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Montallegro, Vincenzo Marrella patteggia condanna per evasione

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Il giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Giuseppe Miceli, ha ratificato il patteggiamento della condanna, proposto dal difensore, l’avvocato Barbara Garascia, di 6 mesi di reclusione, pena sospesa, a carico di Vincenzo Marrella, 45 anni, di Montallegro, arrestato il 29 aprile scorso per evasione dai domiciliari. Marrella è stato già condannato a 16 anni di reclusione nell’ambito dell’inchiesta antimafia cosiddetta “Icaro”. L’uomo si è difeso così: “Sono sceso in strada per recuperare della biancheria caduta mentre la stendevo”. Tuttavia, il braccialetto elettronico ha subito attivato l’allarme ai Carabinieri, che sono altrettanto subito intervenuti.

“Gioco d’azzardo”, batosta ad un bar a Campobello di Licata

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I Carabinieri della stazione di Campobello di Licata, nell’ambito di controlli contro il gioco d’azzardo, hanno scoperto in un locale, un bar nel centro città, due totem per il gioco d’azzardo e un altro per intrattenimento senza codice identificativo e, quindi, senza nulla osta all’esercizio. Il titolare, di 30 anni, è stato denunciato, in stato di libertà, alla Procura della Repubblica di Agrigento per esercizio di giochi d’azzardo, e gli sono state inflitte sanzioni per circa 100 mila euro.

Lui 27, lei 13 anni: “Atti sessuali con minorenne”

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Il palazzo di Giustizia di Agrigento

Il palazzo di Giustizia di Agrigento
Il sostituto procuratore di Agrigento, Gianluca Caputo, ha sottoposto a stato di fermo, come indiziato di delitto, un uomo di 27 anni immigrato dal Mali e residente a Raffadali. L’africano avrebbe conosciuto sui social una ragazzina di 13 anni residente in provincia di Catania, e con lei avrebbe organizzato una “fuga d’amore”. I Carabinieri della stazione di Raffadali hanno ritrovato la ragazzina e l’hanno restituita alla famiglia che, nel frattempo, ha presentato denuncia di scomparsa al Comando provinciale dei Carabinieri di Catania. A carico del 27enne, dopo avere ascoltato la ragazzina con l’aiuto di una psicologa, si ipotizza il reato di atti sessuali con minore degli anni 14, ritenuto un reato anche quando ricorre il consenso della minore.

Agrigento, “I tesori della Lucchesiana – Tutela e valorizzazione”

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Ad Agrigento, venerdì prossimo, 7 giugno, nella Biblioteca Lucchesiana, diretta da Don Angelo Chillura, in via Duomo 94, si svolgerà, alle ore 17:30, un convegno su “I tesori della Lucchesiana – Tutela e valorizzazione”. Interverranno il cardinale Francesco Montenegro, il colonnello Giovanni Pellegrino, don Giuseppe Pontillo, responsabile Beni culturali della Diocesi, il soprintendente ai Beni culturali, Michele Benfari, il direttore del Parco dei Templi, Giuseppe Parello, Armida De Miro, responsabile della Biblioteca Museo Luigi Pirandello di Agrigento, e poi Rossana Florio, dirigente dell’Archivio di Stato di Agrigento, Marco Palma, già docente di paleografia all’Università di Cassino, e il Luogotenente Angelo Busciglio, Comandante del Nucleo dei Carabinieri per la Tutela Patrimonio Culturale di Palermo. Durante il convegno saranno esposti alcuni dei manoscritti restituiti dall’Archivio di Stato di Agrigento e rari documenti.

