L’ex Governo Renzi ha progettato due maxi termovalorizzatori in Sicilia. Il governo Crocetta ha risposto: “Due maxi no, ne costruiamo 6 mini, distribuiti razionalmente nel territorio”. E’ una manfrina che risale ad almeno due anni addietro. E non si è mai concretizzato nulla. Parole al vento, lo stesso che soffia ormai stanco trascinando il passo affannoso della legislatura alla Regione verso la conclusione naturale. Nel frattempo le discariche sono colme di rifiuti, e, in prossimità della soglia del collasso, la Regione proroga di altri sei mesi lo stato di emergenza, come se ormai fosse un atto ordinario, “tanto per tirare a campare”. Infatti, a Palazzo d’Orleans è stata firmata l’ennesima proroga fino al 30 novembre, e quindi si tratta dell’eredità che l’attuale presidente trasferisce al prossimo eletto il 5 novembre, e nel testamento è stato scritto: “Caro erede, non abbiamo concluso nulla. Nemmeno una pietra di un solo termovalorizzatore è stata posata”. Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha incontrato il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti. Il termine dell’ultima proroga è scaduto il 30 maggio scorso, e dunque Crocetta e Galletti hanno concordato altri sei mesi, fino al 30 novembre, e ordunque a dicembre si discuterà dell’attuazione del (udite che termini pomposi) “Piano stralcio attuativo per il rientro in ordinario della gestione del ciclo integrato dei rifiuti”. Tradotto dal vocabolario dell’arte parolaia della burocrazia siciliana, intitolato “La pulce che ha la tosse”, è l’intesa del 2014 che disegna la costruzione dei termovalorizzatori. Il tutto è rinviato al prossimo governo. Ancora nel frattempo, negli uffici dell’assessorato regionale ai rifiuti, innanzi alla palla di vetro delle previsioni, i signori dirigenti prospettano che ad agosto la discarica di Trapani non sarà capace di contenere più rifiuti, e così sarà a ottobre per la discarica di Gela e a novembre per Bellolampo nel Palermitano e Lentini. I rifiuti siciliani fuori dalla Sicilia? No, è inutile provarci: già nei mesi scorsi hanno risposto no Emilia Romagna, Valle d’Aosta e Piemonte. Se il governo della Regione fosse stato responsabile ed efficace, nel 2014 avrebbe intrapreso la costruzione dei termovalorizzatori di ultima generazione, a impatto ambientale zero, e che trasformano i rifiuti in energia. Servono 18 mesi per costruirli. E adesso sarebbero pronti o quasi. E invece no, si è perseverato nel trastullamento delle proroghe, rinviando tutto, fino alla prossima legislatura. E i cittadini siciliani, tartassati pesantemente, subiscono la differenziata, tra sacchetti gialli, blu e fucsia, senza ricevere alcun beneficio.