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Canicattì, normalizzata l’attività di “Chirurgia Generale”

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L’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento annuncia che l’attività del reparto di Chirurgia Generale all’ospedale di Canicattì non è stata mai interrotta, e adesso ha recuperato normalità sia per le urgenze che per i ricoveri. La direzione dell’Asp spiega: “Ai quattro chirurghi in servizio si sono aggiunti altri medici da altri reparti, a sostegno sia delle sedute operatorie che per l’assistenza ai ricoverati. Tali medici aggiuntivi lavorano in regime di incentivazione, ossia oltre l’orario di servizio ordinario, e senza interferire con le prestazioni dei reparti di provenienza. E così sarà fino al rientro in servizio del personale momentaneamente in aspettativa, e con l’incremento dei medici tramite nuove assunzioni. All’ospedale di Canicattì sono stati inoltre finanziati dalla Regione i lavori straordinari per il Pronto Soccorso, ed è stato appena attivato il “Breast Unit”, l’unità di trattamento delle patologie oncologiche della mammella”.

Scoppiate le fogne nei pressi del depuratore del Villaggio Mosè (video)

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Ad Agrigento, nel popoloso quartiere del villaggio Mosè, come rilevato da MareAmico, sono scoppiate le fogne a poca distanza dal fatiscente e inquinante depuratore. Si tratta dell’impianto per il quale da un decennio si attende la conversione in una struttura adeguata e capiente, e sui cui si sono susseguite, come tipica liturgia siciliana e agrigentina, menzogne, falsi annunci, promesse mancate e pericoloso inquinamento del terreno e del mare. L’associazione ambientalista “MareAmico” di Agrigento, coordinata da Claudio Lombardo, spiega quanto accaduto: “L’iniziale ostruzione della condotta fognaria ha provocato, negli scorsi giorni, l’allagamento di una camera di manovra delle acque bianche nel viale Cannatello, e quindi la distribuzione di acqua mista alla fogna in alcune zone del villaggio Mosè.
Oggi ad Agrigento, oltre al terremoto giudiziario, registriamo il disastro sanitario”. Ecco il video registrato col drone…

POVERA AGRIGENTO

AD AGRIGENTO, NEL POPOLOSO QUARTIERE DEL VILLAGGIO MOSE' – A POCA DISTANZA DAL FANTOMATICO DEPURATORE (quello assurto agli onori della cronaca per il fatto che ciò che vi entra è meno inquinato di ciò che vi esce), SONO SCOPPIATE LE FOGNE.L'INIZIALE OSTRUZIONE DELLA CONDOTTA FOGNARIA HA PROVOCATO NEGLI SCORSI GIORNI L'ALLAGAMENTO DI UNA CAMERA DI MANOVRA DELLE ACQUE BIANCHE NEL VIALE CANNATELLO E QUINDI LA DISTRIBUZIONE DI ACQUA MISTA A FOGNA IN ALCUNE ZONE DEL VILLAGGIO MOSE'.QUINDI AD AGRIGENTO, OLTRE AL TERREMOTO GIUDIZIARIO, REGISTRIAMO ANCHE IL DISASTRO SANITARIO!- presso via nicolò la valle – vill. mosè (ag)

Pubblicato da Mareamico Delegazione Di Agrigento su Sabato 20 gennaio 2018

Teresi: “Riina è stato ‘venduto’ da Provenzano”

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Nell’ambito della requisitoria al processo in corso in Corte d’Assise a Palermo sulla presunta trattativa Stato-mafia all’epoca delle stragi, il pubblico ministero, Vittorio Teresi, si è soffermato, tra l’altro, sulla cattura di Riina, il 15 gennaio del 1993, sostenendo che il capo dei capi è stato “venduto” da Bernardo Provenzano. Vittorio Teresi, tra l’altro, ha affermato: “L’arresto di Riina fu frutto di un compromesso vergognoso che certamente era noto ad alcuni ufficiali del Ros come Mori e De Donno. Fu frutto di un progetto tenuto nascosto a quegli esponenti delle istituzioni e quei magistrati che credevano invece nella fermezza dell’azione dello Stato contro Cosa nostra. Riina, con cui i militari del Ros imputati al processo avevano intavolato un dialogo finalizzato a far cessare le stragi, era ritenuto un ‘interlocutore’ troppo intransigente. Perciò gli si sarebbe preferito Provenzano, fautore della linea della sommersione, e lontano dall’idea del ‘papello’, l’ultimatum che Riina avrebbe presentato allo Stato tramite i carabinieri. Provenzano dunque, dopo le stragi del ’92, sarebbe entrato in gioco e avrebbe consentito la cattura del compaesano con la complicità del Ros pretendendo, tra l’altro, che il covo del capomafia ‘venduto’ non fosse perquisito. Era chiaro che tutto questo doveva essere tenuto segreto. E dopo la cattura di Riina e l’uscita di scena anche di Ciancimino, le linee dell’accordo sono chiare e si passa ai fatti. Così come per i carabinieri è fondamentale mantenere il segreto sulla cattura di Riina, altrettanto è importante, per la mafia, che nulla trapeli sul fatto”.

