La gup del Tribunale di Palermo, Emelinda Marfia, per alcuni anni giudice ad Agrigento, ha rinviato a giudizio tutti gli imputati coinvolti nell’inchiesta “Giano Bifronte” che, a febbraio scorso, aveva svelato l’esistenza di una presunta “cricca” all’Edilizia privata del Comune e un giro di mazzette. Il processo inizierà l’11 gennaio in tribunale per due funzionari comunali, Mario Li Castri, ex dirigente dell’Area tecnica del Comune, e Giuseppe Monteleone, già dirigente dello Sportello unico delle Attività produttive, per l’architetto Fabio Seminerio, per gli ex consiglieri comunali Giovanni Lo Cascio (già capogruppo del Pd e presidente della commissione Urbanistica del Comune), e Sandro Terrani, all’epoca capogruppo di Italia viva, membro della commissione Bilancio, ma anche i costruttori della Biocasa srl, Giovanni Lupo e Francesco Lo Corte, per Agostino Minnuto, direttore dei lavori di un cantiere della Biocasa e l’architetto Giovanna D’Attardi, compagna di Monteleone, che dalla Biocasa avrebbe avuto diversi incarichi. Il giudice ha accolto la richiesta del procuratore aggiunto Sergio Demontis e dei sostituti Giovanni Antoci e Andrea Fusco, che hanno coordinato le indagini della guardia di finanza su alcuni piani di edilizia privata.