Il Commissario dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento, Mario Zappia, interviene a seguito di critiche relative alla riduzione delle ore di servizio al personale covid. Zappia afferma: “Si tratta di 197 sanitari, impiegati da marzo scorso soprattutto nella campagna vaccinale. Quando a settembre la campagna ha subito un progressivo rallentamento, da 4mila vaccinazioni al giorno a 1000 in ambito provinciale, abbiamo mantenuto tutti i 197, utilizzandoli anche in altre mansioni pertinenti. Poi tra fine ottobre e inizio novembre il numero delle vaccinazioni al giorno si è ulteriormente ridotto. E quindi, anziché ridurre il numero dei 197 sanitari, abbiamo ridotto le ore di servizio. Ci siamo riproposti, con l’avvento della terza dose, di rientrare nelle ore di servizio iniziali. Assolutamente gratuita e ingenerosa è l’affermazione che le code nei centri vaccinali siano dovute a tale riduzione delle ore, perché per i numeri attuali di vaccini il personale è sufficiente. Ovviamente i Dirigenti preposti devono distribuirlo al meglio. Per questo chiederò fermamente di verificare se non ci siano comportamenti ostruzionistici o pretestuosi che non potranno essere consentiti”.
Omicidio Lupo, altre tracce di polvere da sparo incastrerebbero Barba
Nell’ambito della prosecuzione delle indagini a seguito dell’omicidio dell’imprenditore di Favara, Salvatore Lupo, 45 anni, ucciso il pomeriggio dello scorso Ferragosto a colpi di pistola in un bar in via Quattro Novembre a Favara, altre tracce di polvere da sparo sarebbero state rinvenute nel marsupio e in una mascherina, sequestrati a Giuseppe Barba, 66 anni, di Favara, ex suocero di Lupo, attualmente detenuto perché ritenuto l’autore del delitto. Tali tracce sarebbero state rilevate dai Carabinieri del Ris (Reparto di investigazione scientifica). In precedenza altre tracce di polvere da sparo sono state rinvenute nell’automobile di Barba, una Fiat Panda, il cui transito nei pressi del bar è stato registrato da telecamere di video-sorveglianza.
Furto e aggressione, condannati tre agrigentini
Il giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Iacopo Mazzullo, ha condannato a 3 anni e 1 mese di reclusione Salvatore Camilleri, 24 anni, a 3 anni il fratello Giuseppe Camilleri, 22 anni, e a 8 mesi Antonio Canzoneri, 25 anni, tutti agrigentini, imputati di un presunto furto a danno di un’enoteca e della successiva aggressione ai proprietari, colpevoli di avere scoperto quanto accaduto. Il 20 dicembre del 2016 i fratelli Camilleri sarebbero entrati furtivamente nell’esercizio commerciale e avrebbero rubato 300 euro custoditi nel registratore di cassa e altra merce esposta. Poi, la sera successiva al furto, i due Camilleri avrebbero minacciato di morte il titolare, e uno dei due, Salvatore, avrebbe scagliato una chiave di acciaio contro una delle proprietarie senza colpirla. Canzoneri invece avrebbe colpito in testa uno dei gestori, lanciandogli addosso una bottiglia di vetro piena. I tre imputati sono difesi dagli avvocati Fabio Inglima Modica, Teresa Balsamo e Alba Raguccia.
Palermo, ecco il Cocktail di benvenuto di Pippo Calandrino
Un “cocktail” davvero leggero, colorato e spumeggiante quello andato in
scena dal 19 al 28 di novembre inaugurando la nuova stagione al teatro “al Massimo” di Palermo e che ha visto tra i protagonisti l’agrigentino Pippo Calandrino che ne ha firmato, tra l’altro, la regia insieme ad Aldo Morgante e Marco Simeoli.
Un festoso mix che, attraverso il Balletto, l’orchestra, canzoni, comicità, paillettes, luci e costumi sfavillanti, ha accompagnato lo spettatore in un gradevolissimo viaggio da Carosone a Mina e Gloria Gaynor da Mia Martini e Buscaglione a Sordi e Monica Vitti con un assaggio di “sceneggiata” e “macchietta” napoletane fino all’omaggio a Proietti e alla Carrà.
