Dal Recovery plan appena presentato dal premier Conte ai ministri manca il Ponte sullo Stretto di Messina e tanto altro. L’intervento dell’assessore Falcone.
In Sicilia altro che Recovery fund. Poco o quasi nulla alla Sicilia è stato previsto nel Recovery plan, al momento, per fortuna, non ancora definitivo. Infatti, quasi ogni proposta che la Regione ha presentato è stata bocciata: dal Ponte sullo Stretto di Messina al porto di Marsala, fino alla metro di Palermo e all’aeroporto di Milazzo. Quanto accade è bollato dal governo regionale come uno “schiaffo” da parte del governo nazionale del premier Conte, che ha appena presentato il Recovery plan ai ministri. Il vice ministro a infrastrutture e trasporti, Giancarlo Cancelleri, si schiera dalla parte del governo di Roma, e afferma: “Quelle della Regione Sicilia sono proposte da campagna elettorale che peraltro nessuno aveva chiesto”. Sì, è vero: il Recovery plan assegna 20 miliardi di euro alla Sicilia ma, tra il tanto altro, non vi è più traccia del ponte sullo Stretto di Messina. E l’assessore regionale alle infrastrutture e trasporti, Marco Falcone, tuona così: “Appare davvero preoccupante leggere di come, in nessuna delle bozze circolate, compaia il ponte sullo Stretto. Lo stesso è per tante altre priorità strategiche individuate nel documento inviato a Roma dalla Regione Siciliana. Ma innanzitutto l’estromissione del Ponte rappresenta certamente il più grave fra gli schiaffi inferti dal Governo Conte ai sogni e alle necessità della Sicilia e dell’intero Mezzogiorno d’Italia. Oggi purtroppo dobbiamo prendere atto della realtà: la Sicilia e il Sud saranno esclusi da una svolta di tale portata grazie a una precisa scelta politica del Governo Conte. Tra l’altro, fino a pochi giorni fa il presidente Nello Musumeci aveva tenuto una linea costruttiva, chiedendo al ministro delle infrastrutture e trasporti, Paola De Micheli, di prevedere il Ponte nel Recovery plan, o quantomeno, un progetto di attraversamento stabile dello Stretto da realizzare in tempi rapidissimi. Purtroppo, nulla di tutto ciò. Ci dispiace che la Sicilia, ancora nel 2021, sia tagliata fuori dall’Alta velocità per un capriccio ideologico del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle. Ci auguriamo, almeno in extremis, uno scatto di orgoglio (o d’amore) per la Sicilia da parte di qualche componente della maggioranza”.