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Mafia, processo “Vultur”, in Appello il pg chiede la conferma delle condanne in primo grado

Il sostituto procuratore generale Emanuele Ravaglioli ha concluso la sua requisitoria al processo di appello scaturito dall’inchiesta antimafia “Vultur” chiedendo la conferma integrale delle condanne emesse nel processo di primo grado dal Tribunale di Agrigento. Si tratta dell’indagine sui presunti componenti delle famiglie di Camastra e Canicattì e sui legami fra i due clan. Per i quattro imputati è stata chiesta la conferma dei 17 anni e 6 mesi di reclusione a Rosario Meli, 72 anni, ritenuto il capo della famiglia di Camastra e personaggio principale dell’inchiesta; 14 anni e 6 mesi al figlio Vincenzo, 50 anni, accusato di avere gestito gli affari della famiglia di Cosa Nostra in paese e 13 anni e 6 mesi al tabaccaio di Camastra Calogero Piombo, 69 anni, ritenuto il “cassiere” della cosca. Ventidue anni, in continuazione con altre due condanne precedenti, sono stati proposti, infine, per Calogero Di Caro, 74 anni, già condannato in passato per mafia e ritenuto il nuovo capomafia di Canicattì. Il processo è stato rinviato all’8 settembre per l’inizio delle arringhe difensive dei legali degli imputati. Fanno parte del collegio gli avvocati Angela Porcello, Santo Lucia, Raffaele Bonsignore, Giuseppe Barba, Antonino Reina, Vincenzo Domenico D’Ascola e Lillo Fiorello.

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