Nel drammatico scenario degli ultimi mesi i farmacisti hanno dato una indiscutibile prova dell’importanza della loro figura professionale, numeri alla mano la maggior parte di questi farmacisti erano collaboratori. Durante l’emergenza Covid si è visto quanto la figura del farmacista sia stata importante per la salute dei cittadini. Abbiamo continuato a lavorare nonostante gli altissimi rischi di questo periodo, garantendo il servizio ai cittadini, anzi, i molteplici servizi che ormai dispensiamo, dalle analisi cliniche, alla telemedicina, al monitoraggio di alcune patologie croniche come diabete e ipertensione. Abbiamo garantito le cure per i pazienti cronici, li abbiamo presi in carico assicurando loro la continuità e l’aderenza terapeutica. A fronte di tutto questo è inaccettabile avere un contratto di lavoro scaduto dal gennaio 2013 per i collaboratori di farmacie private (contratto Federfarma) e dal dicembre 2015 per i collaboratori di farmacie comunali (contratto Assofarm). E’ inaccettabile avere un contratto commercio. Abbiamo una laurea appartenente al settore sanitario e non possiamo essere paragonati a chi vende viti e bulloni”.
Lo sostengono Michele Scopelliti, eletto presidente, Fulvio Lodato e Clementina Ciotola che hanno fondato il Movimento Italiano Farmacisti Collaboratori con l’unico fine di tutelare la categoria dei farmacisti dipendenti che ad oggi è terra di nessuno, non essendo stata rappresentata degnamente dai sindacati.
“Tutto questo grande carico di lavoro è stato svolto, in stragrande maggioranza, dai farmacisti collaboratori. I farmacisti collaboratori si sono fatti trovare pronti nell’affrontare l’emergenza covid, senza nessun ritorno e riconoscenza da parte di nessuno. Moltissimi di noi hanno lavorato in condizioni di scarsa sicurezza e alcuni colleghi hanno anche perso la vita. I cittadini si sono riversati in farmacia per qualsiasi bisogno, e come sempre hanno trovato in noi un porto sicuro.
In questi anni la farmacia ha subito dei cambiamenti continui, il carico di lavoro è aumentato a dismisura, i turni e gli orari sono diventati sempre più stressanti, e svolgiamo sempre più compiti per il Sistema Sanitario Nazionale (prenotazioni CUP, screening tumore al seno e tumore del colon-retto, dispensazione farmaci in D.P.C.). Come riportato sopra, il nostro lavoro non è più quello di semplici dispensatori di farmaci. Oggi siamo dei consulenti della salute, dei professionisti della salute in continuo aggiornamento e sempre più formati. Siamo l’elemento fondamentale dell’assistenza territoriale. In altre regioni d’Italia (vedi Lazio), si stanno eseguendo i tamponi rapidi in farmacia, tutto questo senza alcuna tutela per la salute del farmacista e senza nessun riconoscimento economico. Necessitiamo di un adeguamento economico che ci ridia la dignità tolta da tanti anni. Oltre all’adeguamento economico, è ancora più importante riconoscere la professionalità dei farmacisti collaboratori, anche per tutelare i cittadini e avere un sistema di bilateralità strutturato come in altri settori. Una proposta interessante che si potrebbe approfondire sarebbe quella di adottare un sistema misto Farmacia-SSN, sia a livello professionale che retributivo, per non gravare ancor di più sui costi che una farmacia deve affrontare, un esempio sarebbe una retribuzione mista farmacia-SSN, il 70% retribuiti dalla farmacia e il 30% retribuiti dal Sistema Sanitario Nazionale”.
Il movimento ha già inviato una petizione al Senato, la quale è stata annunciata all’Assemblea del Senato il 28 ottobre 2020 ed è stata assegnata alla dodicesima Commissione permanente ( Igiene e sanità) che ne curerà i seguiti.
“Il nostro obbiettivo – si conclude la nota – è quello di raggiungere un numero cospicuo di iscritti che ci permetta di partecipare alle trattative con gli organi governativi di competenza. Il nostro scopo è quello di tutelare la categoria dei farmacisti dipendenti su tutti i fronti. Siamo ogni giorno a lavoro per cercare di ridare la dignità professionali che negli anni c’è stata tolta. E’ possibile iscriversi gratuitamente al movimento sul sito www.movimentoifc.it. E’ arrivato il momento di unirci come singola categoria, di essere rappresentati da farmacisti collaboratori e non da altre figure che non hanno le competenze per farlo”.