A Racalmuto i Carabinieri hanno denunciato a piede libero un agrigentino di 42 anni sorpreso a bordo della propria automobile in possesso, nascosto sotto al sedile, di un grosso pugnale da 40 centimetri. Poi a casa sua, dentro un comodino, hanno rinvenuto un altro coltello con una lama di oltre 20 centimetri. E in un pacchetto nascosto in camera da letto una ventina di munizioni per armi corte e lunghe, di vario calibro, e un bilancino di precisione, verosimilmente usato per pesare la polvere da sparo. Infine sono saltati fuori anche una decina di grammi di marijuana, motivo per cui l’uomo è stato anche segnalato alla Prefettura come assuntore di sostanze stupefacenti.
Racalmuto, coltelli, munizioni e marijuana
100 grammi di marijuana a Licata, arrestato egiziano
A Licata i Carabinieri del Nucleo Radiomobile hanno arrestato ai domiciliari un egiziano di 34 anni sorpreso in Corso Argentina in atteggiamento sospetto tanto che ha recuperato un borsello da dentro un’automobile e si è dileguato. I militari lo hanno bloccato e sottoposto a perquisizione, e nel borsello hanno scoperto e sequestrato circa 100 grammi di marijuana contenuti in una bustina. L’uomo è ristretto ai domiciliari in attesa della convalida dell’arresto.
Sfruttamento prostituzione, tre arresti ad Agrigento (video interviste)
I poliziotti della Squadra Mobile di Agrigento, coordinati da Giovanni Minardi, a conclusione di articolate indagini, hanno scoperto tre “case d’appuntamento” nel centro storico, in via Saponara. Sono stati arrestati ai domiciliari marito, moglie e figlio per concorso in favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Si tratta di Emanuele Pace, 67 anni, la moglie Pierina Micciché, 63 anni, e il loro figlio Visilij Pace, 30 anni. Tanti soggetti avrebbero consumato a pagamento prestazioni sessuali nelle tre abitazioni, tutte riconducibili alla famiglia di Emanuele Pace, e nella consapevolezza degli stessi proprietari. In particolare, le abitazioni avrebbero dovuto essere delle case-vacanza per turisti e invece sarebbero state affittate a delle donne che esercitano l’attività di meretricio. L’attività investigativa è stata coordinata dal sostituto procuratore Elenia Manno e dal procuratore capo Luigi Patronaggio.
Le interviste in conferenza sono in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.
Inchiesta “Tua”, l’intervento degli avvocati Marino e Rampello
Inchiesta “Tua”, 10 avvisi di conclusione delle indagini
La Procura di Agrigento, tramite la sostituto procuratore Paola Vetro, titolare dell’inchiesta, ha notificato 10 avvisi di conclusione delle indagini a carico di altrettanti autisti della Tua, la società Trasporti urbani Agrigento, che gestisce i trasporti pubblici in città. Agli autisti, che adesso hanno 20 giorni di tempo per produrre mezzi e documenti a difesa prima della richiesta di rinvio a giudizio, si contestano i reati di truffa aggravata e interruzione di pubblico servizio. Nel dettaglio, avrebbero venduto ad un prezzo più elevato il biglietto intascando la differenza, oppure, non registrando la vendita e non obliterandoli, avrebbero più volte venduto gli stessi biglietti, non consegnando i soldi alla società. E poi, solo alcuni di loro, avrebbero deviato il percorso degli autobus per proprie esigenze personali. Si tratta di Maurizio Butticè, 51 anni, Maurizio Camilleri, 51 anni, Giuseppe Danile, 59 anni, Giuseppe Donisi, 51 anni, Vincenzo Falzone, 52 anni, Giuseppe Lattuca, 58 anni, Michelangelo Nasser, 56 anni, Andrea De Carmelo Russo, 55 anni, Giuseppe Trupia, 53 anni e Angelo Vaccarello, 52 anni, consigliere comunale. Contro i dieci grava una denuncia sporta dalla stessa società Tua che ha ingaggiato un investigatore privato per riscontrare le ipotesi di reato adesso contestate dalla Procura.
