Dopo dieci anni di contenzioso il Tar delLazio annulla il giudizio di inidoneità e un giovane montallegrese potrà continuare a prestare servizio nell’Esercito italiano. I.G., con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino e Daniele Piazza, propose nel 2010 un ricorso giurisdizionale innanzi al T.A.R. Sicilia – Palermo contro il
Ministero della Difesa avverso il provvedimento dell’8 ottobre 2009 con cui il giovane siciliano era stato escluso dal concorso per l’arruolamento nell’Esercito Italiano quale volontario in ferma quadriennale, in ragione di una presunta diagnosi di positività al virus HCV. In ragione delle certificazioni sanitarie prodotte dai legali ed attestanti la sussistenza in capo al proprio assistito dei requisiti per l’arruolamento nell’Esercito, il T.A.R. dispose una verifica in contraddittorio tra le parti, incaricando di ciò l’Unità di enterologia ed endoscopia digestiva dell’Ospedale “Ingrassia” di Palermo. A seguito degli accertamenti sanitari effettuati, la Commissione incaricata riscontrò che il giovane era guarito dalla malattia epatica, in assenza di reliquati ad essa correlabili, con definitiva eradicazione del virus dell’epatite C e quindi incapace di trasmettere l’infezione da HCV e che pertanto poteva essere ritenuto idoneo all’arruolamento. Veniva dunque accertata la fondatezza delle censure mosse dagli avv.ti Rubino e Piazza in ordine al possesso dei requisiti di idoneità previsti per l’arruolamento nell’Esercito e l’erroneità del giudizio formulato dal Ministero della Difesa. Conseguentemente, il T.A.R. della Sicilia – Palermo, preso atto del positivo esito della verificazione effettuata presso l’Ospedale “Ingrassia”, accoglieva l’istanza cautelare proposta dai legali del giovane montallegrese, che pertanto veniva arruolato, con riserva, nell’Esercito Italiano. Infine, dopo 10 anni dalla proposizione del ricorso, con sentenza resa in data 8 settembre 2020, il T.A.R. del Lazio, dove il giudizio veniva riassunto a seguito della proposizione del regolamento di competenza proposto dal Ministero della Difesa, ritenendo di poter aderire alle tesi difensive degli avvocati Rubino e Piazza ed alle conclusioni rassegnate dall’Ospedale “Ingrassia” che, come detto, aveva escluso che il giovane fosse affetto da una malattia epatica, ha accolto il ricorso proposto annullando il giudizio di inidoneità e, conseguentemente, I.G. potrà continuare a prestare servizio permanente nell’Esercito Italiano.
Al contempo, potrà essere proposta una ulteriore azione giudiziaria ai sensi della c.d. Legge Pinto per richiedere il risarcimento dei danni subiti a causa della irragionevole durata del processo.