Prossima la decisione sull’affidamento in prova di Arnone

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Giuseppe Arnone
La Cassazione ha reso definitiva, con sentenza in giudicato, la condanna a 1 anno e 4 mesi di reclusione, per il reato di calunnia, a carico dell’avvocato agrigentino, Giuseppe Arnone. L’imputazione si riferisce ad alcune accuse, rivelatesi poi infondate, a tre esponenti del Partito Democratico di Agrigento. Non potendo usufruire della sospensione condizionale della pena, Arnone, nell’ambito delle facoltà riconosciute dalla legge, ha chiesto al Tribunale di Sorveglianza di Palermo l’affidamento in prova ai servizi sociali. E nel frattempo ha proposto un ricorso in Cassazione. Adesso la Suprema Corte ha rigettato il ricorso, dichiarandolo non ammissibile. E il prossimo 23 gennaio è in programma l’udienza al Tribunale di Sorveglianza al fine di sancire quale opzione praticare, se l’affidamento in prova o la reclusione.

Disordini nei Centri d’accoglienza, tra Lampedusa e Favara

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Dopo il caso di Villa Sikania a Siculiana, ancora tensioni e disordini nell’Agrigentino in alcuni Centri d’accoglienza per migranti, tra Lampedusa e Favara. A Lampedusa gli stranieri sono in agitazione e protestano vivacemente per essere trasferiti. Si tratta, in particolare, di tunisini, che, tra l’altro, sono fuoriusciti dalla struttura, si sono appostati su una collinetta soprastante, e hanno lanciato dei sassi contro le forze dell’ordine che, con non poca fatica, hanno poi risolto lo scontro. Un militare ha subito delle ferite. Peraltro, i migranti tentano continuamente di imbarcarsi sulle navi traghetto verso Porto Empedocle. E si registrano anche danneggiamenti di abitazioni disabitate. A Favara, invece, hanno protestato gli stranieri ospiti del centro d’accoglienza per minori gestito dalla cooperativa “La Cellula”, nei pressi di via Nenni. La struttura ospita 15 minori stranieri, e cinque di loro, che sono già maggiorenni, invocano il trasferimento in un’altra struttura, anche perché, in quanto maggiorenni, non ricevono il pocket money. Dunque, i giovani migranti hanno occupato il centro, impedendo a tutti di entrare. Sul posto, a soluzione, sono intervenuti i Carabinieri della locale Tenenza.

Agrigento, i 148 anni dei Vigili Urbani

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Ricorre oggi, sabato 20 gennaio, il 148° anniversario della costituzione del Corpo di Polizia Municipale del Comune di Agrigento, oltre che la festa del Santo Patrono delle Polizie Municipali d’Italia. In occasione delle ricorrenze, ad Agrigento, a Villaseta, nella Chiesa Santa Croce e poi nei locali del Comando della Polizia Municipale, si sono svolte diverse manifestazioni.

Le immagini e le interviste sono in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.

“Il Prefetto senza ombre”

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Il prefetto Diomede e il questore Finocchiaro

