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A Bivona oggi si inaugura la “Sagra della Pesca”

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A Bivona si inaugura oggi, 30 agosto, dalle ore 17 in poi, la 34esima Sagra della pesca di Bivona. La rinomata manifestazione proseguirà poi domani sabato 31 agosto e domenica primo settembre. L’iniziativa ruota intorno alla pesca di Bivona, tra le prime 10 varietà in Italia, a marchio Igp, ovvero l’indicazione geografica protetta, ed ai prodotti tipici locali. E ciò, insieme al territorio ricco d’arte, di storia, di bellezze naturalistiche e paesaggistiche nel cuore dei Monti Sicani, rappresenta da sempre un connubio perfetto per tanti turisti e visitatori che ogni anno in migliaia partecipano alla Sagra della pesca di Bivona. In città sarà allestito un percorso fieristico e gastronomico dove sarà possibile degustare, negli stand allestiti per l’occasione, la pesca e i piatti a base di pesca preparati dagli chef. Dopo l’inaugurazione, sono in programma il salone del gusto, lo show cooking con lo chef Peppe Giuffrè, il primo concorso del gelato alla pesca di Bivona con la partecipazione dei maestri pasticceri e gelatieri dell’associazione Atrapos, le degustazioni a cura dell’istituto Pirandello di Bivona, e poi percorsi e visite guidate alla scoperta della città di Bivona. Numerose saranno inoltre le occasioni di intrattenimenti artistici, musicali e teatrali. Consultate la pagina facebook: sagradellapescabivona2019.

A Ribera arrestata una donna disobbediente all’obbligo di presentazione

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A Ribera i Carabinieri della locale Tenenza hanno arrestato ai domiciliari una donna di 28 anni originaria della Romania, già sottoposta all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e responsabile, invece, di numerose e reiterate violazioni dell’obbligo preventivo. Pertanto, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Sciacca ha aggravato la misura imponendole l’ordinanza cautelare degli arresti domiciliari.

Sequestrata un’area attrezzata sulla spiaggia “Bertolino” a Menfi

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In provincia di Agrigento, a Menfi, sulla spiaggia di contrada Bertolino, la Guardia costiera di Sciacca ha sequestrato un’area di 2.400 metri quadrati, con 150 ombrelloni, 300 sdraio e altro materiale presente nell’area attrezzata destinata all’esclusiva fruizione dei clienti di una struttura alberghiera senza regolare titolo concessorio dall’annualità del 2014. Le ipotesi di reato contestate sono arbitraria e abusiva occupazione del Demanio marittimo.

“Immigrazione”, sei arresti ad opera della Squadra Mobile di Agrigento

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Giovanni Minardi

Giovanni Minardi
Prosegue incessante l’azione della Squadra Mobile di Agrigento, capitanata da Giovanni Minardi, di contrasto ai trafficanti di esseri umani e di monitoraggio del flusso migratorio a fine di prevenzione antiterrorismo. A seguito di recenti sbarchi a Lampedusa sono stati arrestati: un tunisino di 28 anni già espulso nel maggio 2018, un tunisino di 18 anni già respinto lo scorso 11 luglio con divieto di reingresso in Italia per 3 anni, un altro tunisino di 34 anni già respinto dal Questore di Agrigento il 23 dicembre scorso con divieto di reingresso in Italia per 3 anni, poi un siriano di 25 anni perché presunto scafista di un’imbarcazione giunta a Lampedusa con altri 37 migranti, e poi ancora due tunisini già espulsi dal Prefetto di Agrigento lo scorso 29 luglio con divieto di reingresso in Italia per 5 anni.

