Legambiente interviene a seguito della grave emergenza idrica incombente a Palermo, e della prospettiva della turnazione nella distribuzione dell’acqua. Il presidente, Gianfranco Zanna, afferma: “Speriamo che anche da questa tragedia si prenda atto dei cambiamenti climatici che stiamo vivendo. Qui non c’è una responsabilità politica né dell’Amap, né dei governi regionali che si sono succeduti, né del sindaco. La realtà è che piove meno. Il tema, però, è come raccogliamo l’acqua quando piove. Questa regione non fa più la manutenzione delle dighe. Non abbiamo bisogno di costruire nuovi invasi, ne abbiamo tantissimi ma sono per il 50 per cento interrati. E così, invece di conservare cento milioni di metri cubi d’acqua, ne conservano 50. Inoltre, la maggior parte degli invasi artificiali dell’Isola non è collaudata e non può arrivare al massimo. A ciò si aggiungono le perdite che ci sono nelle strutture della distribuzione. La soluzione per l’emergenza allora passa dalla manutenzione delle dighe, dagli investimenti per la rete della distribuzione e dalle buone prassi dei cittadini”.
Emergenza idrica, Cisl: “100 milioni metri cubi d’acqua potabile in mare”
La Cisl interviene nel merito dell’emergenza siccità e conseguente allarme idrico a Palermo. Il sindacato, tramite i dirigenti Giovanni Musso e Lia Arcuri, denuncia che in 8 anni, a causa di una rottura all’acquedotto, sono stati buttati a mare 100 milioni di metri cubi d’acqua potabile provenienti dalla sorgente di Scillato, nota per le sue caratteristiche, tanto che recentemente il Comune di Scillato ha formalizzato le procedure di aggiudicazione per l’imbottigliamento a fini commerciali. Musso e Arcuri affermano: “Nulla e’ stato fatto per risolvere definitivamente il problema della rottura dell’acquedotto, se non un intervento tampone nel 2017 che ha riportato in condotta solo una parte dell’approvvigionamento idrico. E’ inconcepibile che un’azienda possa tollerare che un terzo del suo fatturato vada buttato, senza che sia riuscita trovare i giusti interlocutori per procedere alla riparazione dell’acquedotto, anche con mezzi propri, tenuto conto che l’investimento sarebbe stato ripagato in qualche anno”.
Palermo, emergenza idrica, prossimo il razionamento dell’acqua
Autunno e inverno poco piovosi, invasi a secco, incombente siccità e conseguente emergenza idrica: è il caso di Palermo dove si paventa la turnazione dell’acqua, già, in verità, in corso da decenni in altre città e province siciliane, ad esempio nell’Agrigentino. Il vice sindaco di Palermo, Sergio Marino, ha lanciato un appello ai cittadini, e le sue parole sono state: “A meno che il tempo non ci aiuti, credo che saremo costretti alla turnazione dell’acqua. Invito tutti i cittadini a risparmiare e a evitare sprechi. Anche su questo fronte, come sui rifiuti, noi palermitani dobbiamo cambiare stile di vita. L’ente gestore Amap sta valutando in questi giorni i tempi della turnazione, ma è un evento che avverrà a breve. Conviene che sin da ora i cittadini si attrezzino. Speriamo che piova ma in ogni caso bisogna attrezzarsi per l’emergenza pensando di utilizzare l’acqua in maniera parsimoniosa”. Infatti, a breve potrebbe scattare il razionamento dell’acqua in città. L’Amap ha già sostituito tutte le saracinesche e le valvole che serviranno a bloccare il flusso dell’acqua nelle tubazioni.
