Il primario dell’Unità operativa complessa di Cardiologia ed Emodinamica di Agrigento, Giuseppe Caramanno, interviene a seguito di alcune notizie che sono state diffuse circa l’esistenza di un focolaio di coronavirus nello stesso reparto. Caramanno afferma: “Purtroppo in questo periodo, in piena emergenza coronavirus, circolano molto spesso notizie false costruite artatamente da alcuni per creare panico, disagio e allarme sociale, e chissà quale ipotetico e fantasioso vantaggio economico, immaginano di trarre. Infatti ho letto in questi giorni alcuni messaggi che mistificano in maniera indegna la realtà dei fatti. Io, in qualità di primario del reparto che mi onoro di dirigere, ho il dovere, prima da professionista e poi dal punto di vista umano, di ristabilire la verità. Cosa è accaduto, in questi giorni nella nostra struttura?
Il 16 marzo è stata ricoverata nella nostra Unità operativa una signora di 76 anni di Favara, inviata da un cardiologo del territorio, che necessitava dell’impianto di pacemaker che poi veniva impiantato l’indomani martedì, subito dopo un arresto cardiaco transitorio. Nonostante il medico di guardia insistentemente avesse chiesto più volte alla signora se fosse stata a contatto con persone a rischio coronavirus, ella rispondeva negativamente. e dopo avere effettuato una radiografia del torace, molto sospetta, veniva sottoposta a Tac toracica, suggestiva per infezione da Covid 19, per cui veniva effettuato un tampone per confermare il sospetto. Nel frattempo solo dopo 12 ore dal ricovero la paziente ammetteva di essere stata vicina a un congiunto proveniente da Milano. L’esito del tampone risultato positivo ci induceva a trasferire la signra in un centro Covid 19.
A seguito della positività della paziente di Favara, a distanza di 24 ore, tutti gli operatori sanitari della cardiologia e due pazienti venivano sottoposti a tampone risultato poi positivo in un emodinamista e in un’ausiliaria che non avevano avuto nessun contatto con la signora in questione, mentre tutti gli altri erano negativi.
Infine, un paziente di Mussomeli, ricoverato dal 22 febbraio per grave scompenso cardiaco, lunedì 16 marzo veniva sottoposto a coronarografia e a controllo radiografico del torace che risultava sospetto per polmonite da coronavirus. Si decideva quindi di eseguire il tampone che non è stato possibile effettuare perché il paziente la mattina del 19 marzo è deceduto, e nonostante ciò veniva effettuato lo stesso. Il 21 marzo si apprendeva che il paziente era positivo al coronavirus.
Analizzando tutti i dati a disposizione possiamo concludere che ragionevolmente :
1) La prima paziente sia stata contagiata altrove, sicuramente non in ospedale.
2) Il paziente deceduto, Covid 19 positivo, abbia contagiato sia l’emodinamista che l’ausiliaria.
3) Resta da chiarire quando e dove il paziente deceduto abbia contratto l’infezione da coronavirus.
4) Non esiste nessun focolaio nella Cardiologia di Agrigento. Mi preme sottolineare ancora una volta che, nonostante i casi verificatisi nel reparto di Cardiologia del nostro nosocomio, i cardiologi agrigentini continuano a svolgere regolarmente il proprio lavoro, dopo avere sanificato i locali e disposto la quarantena dei soggetti risultati positivi. Come già ribadito, è probabile che nelle prossime settimane pazienti Covid 19 potranno presentarsi nel nostro reparto, specialmente quelli affetti da infarto miocardico acuto che afferiscono direttamente in sala di Emodinamica, senza transitare dal pronto soccorso. In queste settimane abbiamo potuto constatare che alcuni pazienti stanno sottovalutando i sintomi dell’infarto ritardando il ricovero o addirittura restandosene a casa per paura del contagio con conseguenze spesso disastrose, per cui invito coloro che presentano sintomi come dolore toracico o difficoltà respiratorie a chiamare subito il 118 che provvederà ad eventuale ricovero in ospedale dove ci sono a disposizione dei professionisti che tratteranno tempestivamente al meglio tutte le patologie cardiache” – conclude Giuseppe Caramanno.