Natale e iniziative nelle scuole. Ad Aragona, nella palestra comunale, oltre un centinaio di alunni, dai sei ai 10 anni, sono stati coinvolti nella tradizionale recita natalizia di fine anno. Tra loro anche la dirigente scolastico, Pina Butera, che ascoltiamo al microfono del Videogiornale in onda oggi.
Agrigento, Alonge: “Grave inadempienza a Giardina Gallotti”
Agrigento, ecco il presepe di Montaperto (video interviste)
Il Natale e le iniziative nel territorio: ad Agrigento, al palazzo Filippini, presentato in conferenza il presepe vivente di Montaperto.
Le interviste sono in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.
“Alta tensione”, chiesto il giudizio per venti imputati
La Procura della Repubblica di Agrigento ha chiesto il rinvio a giudizio di 20 imputati nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta “Alta Tensione”, dal nome del blitz, con relative misure cautelari, dell’8 marzo scorso. Sono ipotizzati i reati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, furto, truffa e omissione di atti di ufficio, allorchè sarebbero state pagate tangenti per nascondere furti di corrente elettrica. E ciò tramite il concorso di verificatori dell’Enel o con la loro complicità, perché talvolta sarebbero stati gli stessi verificatori a suggerire agli aspiranti ladri di corrente come rubarla e con quali stratagemmi. Tra i venti per i quali è stato richiesto il giudizio vi sono soprattutto titolari di esercizi commerciali. E poi tra gli stessi venti vi sono i tre ai quali l’8 marzo è stata imposta una misura cautelare. Si tratta di due verificatori dell’Enel, Giovanni Trupiano, 60 anni, di Agrigento, e Domenico La Porta, 63 anni, di Naro, con divieto di dimora nella provincia di Agrigento. E Luigia Vinci, 57 anni, di Canicattì, con obbligo di firma, e che si sarebbe impegnata come procacciatrice di clienti e affari per i due verificatori.
E’ Natale
Il tradizionale messaggio di auguri natalizi dell’ arcivescovo di Agrigento, il cardinale Francesco Montenegro, al microfono del Videogiornale in onda oggi.
Dell’Utri, sì alla revisione della condanna
Il Procuratore Generale della Corte d’Appello di Caltanissetta, Ettorino Patti, per spiegare e giustificare il sì alla revisione della sentenza di condanna per concorso esterno in associazione mafiosa a carico di Marcello Dell’Utri, si è espresso testualmente così: “Marcello Dell’Utri è il fratello minore di Bruno Contrada”. E dunque, se la Corte europea dei diritti dell’uomo ha cancellato la condanna per concorso esterno alla mafia a favore di Contrada, non vi è ragione per la quale ciò non sia anche per Dell’Utri. Perché il concorso esterno alla mafia è un reato non tipizzato nel codice penale italiano all’epoca in cui avrebbe concorso non solo Bruno Contrada ma anche Marcello Dell’Utri. E quindi, secondo principio giuridico generale, “nulla poena sine lege”, ossia non si è condannabili per un reato che nel momento in cui sarebbe stato compiuto non è previsto dalla legge come reato. Fino al 1994 il reato del concorso esterno alla mafia è stato troppo vago nella formulazione e mai ben definito. E le presunte condotte di concorso esterno alla mafia di Contrada e di Dell’Utri non si sarebbero protratte oltre il 1992. Ecco perché adesso, e forse troppo tempo dopo la cancellazione della condanna a Contrada, la Procura Generale d’Appello di Caltanissetta ritiene che la revisione della condanna a Dell’Utri abbia solide fondamenta. E non solo: la stessa Procura invoca la sospensione della pena a 7 anni di carcere, che attualmente Dell’Utri sconta nel carcere di Rebibbia a Roma, nelle more della conclusione della revisione. E ciò probabilmente perché, come è facile dedurre, la Procura ritiene che la procedura di revisione si concluderà favorevolmente per l’ex senatore di Forza Italia. Saranno i giudici giudicanti della Corte d’Appello a rispondere sì o no alla Procura Generale. E trascorreranno ancora alcune settimane. Nel frattempo Marcello Dell’Utri, dopo il no del Tribunale di Sorveglianza alla scarcerazione per precarie condizioni di salute, è ristretto in cella, con un tumore alla prostata, il diabete e una grave cardiopatia. E più o meno ogni giorno si reca all’ospedale “Pertini” per sottoporsi alla radioterapia. Al no del Tribunale di Sorveglianza, Dell’Utri ha commentato: “La mia è una condanna a morte”.
Il mercato del lavoro
Oggi trattiamo un argomento quanto mai attuale: il mercato del lavoro.