“Cocktail” – dice Calandrino – nasce dal felice incontro con il maestro Aldo Morgante, direttore artistico del teatro “al Massimo” di Palermo, che ha subito sposato l’idea di produrre e mettere in scena un varietà per inaugurare la nuova stagione teatrale. Considerato il lungo periodo di chiusura dovuto alla pandemia, penso che c’era l’esigenza di offrire al pubblico divertimento e leggerezza e “Cocktail”, visti i risultati, credo che abbia colto nel segno, trasformandosi in una festa all’insegna della ripartenza.
Uno spettacolo quindi leggero e spensierato. Un vero e proprio varietà come non se ne vedevano da tempo. Uno spettacolo che ha registrato una grandissima partecipazione e ottenuto lusinghieri apprezzamenti di critica e di pubblico.
“Cocktail” una produzione del teatro “al Massimo” con: Lorenza Mario storica show girl del “Bagaglino” in veste di soubrette elegante e perfetta nelle sue performances di canto e di ballo, Marco Simeoli, attore e regista napoletano in veste di fine intrattenitore esperto brillante e divertente, l’attore siciliano Cesare Biondolillo, le splendide voci di Valeria Milazzo e Federica Neglia che oltre a indimenticabili brani musicali hanno regalato straordinari “duetti”.
Uno corpo di ballo di alto livello capitanato dalla bravissima coreografa Stefania Cotroneo.
La “Cocktail band” formata da straordinari musicisti agrigentini quali Giovanni Croce, Federico Gucciardo, Alfonso Pace, Alberto Perez e Mario Vasile diretti dal maestro Franco Li causi.
E a questo proposito – conclude Calandrino – “Cocktail” per me, è stata anche un’occasione per far rivivere in qualche modo il mito del maestro Li Causi, affidando la direzione musicale dello spettacolo a Franco Li Causi junior.
I costumi di Fabrizio Rocco Buttiglieri
Fonica dottor service
Luci Massimo Tomasino
Covid, ecco la nuova ordinanza in Sicilia
Tasso di positività al 2,6% in Sicilia. Il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha firmato l’attesa ordinanza sulle nuove restrizioni imposte per contenere i contagi. I dettagli.
Sono 729 i nuovi casi di covid in Sicilia, a fronte di 27.940 tamponi processati. Il tasso di positività è al 2,6%. La regione è al settimo posto in Italia per nuovi contagi giornalieri. Gli attuali positivi sono 12.637 con un aumento di 92 casi. I guariti sono 628. Le vittime sono state 9, per un totale dei decessi a 7.214. Negli ospedali i ricoverati ordinari sono stabili a 351, e quelli in terapia intensiva sono altrettanto stabili a 43. Ecco la distribuzione dei nuovi positivi tra le province: Palermo 49, Catania 195, Messina 196, Siracusa 104, Ragusa 29, Trapani 64, Caltanissetta 37, Agrigento 31, Enna 24. Nel frattempo, come trapelato officiosamente ieri, adesso è ufficiale: il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha firmato l’attesa ordinanza su nuove restrizioni in occasione delle festività natalizie e della recrudescenza dei contagi. Dunque, per i cittadini con un’età superiore a 12 anni è introdotto l’obbligo di indossare la mascherina in tutti i luoghi pubblici e aperti al pubblico. Le autorità competenti al mantenimento dell’ordine pubblico si occuperanno di far rispettare la norma, anche attraverso l’applicazione delle sanzioni previste dalla legge. E poi, la nuova ordinanza estende l’obbligo di tampone nei porti e aeroporti siciliani ai passeggeri che arrivano dalla Repubblica del Sudafrica, Botswana, Hong Kong, Stato d’Israele, Repubblica Araba di Egitto e Repubblica di Turchia. Attualmente il controllo è già previsto per chi proviene, o nei 14 giorni precedenti alla partenza ha soggiornato o transitato, da Gran Bretagna, Germania, Stati Uniti, Malta, Portogallo, Spagna, Francia, Grecia e Paesi Bassi. I passeggeri in arrivo da Paesi per i quali non è previsto il tampone obbligatorio potranno comunque richiedere di essere sottoposti al test direttamente presso lo scalo e a titolo gratuito. I soggetti giunti in Sicilia nei 10 giorni precedenti all’entrata in vigore dell’ordinanza devono contattare il Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria territorialmente competente e il proprio medico di Medicina generale per essere sottoposti a tampone molecolare. Inoltre, l’ordinanza punta ad assicurare un’adeguata sorveglianza epidemiologica in tutte le province dell’Isola. A tale fine i Dipartimenti competenti dell’assessorato alla Salute eseguiranno una ricognizione dei laboratori siciliani in grado di sequenziare le varianti del virus, e ne coordineranno l’attività con l’obiettivo di aumentare progressivamente il numero dei tamponi sequenziati in Sicilia. E ancora: i migranti che raggiungono il territorio siciliano, al termine del periodo di quarantena saranno sottoposti all’obbligo del tampone molecolare.
