In corso a Palermo il procedimento preliminare a carico di Matteo Salvini nell’ambito del caso della nave ong spagnola Open Arms. I particolari sui capi d’imputazione.
Da Lampedusa, dalla provincia di Agrigento, dalla Sicilia, è stato lanciato a Roma al Senato, tramite il Tribunale dei ministri di Palermo, un altro macigno giudiziario a carico del senatore Matteo Salvini per plurimo sequestro di persona aggravato. L’atto è stato depositato a Palazzo Madama, e se ne sono conosciuti dunque i particolari. E i magistrati a lavoro a Palermo, che oggi sabato 9 gennaio celebrano l’udienza preliminare a Palermo nell’ambito della richiesta di rinvio a giudizio del leader della Lega, si rivolsero così ai senatori della giunta per le autorizzazioni a procedere: “Il Senato conceda l’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini per avere, nella sua qualità di ministro dell’Interno pro-tempore, abusando dei suoi poteri, privato della libertà personale 107 migranti di varie nazionalità giunti in prossimità delle coste di Lampedusa nella notte tra il 14 e il 15 agosto 2019 a bordo della nave Open Arms”. E poi, ancora più nel dettaglio, tra il centinaio di pagine del capo d’imputazione, sottoposto oggi all’attenzione del giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Palermo, Lorenzo Jannelli, si legge che “Salvini, in violazione di convenzioni internazionali e di norme interne in materia di soccorso in mare e di tutela dei diritti umani, ed abusando dei poteri allo stesso Salvini rimessi quale autorità nazionale di pubblica sicurezza, ometteva, senza giustificato motivo, di concedere un porto sicuro alla nave. Salvini non ha esitato positivamente le richieste dagli organi di soccorso in mare, così provocando consapevolmente l’illegittima privazione della libertà personale dei migranti, costringendoli a rimanere a bordo della nave per un tempo giuridicamente apprezzabile, precisamente dalla notte tra il 14 e il 15 agosto sino al 18 agosto, quanto ai soggetti minorenni, e per tutti gli altri sino al 20 agosto, quando la Procura di Agrigento pose l’imbarcazione sotto sequestro preventivo e dispose lo sbarco di tutti. L’allora ministro avrebbe dovuto rispondere alle richieste senza ritardo per ragioni di ordine e sicurezza pubblica, di igiene e sanità”.