei Comuni in dissesto che, tradotto in maniera semplice, non possono vedersi imposta alcuna riduzione dei trasferimenti proprio perché in dissesto. A questo punto vogliamo capire secondo quale principio il dirigente generale Pirillo si assuma la responsabilità di comunicare con una circolare, non controfirmata da alcun assessore del governo regionale in carica, una circolare che viola palesemente le normative in materia. Anche se la circolare, così come è normale che sia, sarà ritirata, l’accaduto sarà oggetto di interrogazione urgente da depositare all’indomani del nostro insediamento ufficiale all’Assemblea regionale”.
“Dell’Utri non curato”, la replica del ministro Orlando
Il ministro della Giustizia interviene a seguito di quanto dichiarato dalla moglie di Marcello Dell’Utri, Miranda Ratti, secondo cui il marito non sarebbe curato. Andrea Orlando afferma: “Che Dell’Utri non sia stato curato non mi risulta. E’ ragionevole interrogarsi sul fatto se, a fronte di un peggioramento della situazione, il contesto sia ancora quello giusto e quindi quello adatto a dargli quelle cure. Che non sia diano cure, questo no. Pronunciarsi esattamente sulle condizioni di Dell’Utri e sul modo in cui viene curato compete al tribunale di sorveglianza. Se ci fossero degli elementi che non sono stati ravvisati si deve fare un approfondimento, ma normalmente quello che succede quando un detenuto chiede queste cose è verificare questi presupposti, e secondo la legge questo va fatto dal tribunale di sorveglianza. E il problema non è tanto valutare le sue condizioni quanto piuttosto se in quella realtà sono in grado di dargli un adeguato trattamento”.