Montante organico a Cosa Nostra?
Prosegue la deposizione di Marco Venturi a Caltanissetta: “Diversi pentiti avevano accusato Montante di essere organico a Cosa Nostra sin dagli anni ‘90”.
Innanzi al Tribunale di Caltanissetta si è conclusa un’altra udienza del processo ordinario, tecnicamente il “Cuva più 16”, a carico di 17 imputati nell’ambito dell’inchiesta sul cosiddetto “Sistema Montante”, ovvero presunti gregari dell’ex presidente di ConfIndustria Sicilia, Antonello Montante. Ebbene, in calendario è stata la prosecuzione dell’esame di uno dei principali testimoni citati dalla Procura, e uno dei principali accusatori di Montante, ossia l’ex assessore regionale alle Attività Produttive, Marco Venturi, che, tra l’altro, ha raccontato: “Dopo la notizia del febbraio 2015 sull’indagine di mafia a carico di Antonello Montante, io e Alfonso Cicero avevamo compreso che Montante era molto pericoloso in quanto diversi pentiti lo avevano accusato di essere organico a ‘Cosa Nostra’ sin dagli anni ’90. Anche altri fatti inquietanti successivi evidenziarono la sua pericolosità. Montante faceva il doppio gioco a discapito di Alfonso Cicero il quale, rischiando la sua incolumità, denunciava con grande coraggio il malaffare e la mafia nelle aree industriali della Sicilia. L’allora presidente della Regione, Raffaele Lombardo, aveva fatto di tutto per fare saltare la riforma delle aree industriali, così come, sotto traccia, aveva fatto Montante. Sono stato io, nella qualità di assessore regionale tecnico, a convincere molti deputati regionali, di maggioranza e di opposizione, ad esprimersi favorevolmente per la riforma delle Asi. Lombardo voleva che isolassi l’ex presidente dell’Irsap, Alfonso Cicero, quando denunciava con coraggio il malaffare nelle aree industriali di Enna e di Caltanissetta rischiando per la sua incolumità”. E poi Venturi ricorda: “Montante non ha mai firmato un atto di costituzione di parte civile contro la mafia. Sono stato io a firmarli come vice presidente di ConfIndustria Caltanissetta, nel processo ‘Munda Mundis’ e in altri”. E poi, ancora Marco Venturi ha aggiunto: “Nel settembre 2015 cercai di parlare con il presidente nazionale di ConfIndustria di allora, Squinzi. Ci furono una serie di messaggi, inizialmente cordiali, in cui chiedevo un incontro con lui per denunciare i gravi fatti che stavano succedendo a Caltanissetta, per i quali non si stava applicando il codice etico, visto che il presidente regionale Antonello Montante era indagato per mafia e i pentiti dicevano che era organico a ‘Cosa Nostra’. Erano fatti gravissimi che ledevano l’onorabilità di ConfIndustria e che prevedevano, secondo il codice etico, l’espulsione. Squinzi mi manda un sms dicendomi che era a Taranto. Di lì a poco vengo a sapere che a quel convegno di ConfIndustria a Taranto c’era anche Montante, e dopo una mezzora mi arriva la convocazione da parte dei probiviri nazionali di ConfIndustria, tutti uomini messi lì da Montante, tutti suoi amici, tra cui il segretario Federico Landi. Nel pomeriggio, finito il convegno, Squinzi fa un comunicato stampa in cui esprime massima solidarietà a Montante. Di lì a poco io gli scrivo dicendo che ero rimasto allibito che prima ancora di ascoltarmi avesse preso posizione dando solidarietà a Montante. Il giorno dopo ho ricevuto un’altra nota da parte dei probiviri in cui scrissero che non avrei più dovuto comunicare con la stampa. Dunque, il primo ottobre 2015 diedi le dimissioni da dirigente di ConfIndustria dopo avere subito un ingiusto processo da parte dei probiviri per avere rilasciato dichiarazioni alla stampa sull’indagine di mafia riguardante Montante. ConfIndustria nazionale, invece di espellere Montante per la pesante indagine per mafia, mi fece un processo per tentare di ostacolarmi in tutti i modi”.
