La Corte d’Appello di Palermo, in parziale riforma della sentenza emessa dal Tribunale di Agrigento il 9 luglio del 2015, ha condannato a 4 anni e 8 mesi di carcere Davide Cipolla, 29 anni, e a 3 anni di reclusione Biagio Licata, 31 anni, entrambi di Agrigento, imputati di lesioni aggravate, danneggiamento, ingiuria e percosse perché il 25 gennaio del 2009, ad Agrigento, al Viale della Vittoria, sarebbero entrati dentro la tenda della Comunità missionaria Porta Aperta in piazza Cavour, aggredendo il custode eritreo con calci e pugni, e usando come arma anche una grossa croce di legno.
Non versa il mantenimento al figlio minore, condannato palmese
Il Giudice Monocratico del Tribunale di Agrigento, Giuseppe Miceli, ha condannato a 3 mesi di reclusione Giuseppe Occhilli, di Palma di Montechiaro, per il mancato versamento del mantenimento disposto a favore del figlio minore. L’avvocato Barbara Garascia, difensore della ex moglie, costituita parte civile nel processo, ha ottenuto la condanna dell’imputato al pagamento di una provvisionale di 18mila euro a favore della propria assistita.
Ars, proposto nuovo “tetto” agli stipendi del personale
L’Ufficio di presidenza dell’Assemblea Regionale, presieduto da Gianfranco Miccichè, ha proposto alle sette sigle sindacali che rappresentano il personale dell’Assemblea, di ripristinare, per il prossimo triennio 2018-2020, i tagli e i tetti degli stipendi per i dirigenti, e i sottotetti per le altre carriere dell’Assemblea regionale siciliana previsti dalla norma scaduta il 31 dicembre scorso. E poi, retribuzioni più basse per i nuovi assunti. Si tratta quindi di ripristinare la soglia massima di 240mila euro lordi per i dirigenti, 204mila euro per gli stenografi, 193mila euro per i segretari, 148mila euro per i coadiutori, 133.200 euro per i tecnici e 122.500 euro per gli assistenti parlamentari. Le retribuzioni saranno invece inferiori per i dipendenti assunti con i concorsi che saranno banditi nel corso della legislatura. Nel dettaglio, la proposta dell’amministrazione prevede 240mila euro lordi per i dirigenti, 172mila euro per gli stenografi, 166mila per i segretari, 115mila per i coadiutori e 99mila per gli assistenti parlamentari. Soddisfatto dell’incontro è il presidente del Collegio dei questori Giorgio Assenza, delegato a trattare con i sindacati, che afferma: “In caso di adozione da parte del Senato di nuovi limiti al trattamento economico dei dipendenti, abbiamo anche previsto di adeguare i tetti del personale dell’Ars a quelli del Senato”. Il prossimo incontro è previsto per il 30 gennaio, quando i sindacati presenteranno le loro proposte.
Raffadali e il servizio idrico (video intervista)
A Raffadali rimostranze verso la gestione del servizio idrico: in proposito oggi al Videogiornale di Teleacras è in onda un’intervista al sindaco, Silvio Cuffaro, a conclusione di una manifestazione cittadina di protesta.
Agrigento, gli Architetti incontrano il Comune di Sciacca (video interviste)
Ad Agrigento nella sede dell’Ordine degli Architetti si è svolto un incontro tra i rappresentanti degli Ordini provinciali degli Architetti e degli Ingegneri e l’Amministrazione comunale di Sciacca, rappresentata dal sindaco Francesca Valenti e dagli assessori alle Infrastrutture Giuseppe Neri e all’Urbanistica Gioacchino Settecasi. Il confronto ha interessato la necessità di instaurare un rapporto diretto e produttivo sui tanti problemi che oggi attanagliano il Comune di Sciacca, dall’assenza di importanti strumenti urbanistici alla carenza di risorse umane e materiali dell’Ufficio tecnico.
In proposito oggi al Videogiornale di Teleacras sono in onda le interviste al presidente provinciale dell’Ordine degli Ingegneri Alberto Avenia, alla sindaca Francesca Valenti e al presidente provinciale dell’Ordine degli Architetti Alfonso Cimino.