Agrigento, Gianni Mirabile (Sea) replica al sindaco Firetto su disservizi carta

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Ad Agrigento l’amministratore dell’impresa Sea, del gruppo di imprese titolari dell’appalto della nettezza urbana, Gianni Mirabile, interviene a seguito della diffida da parte del sindaco Calogero Firetto relativa ad alcuni disservizi nella raccolta di carta e cartone mercoledì scorso. Mirabile afferma: “Mercoledì scorso i nostri operatori ecologici si sono trovati nelle condizioni di dovere raccogliere grossi quantitativi di materiale considerando che la scorsa settimana, per problemi legati agli impianti di conferimento, non era stato possibile effettuare la raccolta. Si è trattato dunque di rifiuti di due settimane. Abbiamo riempito 4 autocompattatori e non avevamo disponibilità di altri mezzi perché alcuni ancora pieni di rifiuti solidi urbani. Ieri, giovedì, ad ogni modo, è stato effettuato un turno extra per il ritiro di ciò che é rimasto di mercoledì. Il conferimento agli impianti è diventato un problema molto serio per le imprese perchè, ad esempio, ieri giovedì, su 6 autocompattatori pieni, ci hanno permesso di scaricare un solo mezzo, e gli altri saranno scaricati nei giorni seguenti, ma sempre a poco a poco. E’ un problema che si ripete ogni settimana e che ovviamente rallenta il servizio. Questo stato di cose influisce sulla tipologia del giorno successivo, come nel caso di mercoledì quando, nonostante avessimo altri 4 mezzi a disposizione, fra il tempo di caricare ed andare a scaricare all’impianto seppur vicino, non è stato possibile completare il servizio nei tempi concomitanti anche al fine turno lavorativo dell’impianto”.

I Carabinieri sequestrano una maxi discarica a Licata. Un denunciato

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I Carabinieri della Compagnia di Licata, nell’ambito di attività investigative a tutela dell’ambiente e a repressione dei reati ambientali, hanno scoperto un’area di circa 330 metri quadri, un magazzino di 40 metri quadri e circa 20 metri lineari di strada, dove è insorta una discarica abusiva di rifiuti pericolosi e di vario genere. Nel “cimitero di ferraglie” i militari hanno scovato una tonnellata di rifiuti ingombranti, tra frigoriferi, lavatrici, forni elettrici, climatizzatori, motori di veicoli, cofani e sportelli di autoveicoli di varie marche, pneumatici, lamierati di auto, sedili per auto, cerchi in lega, televisori, vasche in resina, forni a microonde, motori per climatizzatori, scaldabagni, pannelli coibentati, strutture in alluminio, porte di legno, infissi di legno con vetro e bombole vuote di gas. L’utilizzatore dell’area, un bracciante agricolo di 40 anni, è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria. L’area in questione, tra le vie Luigi Rizzo e Timoleonte, è stata sequestrata.

In proposito un video è in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.

Discarica Piana grande a Ribera (video)

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L’associazione ambientalista MareAmico di Agrigento lancia l’allarme: la spiaggia di Piana grande a Ribera è una maxi discarica, e presto tutti i rifiuti si riverseranno in mare. Il coordinatore di MareAmico, Claudio Lombardo, che ha diffuso un video – testimonianza, sottolinea: “E’ una discarica di cumuli di bottiglie di vetro, di plastiche e di spazzatura. E tutto ciò a pochissimi metri dal Resort Verdura. Siamo particolarmente preoccupati perchè a breve le piogge porteranno in mare quintali e quintali di rifiuti, non biodegradabili: un disastro!”.

CHE DISASTRO A PIANA GRANDE!

Secondo Mareamico la spiaggia di Piana grande a Ribera è la più sporca tra quelle di tutta la provincia di Agrigento.Si notano cumuli di bottiglie di vetro, di plastiche e di spazzatura; praticamente una grande discarica. E tutto ciò a pochissimi metri dal resort Verdura. Siamo particolarmente preoccupati perchè a breve le piogge porteranno in mare quintali e quintali di rifiuti, non biodegradabili: un disastro!

Pubblicato da Mareamico Delegazione Di Agrigento su Giovedì 29 agosto 2019

Infrastrutture, prosegue il tour di Musumeci

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Infrastrutture: prosegue il tour estivo in Sicilia del presidente della Regione. Nello Musumeci in visita nella zona jonica, tra il porto di Riposto e Giarre.

In proposito un’intervista a Musumeci è in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.

“Open Arms”, sequestro ma restituzione (video)

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Il gip del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, convalida il sequestro ma restituisce la nave “Open Arms”. E paventa il sequestro di persona come per la “Diciotti”.


