L’interpretazione di Simona Carisi esprime l’amore, la rabbia, il dolore, la compostezza di una donna-magistrato, di Francesca Morvillo.
Ben 28 anni dopo la strage di Capaci, quel giorno che nessuno può dimenticare. Francesca Morvillo torna a parlare: “Non potevo lasciarti da solo, non potevo permettere che le nostre anime si separassero. Poi quel boato e d’un tratto la paura è scomparsa e sai perché? Perché quel boato ha flagellato sì i nostri corpi, ma le nostre anime no. Quelle no, sono rimaste integre e soprattutto unite e vittoriose. Abbiamo perso sì le nostre vite, ma abbiamo vinto contro di loro”.
Magistrale l’interpretazione dell’agrigentina Simona Carisi che ha ridato voce – con il monologo – a Francesca Morvillo. Un monologo tratto dall’opera teatrale “Anime che si chiamano” della favarese Antonella Morreale.
L’opera – veramente coinvolgente ed emozionante – è stata realizzata dal regista favarese Giuseppe Bennica, grazie ad “Arcobaleno” compagnia teatrale diretta proprio da Antonella Morreale e al Centro italiano femminile comunale di Favara.