Probabile un ripescaggio della legge di riforma dei rifiuti in Sicilia. Ok da Miccichè, Savarino e Musumeci. I dettagli del testo già bocciato con voto segreto.
Dopo l’ultima bocciatura con voto segreto, la legge di riforma del settore dei rifiuti giace ancora a Palermo, tra i palazzi d’Orleans e dei Normanni, rimbalzando, come una palla da biliardo, dall’Assemblea Regionale al Governo regionale tramite la Commissione Ambiente, e viceversa. Il rimpallo è stato appena aggravato dall’inchiesta cosiddetta “Mazzetta Sicula”, che si è abbattuta sulla discarica di Lentini, la più capiente della Sicilia, e sulla “Sicula Trasporti” che l’ha finora gestita, sotterrando, tra l’altro, anche bidoni ripieni di banconote. Il presidente di Sala d’Ercole e coordinatore di Forza Italia, Gianfranco Miccichè, auspica che si lavori nuovamente, e da subito, sulla riforma, senza indugiare. Giusy Savarino, presidente della Commissione Ambiente, ha risposto all’appello, seppur con poco ottimismo, dichiarandosi pronta al terzo tentativo e, quindi, a fissare per la terza volta i termini per presentare gli emendamenti alla legge di riforma. Il presidente della Regione, che nel frattempo guerreggia contro il voto segreto, è fiducioso. Nello Musumeci commenta: “Una nuova legge sui rifiuti entro la legislatura e il completamento dell’iter del Piano dei rifiuti sono la conclusione di un percorso amministrativo e l’inizio di un definitivo superamento del dibattito sui rifiuti come emergenza. Ed anche in questo abbiamo impresso una svolta significativa, essendo ormai un ricordo lontano le ordinanze urgenti del presidente della Regione che hanno per oltre un decennio prorogato lo stato di emergenza rendendolo permanente”. Quali sono i tratti essenziali del disegno di legge di riforma del settore rifiuti in Sicilia? Ecco i dettagli: assecondando le sollecitazioni dell’Anac anticorruzione e della Corte dei Conti sarà ridotta l’eccessiva frammentazione territoriale del servizio. Attualmente vi sono 18 Srr, Società regolamentazione dei rifiuti, e più di 200 Aro, Area raccolta ottimale, che spesso sono formate finanche da un solo Comune. Invece la riforma taglia drasticamente il tutto, e vi saranno solo 9 ambiti ottimali, uno per ciascuna provincia. E ciascuna provincia dovrà essere autosufficiente di impianti di conferimento, smaltimento o riciclo, così da avviare e concludere il ciclo dei rifiuti nella provincia ed evitare i costosi viaggi dei rifiuti oltre la provincia. I 9 ambiti ottimali, battezzati come Ada, ovvero Autorità d’Ambito, saranno enti pubblici, con al timone un manager, affiancato dall’assemblea dei sindaci della provincia, così come è, ad esempio, per l’Ati agrigentina, l’assemblea territoriale idrica. Al contrario, le attuali Srr sono società consortili di capitali, con forma privatistica e quindi disciplinate dal codice civile. Dunque, con l’avvento delle Ada, la Regione svolgerà più agevolmente il proprio ruolo di indirizzo e di vigilanza, separando le funzioni pubbliche di controllo, che spetteranno alle Ada, dalla gestione, che sarà a cura di soggetti, pubblici, privati o misti, scelti dalle Ada, e, se privati, scelti tramite procedure di evidenza pubblica. I soggetti gestori potranno anche essere le attuali Srr. La pianificazione in ciascuna provincia, impianti compresi, sarà decisa e gestita, dall’Ada, in coerenza con gli atti regionali, ossia con il piano regionale di gestione dei rifiuti, e nel rispetto del quadro normativo statale. Il personale transiterà nelle Ada o nei soggetti gestori, direttamente, e solo in alcuni casi con un concorso per titoli ed esami, qualora si tratti di personale amministrativo non proveniente dai Comuni o da altri Enti a cui si è acceduti tramite concorso. In tale caso, tra i titoli, come punteggio, sarà utile l’esperienza maturata nel settore. Infine, i debiti accumulati dal “carrozzone” rifiuti in Sicilia: nel disegno di legge è stata inserita una norma che assegna il coordinamento delle liquidazioni alla Regione e, per essa, all’Ufficio speciale per la chiusura delle liquidazioni.