Lo scorso 20 agosto la Procura della Repubblica di Agrigento ha sottoposto a sequestro la nave della Ong spagnola “Open Arms” ormeggiata a poche centinaia di metri da Lampedusa. Il procuratore, Luigi Patronaggio, si è recato personalmente a Lampedusa, ha compiuto una ispezione insieme ad uno staff medico, e poi ha deciso, nel corso di un vertice con la Capitaneria, di sequestrare la nave con la conseguente evacuazione immediata degli immigrati che sono sbarcati. La Procura indaga, a carico di ignoti, per omissione e rifiuto di atti d’ufficio. Il reato è previsto dall’articolo 328 del codice penale, secondo cui: “Il pubblico ufficiale che indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o di igiene e sanità, deve essere compiuto senza ritardo, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni”. E dunque il sequestro è stato disposto “per evitare che la condotta di reato si protragga aggravandone le conseguenze”. Adesso il Tribunale di Agrigento ha convalidato il sequestro della “Open Arms”, nel frattempo trasferita a Porto Empedocle, ma ha restituito la nave alla ong spagnola! Punto esclamativo. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale, Stefano Zammuto, destinatario del punto esclamativo, ovvero di tante esclamazioni di stupore (ma come è possibile?), spiega perché, dopo avere convalidato il sequestro firmato da Patronaggio, ha restituito la nave ai proprietari. E Zammuto afferma: “Non sussistono, dopo l’evacuazione e il soccorso dei migranti, esigenze probatorie anche in considerazione del fatto che non si ascrive all’organizzazione e all’equipaggio alcuna responsabilità”. Dunque, secondo il giudice la condotta dei timonieri della nave “Open Arms” non assume rilevanza penale. Ordunque, il giudice ipotizza invece rilevanza penale nella condotta di coloro o di colui che ha impedito alla “Open Arms” prima l’ingresso in acque italiane, nonostante il semaforo verde del Tar, e poi lo sbarco a Lampedusa. E Stefano Zammuto spiega: “Sussiste il fumus (tradotto: il sospetto) del reato di sequestro di persona da parte dei pubblici ufficiali in corso di identificazione sulla base del fatto che il Tar aveva sospeso il divieto di ingresso in acque territoriali e i migranti sono, quindi, stati trattenuti indebitamente dal 14 agosto”. Lo stesso Zammuto, per spiegare ancora meglio, rileva delle analogie tra il caso “Open Arms” e il caso della nave “Diciotti”, nel cui ambito il ministro Matteo Salvini è stato indagato e poi prosciolto dal Tribunale dei Ministri di Catania. E Zammuto sottolinea: “Anche nel caso ‘Open Arms’ è stato omesso il preciso obbligo di individuare un porto sicuro spettante all’Italia in quanto primo porto di approdo in base al trattato di Dublino. Erano presenti a bordo un centinaio di naufraghi con gravi rischi per la loro incolumità e per la loro salute fisica e psichica. In quel momento sussisteva l’urgenza di provvedere, giustificativa della indifferibile adozione del sequestro da parte del pubblico ministero, avuto riguardo alle condizioni fisiche e psicologiche delle persone a bordo emerse in esito all’ispezione del 20 agosto e compiutamente descritte dai consulenti tecnici nelle loro anticipazioni”.

Restituita al transito la strada provinciale 24 Stazione Cammarata – Cammarata

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La Provincia di Agrigento annuncia che è stata restituita al transito la strada provinciale numero 24 -A Stazione Cammarata – Cammarata (Ponte Giuri), chiusa dal 2013 a causa di alcune frane. Lo scorso 2 agosto infatti sono stati ultimati i lavori di manutenzione straordinaria e rimozione delle condizioni di pericolo, eseguiti dall’impresa Ediltecnica Costruzioni di San Cataldo, aggiudicataria del relativo appalto, e progettati dai tecnici del Settore infrastrutture stradali della Provincia. Si è intervenuti sulle frane tramite paratie, drenaggi, gabbionate, e con diverse cunette per lo smaltimento delle acque piovane. Con apposita ordinanza sono stati indicati anche alcuni tratti dello stesso tracciato nei quali, per motivi di sicurezza, è stato imposto un limite massimo di velocità tra i 30 e i 50 chilometri orari. Le opere sono costate 564.994 euro più Iva.