I dirigenti del Partito Democratico in Sicilia hanno informato Enzo Bianco di un sondaggio. Lui, il sindaco di Catania, se si candidasse a presidente della Regione, volerebbe intorno al 37 per cento, contro il 16 di Rosario Crocetta e appena il 5 per cento dei renziani Faraone o Cracolici. E così Enzo Bianco è impegnato a valutare se candidarsi alla corsa a Palazzo d’Orleans. E il tempo a disposizione non è tanto. Infatti, lui, se si candidasse, dovrebbe dimettersi da sindaco entro il primo maggio. E prima della decisione ha bisogno della madre di tutte le garanzie, che è la benedizione del segretario nazionale del Partito Democratico. E siccome fino alle ore 21 di domenica prossima 30 aprile non si conoscerà il nuovo segretario, Enzo Bianco probabilmente deciderà dopo le ore 21, quando le Primarie gli riveleranno il nome del segretario con il quale si confronterà subito sulla candidatura. Ovviamente entro l’indomani, il primo maggio. Ecco perché Enzo Bianco adesso è a Roma: pronto e attento. E il segretario regionale del Partito Democratico, Fausto Raciti, anche lui con il sondaggio tra le mani, commenta: “Il sondaggio? Quei numeri colpiscono un po’. Se arrivano un impegno e un quadro solido di garanzie, nessun problema per Bianco. Ma fino ad allora si va avanti con un percorso che prevede, con il coinvolgimento degli alleati, le primarie da svolgersi entro metà luglio” – conclude Raciti. E a proposito di alleati, in casa Alternativa Popolare la candidatura di Enzo Bianco alla presidenza della Regione è accolta bene dal sottosegretario Giuseppe Castiglione e dall’ex senatore Pino Firrarello. Un altro siciliano, Dore Misuraca, è invece titubante, e replica: “Bianco? “In Sicilia Alternativa popolare ha idee, gambe e cuore per avanzare una propria candidatura per la presidenza della Regione. Lo ha rivendicato giustamente nelle scorse settimane Angelino Alfano, e lo sosteniamo con convinzione anche alla luce dei sondaggi che ci danno vicini a una percentuale a doppia cifra. Qualsiasi altra ipotesi va preventivamente posta e discussa all’interno di un eventuale accordo di coalizione, al di fuori del quale è chiaro non troverebbe il nostro consenso. Solo così potremmo poi ragionare sulla partecipazione anche ad eventuali primarie.”