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“Bilanci gonfiati a Porto Empedocle”, la Gup deciderà a ottobre, Firetto e 5 revisori dei conti dovranno attendere

Tutto rinviato a ottobre e niente integrazione di prove, come chiesto dalla difesa: l’udienza preliminare sulla presunta falsificazione dei bilanci del Comune di Porto Empedocle è nella fase calda, anche se oggi qualcuno attendeva un epilogo. Nessuno dei sette imputati, fra cui l’attuale sindaco di Agrigento Calogero Firetto, ha chiesto riti alternativi. La giudice Alessandra Vella, quindi, ha fissato nel 23 e 30 settembre e 7 ottobre (tre giorni dopo il voto per le amministrative nel capoluogo) le udienze dove si terranno la requisitoria del pubblico ministero e la discussione degli avvocati difensori. Respinta anche la richiesta di integrazione probatoria. La difesa ha sempre sostenuto che non vi sarebbe stata alcuna alterazione nella redazione dei bilanci perché la normativa che, in sostanza, consente di inserire solo le somme già riscosse, è entrata in vigore nel 2015, quindi in seguito ai fatti contestati.
L’ipotesi del pubblico ministero Chiara Bisso è che sarebbero stati falsificati i bilanci dell’ente – fra il 2011 e il 2014, quando a capo dell’Amministrazione c’era Firetto – per fare quadrare i conti ed evitare che scattassero le sanzioni di legge per gli enti che non rispettano il patto di stabilità. Nella lista degli imputati, oltre all’attuale sindaco del capoluogo, ci sono l’ex responsabile dei servizi finanziari dell’ente Salvatore Alesci e cinque revisori dei conti che si sono alternati in quegli anni. Sono Francesco Maria Coppa, Rosetta Prato, Carmelo Presti, Enrico Fiannaca ed Ezio Veneziano.
L’inchiesta scaturisce da alcuni accertamenti della Guardia di Finanza. Sono quattro le ipotesi di falso in atto pubblico che vengono contestate a Firetto e si riferiscono alle attestazioni fatte nei bilanci che, in sostanza, sarebbero stati “gonfiati”, inserendo fra le entrate la somma pagata dall’Enel a titolo di misure compensative, per fare in modo che venisse occultato un buco di circa 3 milioni di euro, evitando di incappare nelle sanzioni previste dalla legge per i Comuni che non rispettano il patto di stabilità. La certificazione è stata redatta anche dai commercialisti che hanno composto, in quegli anni, i collegi dei revisori dei conti.
Per gli stessi fatti sia Firetto che Alesci sono stati già assolti dalla Corte dei conti.

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