Inquinamento oleario, consuntivo della Procura di Agrigento
A conclusione della stagione della molitura delle olive, relativa all’anno 2017, la Procura della Repubblica di Agrigento, al fine di reprimere il fenomeno dello spargimento e dello sversamento illegale delle acque provenienti dalla lavorazione delle olive, con il conseguente inquinamento delle acque fluviali e marittime, in collaborazione con il Corpo Forestale Regionale, la Capitaneria di porto, la Guardia di Finanza e i Carabinieri, ha svolto 11 accessi a oleifici, sequestrato 3 impianti e iscritto nel registro degli indagati 5 persone per inquinamento delle acque. Il procuratore Luigi Patronaggio commenta: “Nonostante l’impegno delle forze di polizia, si sono registrati ulteriori allarmanti episodi di inquinamento delle acque, per i quali sono in corso indagini volte a identificarne gli autori. Per la prossima campagna di molitura delle olive è al vaglio dell’Ufficio l’attivazione di specifici e mirati servizi preventivi volti a scongiurare i fenomeni di inquinamento”.
Inchiesta “Assumificio”, proroga delle indagini
Si tratta dell’inchiesta “assumificio”, dal termine che l’ex procuratore aggiunto di Agrigento, Ignazio Fonzo, adesso in servizio a Catania, utilizzò a proposito di Girgenti Acque quando, il 12 marzo del 2015, insieme alla collega sostituto Antonella Pandolfi, fu ascoltato dalla Commissione d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati. E le parole di Ignazio Fonzo, testualmente, sono state: “Mi perdonerete se dico quello che sto per dire, senza alcun intento polemico. Mi sento di dirlo. Poi, se lo vogliamo segretare, lo segretiamo. È chiaro che questo tipo di società diventa anche un assumificio. Non c’è bisogno che vi spieghi perché diventi un assumificio. Lo capite molto meglio di me, ovviamente”. Fu Ignazio Fonzo, insieme al collega sostituto Luca Sciarretta, ad intraprendere le indagini, che inizialmente si avvalsero delle dichiarazioni del già aspirante collaboratore della giustizia, poi rivelatosi presunto calunniatore, Giuseppe Tuzzolino. In tale ambito emersero delle sospette contiguità mafiose, tanto che nel settembre 2013 l’indagine fu trasferita, per competenza di materia, da Agrigento a Palermo, alla Direzione distrettuale antimafia, sul tavolo del procuratore aggiunto Maurizio Scalia e dei sostituti Geri Ferrara e Rita Fulantelli, che hanno interrogato numerosi esponenti politici, e non solo. Poi, i presunti profili mafiosi a contorno dei sospetti non sono stati riscontrati, e quindi, lo scorso maggio 2017, la stessa indagine è rientrata da Palermo alla Procura della Repubblica di Agrigento, nelle mani dei sostituti procuratori Andrea Maggioni e Matteo Delpini, coordinati dal procuratore Luigi Patronaggio, nel frattempo subentrato alla gestione Di Natale e Fonzo. E ancora di conseguenza, scaduto il termine delle indagini, gli inquirenti hanno ritenuto opportuno concedersi ancora sei mesi di tempo per svolgere altri accertamenti istruttori. Pertanto è stato notificato un avviso di proroga delle indagini agli indagati, a vario titolo, di associazione a delinquere, corruzione, truffa, riciclaggio e false comunicazioni sociali. Nell’elenco delle persone sottoposte ad indagini vi sono diversi e conosciuti esponenti delle istituzioni, della politica e delle professioni, presunti ruotanti intorno ad assunzioni e benefici.