Il prefetto di Agrigento, Nicola Diomede, saluterà il palazzo in piazzale Aldo Moro mercoledì 24 gennaio. E in città è atteso Dario Caputo, appena nominato dal ministero dell’Interno. A seguito dei risvolti emersi nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta “Assumificio” a Girgenti Acque, sarebbe stato lo stesso Diomede a sollecitare la sua rimozione. Il prefetto, in servizio con diversi gradi alla Prefettura di Agrigento dal 1991, avrebbe scritto un’accorata lettera al ministro. E, appena gli è stato notificato l’avviso di proroga delle indagini, a Marco Minniti avrebbe sottolineato: “Agrigento merita un prefetto senza ombre”. E poi avrebbe aggiunto: “Sono estraneo alle accuse, ma mi rendo conto che un prefetto della Repubblica, accusato di associazione per delinquere, truffa, corruzione, non è spendibile nel ruolo istituzionale”. Le ipotesi di reato a carico di Diomede ruoterebbero in riferimento alla certificazione antimafia all’imprenditore Marco Campione, patron di Girgenti Acque. Allo stesso Campione, il 20 ottobre del 2016, la sezione misure di prevenzione del Tribunale di Agrigento ha rigettato la richiesta di applicazione di misura personale e patrimoniale, tra la sorveglianza speciale per 3 anni e il sequestro dei beni. Secondo i giudici giudicanti Campione non è socialmente pericoloso e le sue attività imprenditoriali non sono legate o infiltrate dalla criminalità organizzata. Le indagini a carico di Marco Campione sono state sostenute dalla Direzione investigativa antimafia e dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, a seguito delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia e, in particolare, di Maurizio Di Gati, ex capo di Cosa Nostra agrigentina, secondo cui Campione sarebbe stato contiguo a Cosa Nostra. Nel corso del periodo di proroga delle indagini, dunque entro giugno, saranno i magistrati della Procura della Repubblica di Agrigento, coordinati da Luigi Patronaggio, a valutare se in tale contesto, interdittivo o no, siano stati commessi degli abusi. Poi, scaduto il termine dei sei mesi, la Procura avanzerà richiesta di archiviazione o notificherà un altro avviso, la conclusione delle indagini preliminari, anticamera della richiesta di rinvio a giudizio. Lui, Diomede, nel frattempo, da uomo responsabilmente dello Stato, e primo avamposto dello Stato in provincia, ha ritenuto opportuno il passo indietro, in silenziosa attesa.

Inchiesta “Assumificio”, rimosso il prefetto di Agrigento

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Dario Caputo

A seguito dei risvolti giudiziari emersi nell’ambito dell’inchiesta “Assumificio” a Girgenti Acque, il ministero dell’Interno ha deciso la rimozione del prefetto di Agrigento, Nicola Diomede, collocato “a disposizione”. Il Viminale ha nominato il nuovo prefetto: si tratta di Dario Caputo, vicecapo di gabinetto del ministro della Coesione territoriale Claudio De Vincenti. Caputo, 61 anni, è laureato in Scienze politiche all’università di Padova. È stato tra i responsabili dell’Agenzia nazionale dei beni confiscati.

Gli “Scapellati” al teatro Posta Vecchia, tutto esaurito da oggi a domenica, ma…

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Ad Agrigento, questa sera venerdì 19 gennaio, in via Atenea, al teatro Posta Vecchia, alle ore 20:30, sarà in scena la prima di “E’ più facile far piangere…che ridere”, scritto e diretto da Simona Carisi, e a cura della compagnia degli “Scapellati”, con la stessa Carisi, Angelita Butera, Tonino Migliaccio e Giugiù Gramaglia. Lo spettacolo sarà replicato domani sera sabato alle ore 21, e domenica alle ore 17:30. Però, attenzione, i posti a disposizione per tutti i tre spettacoli, da questa sera venerdì a domenica pomeriggio, sono esauriti. Dovrebbe quindi svolgersi una quarta replica, domenica sera alle ore 21: è necessario prenotarsi per l’eventuale spettacolo di domenica sera telefonando al numero del teatro Posta Vecchia, allo 0922 26 737.

L’avvocato Paola Antinoro aderisce a “Fratelli d’Italia”

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Paola Antinoro
L’avvocato di Agrigento, Paola Antinoro, ha aderito a “Fratelli d’Italia”. Così annuncia il coordinatore provinciale, Giuseppe Ciulla, che afferma: “L’esperienza professionale e politica maturata sul campo, e le capacità dell’avvocato Antinoro, oltre ad essere fondamentali, saranno certamente preziose e utili per la crescita del partito in provincia. Si tratta di una importante adesione che accresce il valore e la qualità di un movimento che si appresta a diventare partito di governo soprattutto dopo l’ottimo risultato alle ultime elezioni Regionali”. E l’avvocatessa Paola Antinoro commenta: “La mia scelta è stata dettata dalla consapevolezza che questo è un momento difficile e delicato per l’Italia sotto il profilo sia economico che sociale e che gli italiani pretendono dalla politica scelte serie e non demagogiche, e dalla convinzione che Fratelli d’Italia e il suo leader siano in grado di dare le risposte che i giovani, gli anziani in difficoltà, i lavoratori e le famiglie si attendono”.