I Carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Catania hanno eseguito cinque misure cautelari in carcere, firmate dalla Procura distrettuale antimafia, a carico di altrettanti indagati presunti affiliati alla cosca Santapaola-Ercolano. Si tratta di Antonio Tomaselli, 52 anni, presunto reggente della cosca, già detenuto nell’ambito dell’inchiesta Chaos, Rocco Biancoviso, di 51 anni, Giuseppe Conti Pasquarello, 57 anni, Angelo Di Benedetto, 32 anni, e Alessandro Caruso, 31 anni. E’ stata sequestrata la società “Conti Calcestruzzi” di Misterbianco. Secondo quanto emerso dalle indagini, gli arrestati si sarebbero adoperati al fine di fornire in maniera esclusiva ad alcuni imprenditori, impegnati nei lavori di posa in opera della fibra ottica a Catania, il cemento occorrente, di qualità scadente e a condizioni non convenienti rispetto a quelle praticate sul libero mercato.
E’ morto il boss Stefano Ganci
E’ morto nel carcere di Parma, all’età di 55 anni, il boss palermitano Stefano Ganci, uno dei fedelissimi killer a servizio di Totò Riina, condannato all’ergastolo e detenuto al 41 bis. La Procura ha ordinato l’autopsia. Il questore di Palermo Renato Cortese ha disposto che al rientro della salma a Palermo non siano celebrati funerali pubblici. Stefano Ganci è stato condannato al carcere a vita per aver partecipato agli eccidi che provocarono la morte di Rocco Chinnici nel 1983 e di Ninni Cassarà nel 1985. Ganci era figlio di Raffaele, capo del mandamento della Noce. Anche i suoi fratelli Mimmo e Calogero sono stati dei killer. Calogero poi ha collaborato con la giustizia.
Valle del Belice, faglia ancora attiva dopo 50 anni
Secondo gli esperti, la terra si muove ancora nella Valle del Belice. Sono in corso da tempo lievi fratture, sollevamenti del terreno e altre anomalie, attraverso una linea che da Castelvetrano tocca Capo Granitola e si allunga fino a mare. Le immagini satellitari e l’analisi dei dati geodetici confermano che vi è ancora una faglia attiva. E sarebbe la stessa frattura che distrusse l’antica Selinunte e nel 1968 provocò il devastante terremoto di cui ricorre il 50esimo anniversario. Di ciò sono certi i ricercatori dell’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) di Catania e delle università di Palermo, Catania e Napoli che da alcuni anni indagano sui fenomeni tellurici nella Valle del Belice. La ricerca è parte del progetto “Tettonica della Sicilia sud-occidentale”, coordinato da Mario Mattia, che afferma: “Un dettagliato rilievo geologico e strutturale a terra ha accertato l’esistenza di zone di taglio, che si sono mosse in tempi recenti, e anomalie nel tasso di sollevamento delle antiche linee di costa”.
Incidente Lombardo a Raffadali, chiesto il giudizio per l’amico conducente
La Procura di Agrigento invoca severe condanne per un grave ferimento
Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, la pubblico ministero, Paola Vetro, a conclusione della requisitoria, ha chiesto la condanna di quattro romeni residenti nell’Agrigentino, giudicati in abbreviato, presunti responsabili del sequestro e del grave ferimento di un connazionale, a Licata, il 17 dicembre del 2016, reo di avere a sua volta in precedenza aggredito uno di loro. In particolare, sono stati chiesti 10 anni di carcere a carico di Joan Mindirigiu, 38 anni, residente a Ravanusa. Poi, 9 anni e 4 mesi per Gheorghe Bodgan Tanase, 20 anni, di Licata. E 9 anni ciascuno per Alin Dragos Rauta, 30 anni, e Iosif Dobrea, 37 anni, entrambi residenti a Grotte.
“Tragedia Maccalube”, Parti Civili richiedono risarcimenti milionari
Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, in Tribunale si è svolta un’altra udienza nell’ambito del processo in corso sulla morte dei fratelli di Aragona, Carmelo e Laura Mulone, di 9 e 7 anni, morti il 27 settembre del 2014 vittime di una eruzione dei vulcanelli nella riserva “Maccalube” ad Aragona gestita da Legambiente. I difensori delle Parti Civili si sono associati alle richieste di condanna avanzate lo scorso 20 novembre dal pubblico ministero, Carlo Cinque, a carico dei tre imputati, Domenico Fontana, Daniele Gucciardo e Francesco Gendusa. Gli avvocati della famiglia Mulone, Mattia Floccher e Roberto Guida, hanno chiesto una provvisionale di risarcimento del danno di oltre 2 milioni di euro. L’avvocato Alessandro Patti, per la parte civile Codacons, l’avvocato Antonio Provenzani, per lo zio dei bambini morti, e l’avvocato Alfonso Neri, per il Comune di Aragona, hanno avanzato altre richieste di risarcimento. Il 23 gennaio concluderanno altre Parti Civili costituite in giudizio.