Partiamo dal principio: come possiamo definire il mercato del lavoro? Il mercato del lavoro è quell’insieme di meccanismi attraverso i quali la domanda delle imprese e l’offerta dei lavoratori si incontrano.
Le regole di funzionamento del mercato del lavoro sono spesso oggetto di confronto pubblico e di richieste di cambiamento, in base all’andamento dell’economia, alle aspettative sociali ed al ruolo esercitato dalle istituzioni e dalle rappresentanze sociali.
Se pensiamo a quanto viene insegnato nelle Università, dal punto di vista della teoria microeconomica il mercato del lavoro non è concettualmente diverso da qualsiasi altro mercato. In condizioni concorrenziali, l’equilibrio si instaurerà allorché la domanda di lavoro ottimale da parte delle imprese eguaglierà l’offerta di lavoro ottimale da parte degli individui.
Le quantità di lavoro domandate e offerte sono ottimali nel senso che sono quelle che rispettivamente rendono massimo il profitto dell’impresa e massima l’utilità dell’individuo.
I soggetti coinvolti in questa transazione sono tre, quindi:
- i datori di lavoro, che necessitano di forza lavoro,
- i lavoratori che lo offrono
- e le istituzioni che garantiscono il rispetto delle regole.
L’insieme dei soggetti che offrono lavoro costituisce “la forza lavoro”. La forza lavoro è formata dai soggetti, occupati o disoccupati, che lavorano, possono farlo o sono disposti a farlo.
La forza lavoro occupata è costituita dai lavoratori dipendenti e dai lavoratori indipendenti; La forza lavoro disoccupata è costituita da coloro che non hanno mai lavorato o sono in cerca di prima occupazione e da coloro che hanno perso l’occupazione oppure sono in cerca di nuova occupazione
Panepinto: “Il capogruppo Lupo si dimetta”
L’ex deputato regionale del Partito Democratico, Giovanni Panepinto, interviene nel merito delle laceranti divisioni in corso nel Partito Democratico all’Assemblea Regionale. Panepinto afferma: “Quanto è accaduto in questi giorni all’Assemblea Regionale Siciliana all’interno del Partito Democratico lascia l’amaro in bocca e umilia il popolo del PD. In tanti abbiamo scelto di stare nel Partito e soprattutto di restarci a prescindere dallo spettacolo indecoroso degli ultimi giorni. Nonostante le fatiche del segretario regionale Fausto Raciti, alla fine sono emersi una miriade di errori, senza soluzione di continuità, solo logiche personali e delle sottocorrenti. Sussiste tra i segretari di circoli, amministratori comunali e dirigenti del PD siciliano un senso di smarrimento ma anche la consapevolezza di avere il diritto ed il dovere di continuare una militanza ed anche una certezza che il Partito non è solo fatto da deputati. Per i prossimi appuntamenti elettorali servono tutti i corpi del Partito, tutto il suo capitale umano pur se messo a dura prova. Esiste una parte di questo partito, non so se maggioranza o minoranza, che esclude una trasformazione genetica in ‘partito della nazione’, ma rifiuta comunque l’idea che il partito deve essere un perenne campo di battaglia del tutti contro tutti per dividersi ed accordarsi a secondo delle circostanze. Il capogruppo Giuseppe Lupo, se vuole dare un segnale concreto, offra le proprie dimissioni. A chi ancora crede, e siamo in tanti, nella funzione storica di questo partito prima e dopo il 4 marzo, al netto dei troppi errori commessi, si confronti negli organismi di partito e ne pretenda la convocazione per l’oggettiva necessita di non ridurre la forza del PD siciliano ai minimi storici”.
Stoccaggio differenziata ad Agrigento, “Da reperire siti alternativi”
Nei giorni scorsi l’associazione ambientalista “MareAmico” di Agrigento, coordinata da Claudio Lombardo, ha segnalato, diffondendo anche dei video, rischi per la salute pubblica e per l’ambiente nei due centri di stoccaggio temporaneo dei rifiuti differenziati allestiti dal Comune di Agrigento nel campo sportivo del Villaggio Mosè e a Fondacazzo. Allo stesso modo, ha segnalato e denunciato irregolarità nel centro del Villaggio Mosè il presidente del movimento Mani Libere, Giuseppe Di Rosa. Ebbene, oggi MareAmico e Mani Libere annunciano che, a seguito di un sopralluogo, l’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento ha riscontrato difformità rispetto a quanto autorizzato dall’ordinanza sindacale 241, e quindi ha chiesto al Sindaco Firetto di vietare in quei luoghi il deposito e il transito della frazione umida organica e di trovare siti diversi da quelli attualmente utilizzati.