Fabio Damiani avrebbe ammesso di avere intascato tangenti per amicizia con Manganaro. Le prospettive processuali, tra confessione e collaborazione.
Fabio Damiani, 55 anni, già responsabile della Centrale unica di committenza per gli appalti sanitari e direttore dell’Azienda sanitaria provinciale di Trapani, detenuto nell’ambito dell’inchiesta “Sorella Sanità” dal 22 maggio scorso, adesso è stato scarcerato ed è ristretto ai domiciliari. Perché? Perché, in estrema sintesi, ha confessato di avere intascato tangenti per pilotare gli appalti della sanità pubblica. In due interrogatori, del 20 e 26 novembre scorsi, Damiani avrebbe ammesso tutte le contestazioni di reato che gli sono mosse. Sarebbe stato Fabio Damiani a scegliere i vincitori delle gare, e ciò solo tra imprenditori disposti a pagare le tangenti. E secondo la Procura di Palermo, le mazzette ruotate intorno a Damiani ammontano a circa 1 milione e 200mila euro. E l’ex manager avrebbe spiegato di avere intascato le tangenti per “il rapporto di amicizia che aveva con Manganaro”, l’imprenditore e faccendiere di Canicattì, riferimento di Damiani, che da tre mesi collabora con la Giustizia, ha proposto il patteggiamento della condanna a 4 anni e 2 mesi, e la restituzione di tangenti per 240mila euro. A differenza di Manganaro, la collaborazione di Damiani al momento si sarebbe limitata solo alla confessione delle ipotesi di reato che gli sono contestate. Nel frattempo, i magistrati titolari dell’inchiesta, probabilmente per incoraggiarlo alla collaborazione “piena”, gli hanno concesso i domiciliari. E ciò non solo in ragione delle ammissioni di responsabilità, ma anche perché le esigenze cautelari si sono affievolite allorchè Damiani è stato sospeso dal servizio. Adesso si attende con trepidazione se i due verbali del 20 e 26 novembre saranno depositati al processo in abbreviato a cui è stato ammesso l’ex manager. Ciò non è scontato. Infatti, il giudizio abbreviato si basa solo sugli atti depositati al momento in cui si chiede di essere ammessi al rito alternativo. Ebbene, i due verbali del 20 e del 26 novembre sono successivi e dunque, probabilmente, non saranno depositati. Però l’imputato in abbreviato ha facoltà di rendere dichiarazioni, e quindi Damiani, altrettanto probabilmente, potrebbe ripetere le stesse dichiarazioni comprese nei due verbali esclusi dal processo. Se ciò sarà, le ammissioni di Damiani gli consentirebbero di ottenere un ulteriore sconto della pena, oltre lo sconto di un terzo già previsto per i giudicati in abbreviato.