Sequestrato il depuratore al Villaggio Mosè
Ad Agrigento i Carabinieri del Noe hanno sequestrato il depuratore al Villaggio Mosè, dopo avere riscontrato il malfunzionamento dell’impianto. Non è la prima volta che accade. Il depuratore da tempo non sarebbe stato oggetto di interventi di adeguamento da parte della recente gestione commissariale prefettizia. In particolare, il sequestro sarebbe scattato per il malfunzionamento della vasca di ossidazione, verosimilmente provocato dalla rottura di due pompe, che sarebbero state adesso sostituite dal gestore del servizio idrico Aica.
Omicidio Mangione a Raffadali, chieste due condanne
Ad Agrigento, il pubblico ministero, Sara Varazi, a conclusione della requisitoria, ha chiesto la condanna all’ergastolo a carico di Angelo D’Antona, 36 anni, di Raffadali, e 16 anni di reclusione per Antonino Mangione, 41 anni, anche lui di Raffadali, imputati, e giudicati in abbreviato, dell’omicidio del pensionato di Raffadali, Pasquale Mangione, 69 anni, ex dipendente del Comune di Raffadali, ucciso a colpi di pistola in contrada “Modaccamo”, nelle campagne fra Raffadali e Cianciana, il 2 dicembre del 2011. Il movente del delitto sarebbe da collegare alla condotta di Pasquale Mangione, il quale avrebbe esposto lui stesso e la sua famiglia al pubblico ludibrio, disturbando e molestando diverse donne.
Covid, ben 729 casi nuovi in Sicilia nelle ultime 24 ore
Sono 729 i nuovi casi di Covid in Sicilia nelle ultime 24 ore, in netto aumento rispetto a ieri, quando erano stati 545. Nove le vittime, stabili a 351 le ospedalizzazioni.
Il tasso di positività oggi è 2,6% e torna ad aumentare rispetto a ieri quando era al 1,7%. L’isola è, anche oggi, al settimo posto per contagi, al primo c’è il Veneto con 2.656 casi, al secondo la Lombardia con 2.503, al terzo il Lazio con 1.638 casi. Gli attuali positivi sono 12.637 con un aumento di 92 casi. I guariti sono 628 mentre le vittime sono 9 e portano il totale dei decessi a 7.214. Sul fronte ospedaliero restano 351 i ricoverati, esattamente come ieri; in terapia intensiva sono 43, anche in questo caso lo stesso numero di ieri. Sul fronte del contagio nelle singole province Palermo con 49 casi, Catania 195,Messina 196, Siracusa 104, Ragusa 29, Trapani 64, Caltanissetta 37, Agrigento 31, Enna, 24.
Mafia ed estorsioni, tre arresti a Gela
La Polizia ha eseguito, su ordine della Procura Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, tre ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Giudice per le indagini preliminari. Gli arrestati, che rispondono di associazione per delinquere di tipo mafioso ed estorsione aggravata, sono indagati di appartenere al clan Rinzivillo di Gela. Le 3 ordinanze sono a carico di tre gelesi: F.M di 51 anni, T.M di 50 anni e C.E. di 44 anni. Attraverso intercettazioni e pedinamenti, è emersa in particolare l’estorsione ai danni del titolare di una attività commerciale di orto-frutta, che è stato avvicinato dagli indagati con frasi dall’inequivocabile tenore minatorio: “Chiudi o diamo a fuoco ai tuoi veicoli”; “chiudi o saremo costretti ad abbassarci la maschera”; “chiudi o ti uccidiamo”. Le minacce sono state finalizzate a che lui chiudesse l’attività commerciale in quanto in concorrenza con quella di C.E., uno dei soggetti raggiunti da misura cautelare. Le minacce hanno sortito l’effetto sperato in quanto il titolare è stato costretto a cessare l’attività commerciale non gradita al clan mafioso.