“Liberi e uguali”, Epifani capolista in Sicilia
Il prossimo 2 febbraio, a mezzogiorno, scade il termine di presentazione delle liste dei candidati alle prossime elezioni Politiche del 4 marzo. In casa Liberi e uguali, dopo la scelta di Pietro Grasso di candidarsi in Sicilia come capolista al Senato nel proporzionale, è stata decisa la candidatura di Guglielmo Epifani, ex segretario nazionale della Cgil, come capolista alla Camera nella Sicilia orientale. Tale decisione, maturata a Roma, ha provocato malumori nella base in Sicilia. Infatti, l’altra componente di Liberi e uguali, Sinistra Italiana, nei collegi plurinominali di Palermo città e provincia vorrebbe candidare capolista alla Camera l’uscente Erasmo Palazzotto. Nel frattempo è ancora vuota la casella del capolista al Senato nella Sicilia orientale, e serve una donna, da affiancare a Grasso, per l’alternanza uomo donna imposta dalla legge.
Enna, frode sui ticket sanitari
Ad Enna, i rappresentanti di una società di Catania, affidataria del servizio di gestione del Cup, il Centro unico prenotazioni, all’Azienda sanitaria, avrebbero frodato sui ticket ospedalieri. La Procura ha imposto un provvedimento di sequestro preventivo di denaro, beni e automobili, per diverse centinaia di migliaia di euro. Le indagini sono state avviate alla fine del 2016, dopo una serie di segnalazioni e denunce alla Procura, per l’ipotesi di peculato ai danni dell’Azienda sanitaria.
La misura è stata eseguita dalla Sezione reati contro il patrimonio e la pubblica amministrazione della Squadra Mobile, e dalla Sezione mobile del nucleo polizia economica-finanziaria della Guardia di Finanza.
Blitz “Montagna”, consigli per le estorsioni
Ancora le intercettazioni nell’ambito della maxi inchiesta antimafia “Montagna” confermano che le estorsioni, oltre la droga, sono una delle prime fonti di approvvigionamento finanziario. E tra gli indagati vi sono coloro che sono più di esperienza, e consigliano gli altri, suggerendo modi e raccomandando soprattutto prudenza, mai mosse azzardate, come il presunto capomafia di Bivona, l’anziano Giuseppe Spoto, che invita prima ad acquisire informazioni sulla vittima e poi ad agire, e le sue parole intercettate sono state: “… per esempio a Favara… noi dobbiamo andarlo a cercare e dirgli che persone sono… lui ti dice sono avvicinabili… è questo il passo da fare… sono persone avvicinabili che ci si può andare… allora uno ci va… se lui dice ‘non è avvicinato’… ci togliamo le mani e chiuso… perché io non posso consumare a te… io non posso mettere in difficoltà l’amico… se lui… la persona è affidabile… ma non è che ti vengo a cercare… io faccio… direttamente… vado là… faccio quello che devo fare”. E poi, vi sono coloro che sarebbero meno diplomatici e più determinati, come Vincenzo Mangiapane, a Cammarata, e le sue parole intercettate sono: “… rompere le pa… ad uno due persone… quanto camminano un po’ con la testa bassa… poi si vede e si discute… mi si gonfia la mi… che ancora al mio paese… al mio paese… devono venire… di lì con i camion che sono alla stazione che ci lavorano… senza dire nemmeno buongiorno…”. E poi, ancora, vi sono coloro che sono più bellicosi e belligeranti, come Giuseppe Quaranta, a Favara, e le sue parole intercettate sono: “… noi siamo quelli che siamo… noi non cerchiamo a nessuno… nel momento in cui arrivano… tre… quattro… cinque giorni al massimo il segnale… devono essere loro a cercarci… o vengono per noi o se ne vanno dagli sbirri… le strade sono due punto…”. E Quaranta avrebbe privilegiato alcune modalità intimidatorie, indicando “corone di fiori nei cantieri o l’acido delle batterie nei serbatoi degli escavatori”. E poi vi sono coloro del tutto radicali e immediati, come sarebbe Antonio Giovanni Maranto, capo del mandamento di San Mauro Castelverde, nel Palermitano, e le sue parole intercettate, poche parole, sono state: “…colpiamo e vaffa…, così corre…”.
