Disposto il giudizio immediato per le dieci persone, coinvolte nell’inchiesta “Sorella Sanità”, su un giro di mazzette che ruotava attorno ad alcuni appalti milionari della Sanità, e che sta facendo luce su intrecci tra politica e mondo sanitario in Sicilia. Lo ha disposto il Gip del Tribunale di Palermo Antonella Consiglio, in accoglimento della richiesta formulata dal procuratore aggiunto Sergio Demontis, e dai sostituti Giovanni Antoci e Giacomo Brandini. Non sarà celebrata infatti l’udienza preliminare. Il processo inizierà il primo febbraio dell’anno prossimo, davanti alla terza sezione del Tribunale. Gli imputati hanno comunque quindici giorni per scegliere eventualmente un rito alternativo.
Vanno a processo Antonio Candela, l’ex manager dell’Asp di Palermo e, al momento dell’arresto, coordinatore per l’emergenza Coronavirus; Fabio Damiani, manager dell’Asp di Trapani; Salvatore Manganaro, di Canicattì, che sarebbe stato a disposizione di Damiani; l’agrigentino Giuseppe Taibbi, vicino a Candela; e poi gli imprenditori: Salvatore Navarra, Crescenzo De Stasio, Ivan Turola, Francesco Zanzi, Roberto Satta, e Angelo Montisanti.