Firetto: “Inaccettabile il taglio al trasporto pubblico locale”

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Il sindaco di Agrigento, Calogero Firetto, lancia l’allarme gravi disagi nel trasporto pubblico locale perché il governo regionale ha annunciato un taglio al settore di quasi il 48%. Probabilmente il sindaco Firetto si rivolgerà, o verosimilmente si è già rivolto, all’assessore regionale ai Trasporti, Marco Falcone. Nel frattempo Firetto si rammarica così: “Il dimezzamento delle risorse del trasporto pubblico locale ad Agrigento, che comporterà l’eliminazione di 12 mila corse, avviene proprio quando è alle porte il periodo di maggiore afflusso di turisti. Non solo si tratta di un taglio politicamente irresponsabile ma è anche impossibile da applicare. Rischiamo di fermare la città. Si consideri che la Tua (Trasporti pubblici Agrigento) dal 2012 ad oggi ha già subito un taglio di oltre il 34%, con gravi riduzioni del servizio che la città ha dovuto subire. La Tua in particolare subisce il taglio delle risorse proprio nel momento in cui sta affrontando importanti investimenti nel miglioramento della qualità del servizio attraverso l’acquisto di nuovi autobus, e sul fronte dell’innovazione tecnologica, grazie all’introduzione di dispositivi volti a potenziare la sicurezza e il comfort dei cittadini a bordo degli autobus. Non sono da sottovalutare inoltre le inevitabili ripercussioni per i cittadini che utilizzano quotidianamente il servizio pubblico per spostarsi: sarebbero colpite in particolare le fasce più deboli della popolazione. Contemporaneamente siamo preoccupati per le ricadute occupazionali che questi tagli potrebbero causare”.

De Luca, barricate e sciopero della fame

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Il sindaco di Messina, e presidente della Provincia di Messina, Cateno De Luca, ha chiuso la Provincia, si è barricato all’interno, è in sciopero della fame, ha avviato la delibera con la dichiarazione di dissesto finanziario e la inoltrerà alla Corte dei Conti se alla Camera non sarà presentato un sub emendamento per risolvere la crisi economico-finanziaria delle Province in Sicilia.

L’intervento video di Cateno De Luca è in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.

Vertice Distretto socio-sanitario (video interviste)

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Ad Agrigento lo scorso mercoledì 29 maggio si è svolta una marcia di protesta, dalla Prefettura fino al Municipio, contro l’asserito immobilismo del Distretto socio – sanitario a danno dei diritti e delle aspettative dei disabili, delle famiglie e delle associazioni che se ne occupano. In proposito, il sindaco di Agrigento, Calogero Firetto, nella qualità di presidente del Comitato dei sindaci del Distretto socio-sanitario Agrigento 1, ha convocato tutti gli stessi sindaci al mattino di oggi in sala Giunta, al Municipio. Alla seduta sono state invitate anche le Associazioni dei disabili, il dirigente coordinatore del Distretto sanitario dell’Azienda sanitaria e la Consulta dei disabili.

Le interviste sono in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.

Ai domiciliari col telefonino della badante (video)

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I Bravi (Promessi Sposi)

L’inchiesta e il processo sul “Sistema Montante”: il maggiore della Guardia di Finanza, Ettore Orfanello, trasferito dai domiciliari al carcere. I dettagli.

I Bravi (Promessi Sposi)