Lampedusa tra i casi Gregoretti e Open Arms (video)
Lampedusa e la Procura di Agrigento crocevia dei casi Gregoretti e Open Arms che infiammano il Senato e il dibattito politico. Depositato l’atto d’accusa contro Salvini.
Da Lampedusa, dalla provincia di Agrigento, dalla Sicilia sono lanciati macigni giudiziari a Roma, a palazzo Madama, al Senato, dove tra gli scranni dei senatori siede l’ex ministro dell’Interno e leader della Lega, Matteo Salvini. Il prossimo mercoledì 12 febbraio il Senato, dalle ore 9:30 in poi, vota sull’autorizzazione a procedere contro Salvini perché il 25 luglio del 2019 a Lampedusa ha vietato lo sbarco alla nave della Guardia Costiera “Gregoretti” con 135 migranti a bordo. E lui, Salvini, ha commentato: “Penso di essere l’unico politico che aspetta il processo con gioia. Voglio vedere quel giudice che ritiene che avere difeso il mio Paese sia un crimine. A quel punto il popolo italiano farà le sue considerazioni”. Adesso ancora da Lampedusa, dalla provincia di Agrigento, dalla Sicilia, è stata lanciata a Roma al Senato, tramite il Tribunale dei ministri di Palermo, un altro macigno giudiziario a carico di Salvini per plurimo sequestro di persona aggravato. L’atto è stato appena depositato a Palazzo Madama, e se ne conoscono dunque i particolari. E i magistrati a lavoro a Palermo si rivolgono così ai senatori della giunta per le autorizzazioni a procedere: “Il Senato conceda l’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini per avere, nella sua qualità di ministro dell’Interno pro-tempore, abusando dei suoi poteri, privato della libertà personale 107 migranti di varie nazionalità giunti in prossimità delle coste di Lampedusa nella notte tra il 14 e il 15 agosto a bordo della nave Open Arms”. E poi, ancora più nel dettaglio, tra il centinaio di pagine del capo d’imputazione si legge che “Salvini, in violazione di convenzioni internazionali e di norme interne in materia di soccorso in mare e di tutela dei diritti umani, ed abusando dei poteri allo stesso Salvini rimessi quale autorità nazionale di pubblica sicurezza, ometteva, senza giustificato motivo, di concedere un porto sicuro alla nave. Salvini non ha esitato positivamente le richieste dagli organi di soccorso in mare, così provocando consapevolmente l’illegittima privazione della libertà personale dei migranti, costringendoli a rimanere a bordo della nave per un tempo giuridicamente apprezzabile, precisamente dalla notte tra il 14 e il 15 agosto sino al 18 agosto, quanto ai soggetti minorenni, e per tutti gli altri sino al 20 agosto, quando la Procura di Agrigento pose l’imbarcazione sotto sequestro preventivo e dispose lo sbarco di tutti. L’allora ministro avrebbe dovuto rispondere alle richieste senza ritardo per ragioni di ordine e sicurezza pubblica, di igiene e sanità”.
Province in bilico
Agrigento e differenziata, pugno duro contro le grandi utenze
Agrigento, si è temuto il peggio per Alfonso Restivo, “Fofò Purtusu”
Ad Agrigento si è temuto il peggio per Alfonso Restivo, il molto conosciuto “Fofò Purtusu”, personaggio caratteristico della città da decenni. E invece, per fortuna, il peggio non è stato. Nel centro storico alcuni si sono accorti di un’automobile posteggiata con il motore acceso in via Duomo, e un uomo dentro nell’abitacolo immobile, apparentemente privo di vita. Sono subito scattati i soccorsi. Si è trattato solo di un falso allarme. Infatti, da dentro l’automobile è saltato fuori Alfonso Restivo, il quale, dopo avere posteggiato l’auto vicino la sua abitazione, si è letteralmente addormentato ancora alla guida, dimenticandosi di spegnere il motore.