Il già sindaco di Favara, Rosario Manganella, e il consigliere comunale in carica, Calogero Castronovo, si sono dimessi dal Partito Democratico e hanno scritto una lettera al segretario nazionale Nicola Zingaretti:
Caro Segretario Nicola Zingaretti, siamo un vecchio militante (sono 60 gli anni di militanza, sommati, ovviamente, quelli trascorsi nel P. C. I.) ed un compagno con una lunga militanza (circa 20 anni).
Ti scriviamo perché ci sentiamo vittime del diniego dell’iscrizione al P. D.
Molto probabilmente non leggerai questa nostra (visti i tuoi continui e costanti impegni) ma, almeno potremo dire: ci abbiamo provato, le abbiamo tentate tutte.
Per darti un’idea di chi siamo, ti diciamo che io, Rosario Manganella, sono stato segretario locale del Circolo della F. G. C. I., della sezione comunista di Favara, in provincia di Agrigento, consigliere provinciale per due consiliature e ( con il vecchio sistema elettorale ) consigliere comunale, vice sindaco, candidato, per ben tre volte, alle elezioni regionali Siciliane ( prendendo una messe di suffragi), presidente, per oltre 10 anni, di un Ente acquedottistico e, dal 2011 al 2016, sindaco della mia Città.
Nel partito sono stato per mezzo secolo un dirigente modestamente di primo piano e per tanti, tantissimi anni componente degli organismi provinciale e regionale. Mi fermo qui perché non voglio apparirti come un “cicero pro domo sua”.
L’altro sottoscrittore della presente è il compagno Calogero Castronovo ( più giovane) da 15 anni consigliere comunale di Favara ed attualmente in carica.
Nel 2019, come ben sai, il partito a livello siciliano è stato commissariato a causa delle – passaci il termine – “guerre per bande”, volte solo al tentativo di gestione correntizia.
Guerre, alle quali hanno partecipato tutti, sia regionalmente che a livello provinciale e locale.
Come ben sai, i congressi sono attualmente ancora bloccati.
Si parla di “mazzette” di tessere che si muovono da una componente all’altra e questa è una delle ragioni del rinvio dei congressi.
Il tesseramento on line, consentici di dire è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Noi siamo – non dirci nostalgici – per il tesseramento così come si faceva ai tempi del P. C. I.: tutti in piazza a cercare i compagni, stringere loro la mano, discutere della situazione politica a tutti i livelli, etc. e poi invitarli a rinnovare o a prendere la tessera.
Tutto questo non c’è più e possiamo capirne il perché, ma non può essere l’iscrizione on line, l’alternativa!
Ciò premesso, ti spieghiamo perché noi e tanti altri compagni non abbiamo potuto rinnovare l’iscrizione.
Per ben tre volte – con la mia carta di credito mi sono visto negare la transazione : l’aspetto tecnico-burocratico ha avuto la meglio sulla volontà politica. Risultato finale: siamo rimasti senza tessera, né possiamo accettare la logica che possiamo sempre richiedere la tessera 2020. Non ci siamo. Vogliamo prima quella del 2019 che ci è stata abusivamente negata.
Assieme a me anche il compagno Calogero Castronovo che mi aveva chiesto di usare la mia carta di credito è rimasto orfano di tessera.
Ho telefonato – ben 5 volte – al commissario per la Sicilia Alberto Lo Sacco, il quale, a nostro avviso, ha sottovalutato le mie ragioni ( tramite la Commissione prov.le per il Congresso di Agrigento ho, infatti inviato le tre copie che comprovavano la mancata transazione), cambiando, di volta in volta posizione.
Lo Sacco avrebbe dovuto valutare la volontà politica di iscriverci al Partito e non il fatto che non erano arrivate le misere 15 euro che, ripeto, ho tentato inutilmente di inviare. A tal proposito, scusaci, che senso ha tenere ancora un commissario, quando abbiamo già un segretario regionale, eletto secondo i canoni dello statuto del partito?
Posso dimostrare che negli anni 70, nella mia tessera, facevo mettere il bollino da 50 mila lire.
Nei nostri confronti e nei riguardi di tanti compagni, sono stati usati un abuso ed una ingiustizia, per cui riteniamo che non ci sono le condizioni per restare dentro il partito.
Pertanto, ti comunichiamo di uscire dal P. D., a meno che, con un tuo autorevole intervento, non ci venga ridato ciò che ci è stato ingiustamente tolto. Non è e non vuole essere una minaccia, ma siamo incazzati neri e vogliamo solo giustizia.
Lasciare il P. D. ci dispiace molto, ma, a questo punto, lo facciamo si con amarezza, ma con ferma determinazione.
Dopo sessanta anni di essere stato sempre in prima fila, anche dirigenziale (avevo 13 anni quando, per la prima volta misi piede nella sezione comunista di Favara), chiudiamo – unitamente al compagno Castronovo – nostro malgrado, questa scelta di vita, convinti, come siamo, che si può continuare a fare politica anche stando fuori dal partito.
Ed è quello che continueremo a fare, stando tra la gente, in mezzo ai lavoratori, ai giovani, alle donne.
Grazie per averci ascoltato.
Saluti fraterni.
Rosario Manganella e Calogero Castronovo