Il giornalista di “Repubblica”, Attilio Bolzoni, scrittore e autore del libro “Il padrino dell’antimafia”, sul “Sistema Montante”, disegna come “I Bravi nei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni al servizio di Antonello Montante” l’ex comandante provinciale della Guardia di Finanza di Caltanissetta, il colonnello Gianfranco Ardizzone, e il maggiore Ettore Orfanello, ex comandante del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Caltanissetta. I due, in cambio di favori come trasferimenti, promozioni o assunzioni a lavoro di familiari, avrebbero compiuto verifiche fiscali blande e omissive verso gli amici di Montante e del “Sistema”, e ispezioni più rigorose a carico dei nemici. Lo scorso 10 maggio il Tribunale di Caltanissetta ha condannato Gianfranco Ardizzone, giudicato in abbreviato, a 3 anni di carcere.
Ettore Orfanello
Ettore Orfanello, invece, è giudicato in ordinario ed è attualmente sotto processo innanzi al Tribunale di Caltanissetta per associazione a delinquere e corruzione. Ebbene, Orfanello è stato ristretto ai domiciliari, con il divieto di comunicare. E lui, invece, avrebbe utilizzato il telefonino della badante di sua suocera per comunicare con un suo ex collaboratore, un sottufficiale delle Fiamme Gialle, e con altri due amici. Così è secondo la Squadra Mobile di Caltanissetta, capitanata da Marzia Giustolisi, e la Procura nissena. E uno dei magistrati pubblici ministeri al processo “Montante”, Maurizio Bonaccorso, ha ottenuto dal Tribunale un aggravamento della misura cautelare. Ettore Orfanello è stato prelevato dalla Polizia a casa sua ed è stato trasferito in carcere. Ed è stata perquisita anche la sua abitazione. Al telefono il maggiore Orfanello avrebbe tentato di interferire sulle sorti di un altro procedimento a cui è sottoposto, e, contro le intercettazioni, lui avrebbe consigliato ai suoi interlocutori di scaricare “Signal”, un sistema di messaggistica simile a Whats App. E Orfanello, conversando a telefono, avrebbe garantito: “Non si può intercettare. Io ho bisogno di un punto di appoggio fuori”. Ed il Tribunale, nell’accogliere la proposta di carcerazione della Procura, scrive: “Le condotte di Orfanello devono essere ritenute indicative di disinvolta spregiudicatezza, di pericolosità e inaffidabilità”. E il procuratore di Caltanissetta, Amedeo Bertone, commenta: “Orfanello ha violato il suo status poiché comunicava con l’esterno. Era anche contento di aver scoperto un sistema di messaggistica non molto utilizzato e pensava di non poter essere intercettato. Ma non sapeva che era intercettato per altro”. Sfogliando le pagine della cronaca dell’inchiesta, anche Antonello Montante, arrestato ai domiciliari il 14 maggio del 2018, poi, dopo 10 giorni, il 24 maggio è stato trasferito in carcere perché avrebbe tentato di inquinare le prove. Nei giorni successivi all’arresto, nel domicilio di Montante, nella villa a Serradifalco, sarebbero entrate anche delle persone non autorizzate. E la Procura ha presentato l’istanza urgente di trasferimento in carcere.

Orrore e rabbia a Canicattì

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Cesare Castelli

Cesare Castelli, commissario Ps Canicattì
I poliziotti del Commissariato di Canicattì, coordinati da Cesare Castelli, allarmati al 113 sono intervenuti a Canicattì nei pressi di un supermercato, e hanno sorpreso un uomo originario della Romania, di 50 anni, con uno zaino, e dentro un gattino ucciso e un coltello da sub. Il romeno ha confessato candidamente alla Polizia di avere ucciso il gattino per mangiarselo. Ogni commento è superfluo. E’ stato denunciato a piede libero e segnalato ai Servizi sociali del Comune.

Ad Agrigento una petizione per salvare la Casa dei Redentoristi

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Ad Agrigento l’Associazione “Agrigento punto e a capo”, coordinata da Mario Aversa, annuncia che da domenica scorsa i fedeli della Chiesa di Sant’Alfonso, in via Duomo, hanno iniziato a raccogliere le firme a sostegno di una lettera da inviare ai superiori della Congregazione dei Redentoristi, al fine di evitare la paventata chiusura della Casa dei Redentoristi ad Agrigento che esiste da quasi 300 anni. Lo stesso Mario Aversa aggiunge: “E’ possibile firmare nei prossimi 10 giorni. E’ una battaglia non solo dei fedeli o dei devoti, tantissimi, di Sant’Alfonso, ma di tutta la città che ha un legame non solo spirituale con i padri Liguorini ma anche culturale ed affettivo. I redentoristi fanno parte della storia di Agrigento e sono ancor oggi un punto di riferimento del centro storico e delle domeniche agrigentine, soprattutto con la messa serale delle ore 20 che, sia in estate che in inverno, è molto seguita. Sulla pagina facebook di “Agrigento Punto e a capo” si possono chiedere informazioni per poter firmare”.