I banchi sono doppi, di quelli che prevedono un unico pezzo lungo quanto due banchi singoli e ai quali seggono due studenti, e certo non possono garantire il metro di distanza tra i due. Così si pensa ad interventi “artigianali” per rispettare le indicazioni del CTS.
I banchi incriminati in Sicilia sono circa tre quarti del totale dell’Isola, 300mila, che non consentirebbero di rispettare quel metro di distanza “rime buccali” per circa 600mila studenti. Per questo motivo si sta pensando ad una soluzione di falegnameria, dividendoli in due con tanto di sega.
“L’ipotesi è segare i banchi, se sono in legno, o comunque separarli. Potremmo usare dei separatori, anche in legno, per evitare contatti – ha detto il capo della task force regionale Adelfio Cardinale – ma la soluzione migliore resta dividere i banchi”. Soluzione estrema per risolvere quello che nell’isola viene considerato come l’ostacolo più grande da superare. Alla base della soluzione estrema, i tempi per l’acquisto di nuovi banchi che dovrebbero sostituire i doppi: troppo lunghi. Quindi meglio andarci giù di sega.
Si spera anche nei banchi promessi dal Ministro, che dovrebbero essere distribuiti proprio in quelle scuole in cui ci sono maggiori difficoltà per il rispetto delle indicazioni del Comitato tecnico scientifico. Si tratta, come ha ribadito il Ministro in serata anche a La 7, di banchi di nuova generazione, monoposto e che saranno acquistati grazie ai fondi per l’emergenza Covid. Gli studenti siciliani resteranno in bilico per tutta l’estate, quindi, “divisi” tra banchi segati e quelli di ultima generazione. Solo quando saranno riaperte le classi per il rientro a settembre, si scoprirà se faranno bella mostra i primi o i secondi.