Statale 640, incidente mortale, morto un uomo di Casteltermini
Lungo la strada statale 640 Agrigento – Caltanissetta, nei pressi del bivio tra Aragona e Favara, un incidente autonomo ha provocato un morto e il ferimento di altre due persone. I tre sono stati a bordo di un’auto Peugeot 206 che, per cause in corso di accertamento, si è ribaltata fuori strada. Michele Palumbo, 69 anni, di Casteltermini, pensionato, è stato sbalzato fuori dall’abitacolo ed è deceduto. Gli altri due a bordo, due donne, delle quali una è stata al volante, sono state soccorse all’ospedale “San Giovanni di Dio” ad Agrigento. Non sarebbero in pericolo di vita.
Prossimi alla stabilizzazione 2mila precari nella Sanità pubblica siciliana
Semaforo verde in Sicilia alla stabilizzazione di almeno 2mila precari nella sanità pubblica. Un apposito piano operativo è stato predisposto dall’assessore regionale Ruggero Razza. Tale processo di stabilizzazione è atteso dal prossimo 20 febbraio in poi, con la graduale e progressiva trasformazione di tutti i contratti a tempo determinato in impieghi a tempo indeterminato. E’ una manovra che interessa infermieri, medici e amministrativi, sia con qualifiche ordinarie che dirigenziali. Alle stabilizzazioni si procederà anche senza attendere la definizione della nuova rete ospedaliera e il piano triennale delle assunzioni. L’unico limite riguarda la copertura finanziaria, che ogni manager dovrà assicurare entro il 20 febbraio. E per ciò è autorizzato ad aumentare la voce di spesa relativa alle assunzioni diminuendo in modo corrispondente quella per i contratti flessibili. Contestualmente, quindi, scatterà un divieto di sottoscrivere nuovi contratti flessibili. Inoltre, nell’attesa delle stabilizzazioni, i contratti di tutti i precari attualmente in servizio possono essere prorogati fino all’assunzione definitiva.
“Revoca protezione”, Cutrò si appella al Capo dello Stato
A seguito del rigetto del ricorso da parte del Tar Lazio contro il provvedimento di revoca della protezione, l’imprenditore di Bivona, testimone di Giustizia e presidente della relativa associazione nazionale, Ignazio Cutrò, ha scritto un messaggio-appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Ignazio Cutrò, tra l’altro, afferma: “Chiedo al Capo dello Stato di fare tutto il possibile per proteggere la mia famiglia e sopratutto di fare chiarezza su come sia stato possibile che la commissione centrale del ministero degli Interni abbia revocato le speciali misure di protezione, mettendo così a grave rischio di vita la mia famiglia. Quello che fa più male sta proprio nelle parole intercettate dai carabinieri nel corso delle indagini: un capomafia confida nel fatto che lo Stato si stancherà di proteggere la famiglia Cutrò. Anzi per il capomafia questa è una certezza. Il nocciolo sta proprio nell’assoluta consapevolezza del capomafia che basterà semplicemente attendere che lo Stato si stufi di Ignazio: che lo faccia per risparmiare danaro e quindi per ridurre i costi della sua protezione oppure per il suo temperamento, per le sue proteste, poco importa. Il capomafia sa bene che deve soltanto attendere questo momento e potrà uccidere Ignazio Cutrò e la sua famiglia. Noi, se siamo uno Stato civile che vuole veramente sconfiggere le mafie e sostenere gli onesti cittadini che denunciano, dobbiamo infrangere, spezzare questa granitica certezza del capomafia che mai e poi mai lo Stato smetterà di proteggere i testimoni di giustizia”.
Canicattì, rapinata una farmacia
A Canicattì due malviventi, travisati al volto e armati di pistola, hanno rapinato la farmacia in via Antonino Sciascia. I rapinatori hanno arraffato il denaro in cassa e sono fuggiti. Bottino da quantificare. Indagini in corso.