Il 30 novembre del 2014 ad Agrigento fu una domenica grigia e ventosa, tipicamente autunnale. Antonino Circo, 86 anni di età, abita in via Cicerone, e raggiunge, camminando a piedi, un amico nella confinante via Papa Luciani, al civico 43, per assistere insieme innanzi alla televisione alla partita di calcio della squadra del cuore. L’amico è in casa all’ottavo piano, e l’ascensore ha ucciso Antonino Circo, morto perché incastrato tra la cabina e il pianerottolo. I Vigili del fuoco lavorarono oltre il tramonto per estrarre il corpo senza vita del pensionato appassionato di calcio. Solo intorno alle ore 19 della sera, gli operai dell’ agenzia di onoranze funebri hanno caricato e salito la bara, ovviamente a piedi … La Procura della Repubblica di Agrigento ha indagato alla ricerca di eventuali responsabilità connesse al malfunzionamento dell’ascensore, causa dell’effetto morte. L’inchiesta è stata affidata alla sostituto Antonella Pandolfi che, come secondo prassi in tali casi, si è avvalsa di consulenti e perizie. E adesso pende la richiesta di rinvio a giudizio di quattro imputati per omicidio colposo, perché non avrebbero garantito la regolarità del funzionamento dell’impianto rivelatosi mortale. Tre, fra due di Caltanissetta e uno di Palermo, sono dipendenti della “Irma srl”, la società che ha gestito l’ascensore. E il quarto imputato, anche lui di Palermo, rappresenta l’Oce, l’Organismo di certificazione europea, preposto ai controlli biennali sugli impianti di ascensore per certificare il loro regolare funzionamento e lo stato di manutenzione. La prima udienza preliminare si è svolta al cospetto del giudice Francesco Provenzano, e i familiari della vittima, la moglie e la figlia di Antonino Circo, si sono costituite parte civile tramite gli avvocati Santino Russo e Maria Assunta Di Matteo. Ultimata la costituzione delle parti e l’ammissione dei mezzi di prova, l’udienza è stata aggiornata al prossimo 18 maggio per il dibattimento.