Daniele Magro scala le classifiche con “CuoreArmato”
E’ sempre più marcata la scalata artistica del cantautore agrigentino, Daniele Magro, che ha appena pubblicato il singolo “CuoreArmato”. Il brano è ai vertici delle classifiche, tra i più ascoltati. Daniele Magro, al Tgcom24, ha commentato: “E’ un brano che ho voluto fortemente. Ho scritto di getto il testo di questa melodia. E’ un testo personale e grafico. E’ nato dalla voglia di scrivere una canzone che portasse questo titolo. Cuorearmato è un titolo scelto e cercato, per me ha un significato molto importante”. Poi, soffermandosi sulle sue composizioni, anche per artisti come Emma, Mengoni e Alessandra Amoroso, Daniele Magro ha aggiunto: “Le canzoni di repertorio sono molto importanti, sono il tuo pane. Ho cominciato a scrivere delle canzoni per me, ma poi ho avuto diverse occasioni. I brani sono come dei figli, è stato anche difficile abituarmi a ‘dare’ una canzone ad un artista che poi potesse cantarla. Il successo ti fa anche piacere, è una cosa bella e poi inizi a conviverci”.
Favara, rissa e ferimento con accetta
A Favara, in via Capitano Callea, si è scatenata una furibonda rissa. Un commerciante ambulante di 30 anni, colpito con un’accetta e ferito ad un gluteo, è stato trasportato in ospedale, al “San Giovanni di Dio”, ad Agrigento. Lo scontro è insorto tra due fratelli commercianti ambulanti, e una terza persona, di 40 anni circa, tutti di Favara. La lite sarebbe stata provocata da contrasti economici. La discussione è degenerata quando uno dei tre ha sollevato un masso e l’ha scagliato contro l’automobile di uno dei tre. L’accetta, ancora insanguinata, è stata sequestrata dai Carabinieri, giunti sul posto insieme ai sanitari del 118. Valutazioni giudiziarie sono in corso da parte della Procura.
Furti al Giardino Botanico, rubate anche armi
Ad Agrigento ignoti ladri hanno imperversato all’interno del Giardino Botanico, in via Demetra, gestito dalla Provincia. I malviventi, come altre volte in passato, hanno rubato i soldi delle cassette dei distributori di snack e bevande, e poi, dopo avere devastato pareti e divelto infissi, hanno rubato le armi della Polizia Provinciale, custodite in alcuni armadietti, tra due fucili da caccia, calibro 12 e calibro 5,6, una pistola Beretta e le munizioni. Sul posto, per i rilievi di rito, hanno lavorato i Carabinieri. Indagini in corso.
“Giano Bifronte”, chiesti 17 rinvii a giudizio
Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, la Procura della Repubblica, tramite il sostituto procuratore Andrea Maggioni, ha chiesto al Tribunale il rinvio a giudizio di 17 imputati nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta “Giano Bifronte”, che ruota intorno all’ipotesi di reato di corruzione all’Irfis, la Finanziaria per lo Sviluppo della Sicilia S.p.A, una società finanziaria per il mediocredito con sede a Palermo, di cui è sola azionista la Regione Siciliana. Per accedere al credito, in mancanza dei requisiti, sarebbero state pagate delle mazzette. La prima udienza preliminare innanzi al Gup è in calendario il prossimo 26 febbraio. Lo scorso 21 giugno la Guardia di Finanza e la Procura della Repubblica di Agrigento hanno disposto ed eseguito 17 misure cautelari, tra 2 in carcere, 5 ai domiciliari e 10 obblighi di dimora, a carico di altrettanti indagati residenti tra le province di Agrigento e Palermo. Sono stati arrestati: Paolo Minafò, 51 anni, di Palermo, e Antonio Vetro, 48 anni, di Favara, in carcere. Ai domiciliari Angelo Incorvaia, 54 anni, domiciliato a Canicattì, Valerio Peritore, 50 anni, residente a Licata, Patrizia Michela Cristofalo, 42 anni, di Palermo, Nicola Galizzi, 50 anni, di Palermo, ed Ettore Calamaio, 55 anni, di Lercara Friddi. Obbligo di dimora a Canicattì per Luigi Di Natale, 67 anni, Vincenzo Scalise, 41 anni, Pietro Carusotto, 61 anni, Angelo Sanfilippo, 61 anni, e Calogero Curto Pelle, 61 anni. Obbligo di dimora ad Aragona per Gerlando Raimondo Lorenzano, 55 anni. Obbligo di dimora a Licata per Giovambattista Bruna, 68 anni, di Licata. Obbligo di dimora a Favara per Antonio Milioti di 41 anni. Obbligo di dimora a Campobello di Licata per Sebastiano Caizza, 39 anni. Obbligo di dimora a Ravanusa per Calogero Messana, 43 anni.