Ecco l’elenco:
Marco Campione, Angelo Alfano, Nicola Diomede, Raffaele Lombardo, Angelo Lombardo, Eugenio D’Orsi, Raffaele De Lipsis, Riccardo Gallo, Angelo Capodicasa, Giovanni Panepinto, Enzo Fontana, Pasquale Leto, Gerlando Piro, Giovanni Pitruzzella, Salvatore Aiola, Giacomo Antronaco, Silvio Apostoli, Giuseppe Arcuri, Pietro Arnone, Bernardo Barone, Alfonso Bugea, Filippo Caci, Giuseppe Carlino, Lelio Castaldo, Francesco Castaldo, Giovanni Caucci, Vincenzo Corbo, Salvatore Cossu, Piero Angelo Cutaia, Antonio D’Amico, Domenico D’Amico, Luigi D’Amico, Carmelo Dante, Igino Della Volpe, Leonardo Di Mauro, Pietro Di Vincenzo, Salvatore Fanara, Arnaldo Faro, Filippo Rosario Franco, Salvatore Gabriele, Diego Galluzzo, Calogerino Giambrone, Gerlando Gibilaro, Giuseppe Giuffrida, un altro Giuseppe Giuffrida, Flavio Gucciardino, Ignazio La Porta, Francesco Paolo Lupo, Maria Rosaria Macaluso, Piero Macedonio, Giuseppe Marchese, Giuseppe Milano, Calogero Patti, Giuseppe Pitruzzella, Gian Domenico Ponzo, Vincenzo Puzzo, Fulvio Riccio, Giancarlo Rosato, Antonino Saitta, Luca Cristian Salvato, Giuseppe Maria Scozzari, Carlo Sorci, Alberto Sorrentino, Gioacchino Michele Termini, Emanuele Terrana, Maria Terrana, Giuseppe Maria Saverio Valenza, Carmelo Vella, Rino Vella, Calogero Vinti, Roberto Violante.
“Chiusura domenicale”, panificatori in assemblea ad Agrigento
Ad Agrigento domenica prossima, 21 gennaio, nella sede di ConfCommercio, in via Imera, alle ore 10, si svolgerà un’assemblea dei panificatori aderenti ad Assipan. L’incontro – spiega Assipan – “si è reso necessario per chiarire le dinamiche inerenti l’attuazione del decreto legge che regola la chiusura domenicale dei panificatori in Sicilia. Intanto sabato scorso, il direttivo Assipan della provincia di Agrigento, insieme ai panificatori di Licata, hanno incontrato il neo deputato regionale Carmelo Pullara, primo firmatario di un decreto legge che regola il comparto, mettendosi a disposizione per contribuire ad apportare tutte le migliorie necessarie, garantendo soprattutto il riposo domenicale”.
A Licata “storia d’amore e di coltelli”
I poliziotti del Commissariato di Licata e della Squadra Mobile di Agrigento hanno arrestato un uomo di 40 anni di Licata. E’ indagato per tentato omicidio, perché, al culmine di una vivace discussione, avrebbe accoltellato un altro 40enne, che sarebbe l’attuale compagno della sua ex moglie. Le coltellate hanno ferito anche il padre della vittima dell’aggressione, di 65 anni, intervenuto a difesa del figlio. Entrambi sono stati soccorsi all’ospedale “San Giacomo d’Altopasso” a Licata. Non sono in pericolo di vita.
“Revoca protezione Cutrò”, l’intervento della Cgil agrigentina
La Cgil agrigentina interviene a seguito del rigetto del ricorso di Ignazio Cutrò contro la revoca della protezione. Il segretario provinciale, Massimo Raso, afferma: “Abbiamo appreso con amarezza che Ignazio Cutrò, Presidente dell’Associazione Nazionale Testimoni di Giustizia, ha perso il ricorso al Tar contro la revoca delle misure di protezione e che, pertanto, lo Stato non ritiene sussistere alcun pericolo per la sua persona e per la sua famiglia. Come Organizzazione Sindacale abbiamo espresso, in varie occasioni, sincera ammirazione per l’attività svolta da Ignazio Cutrò, che ha consentito dapprima la condanna dei suoi estorsori e poi ha offerto un importante contributo per far crescere una coscienza antimafiosa ed invogliare altri imprenditori a seguire il suo esempio. Chiediamo alle Autorità di pubblica sicurezza, e a quanti hanno la responsabilità della sicurezza in questo Paese, di riconsiderare tali scelte e di assicurare protezione e sicurezza a Cutrò e a quanti hanno coraggiosamente scelto di stare dalla parte dello Stato e contro la mafia”.