L’ estate scorsa l’ assessore regionale alla Sanità, Baldo Gucciardi, preparò una proposta di nuovo piano della rete ospedaliera in Sicilia. E la consegnò ai manager responsabili delle Aziende sanitarie provinciali, affinchè la valutassero, mantenendo il riserbo sul progetto. E invece, la mappa che avrebbe ridisegnato la rete sanitaria in Sicilia fu presto tra le mani di sindacalisti, dirigenti medici, politici e amministratori. E scoppiò un pandemonio. Tutti, o quasi, contro, tanto che l’ assessore Gucciardi, in fretta e furia, ai primi di settembre, quando Renzi intervenne nella Valle dei Templi ad Agrigento, smentì : “Non vi è nessuna nuova rete, è solo una bozza”. Adesso invece, gennaio 2017, il nuovo piano, probabilmente modificato secondo e seguendo le reazioni negative di pochi mesi addietro, è pronto. L’ assessore Gucciardi lo ha presentato ai sindacati, e la prima novità, la più attesa, interessa l’ ospedale “Giglio” di Cefalù, che non sarà declassato a presidio di base, come nelle intenzioni estive, ma sarà confermato come ospedale di primo livello, conservando tutti i reparti. E poi, nel piano non vi è più traccia dei cosiddetti ospedali di comunità, solo con servizi di riabilitazione e lungodegenza, privilegiando invece la scelta degli ospedali riuniti dove ogni struttura mantiene la propria autonomia. Ad esempio, all’ospedale Civico di Palermo si affiancheranno il Policlinico Paolo Giaccone e gli ospedali riuniti Villa Sofia – Cervello. E di conseguenza, i 100 posti letto in meno al Policlinico e gli altrettanti 80 in meno a Villa Sofia – Cervello, sono scongiurati. Poi, tra gli ospedali di primo livello, oltre il Giglio a Cefalù, sono confermati anche l’ospedale Buccheri La Ferla a Palermo, e poi a Trapani il Sant’Antonio Abate, riunito con gli ospedali di Salemi e di Marsala. E poi, nel bacino Agrigento – Caltanissetta – Enna, l’ ospedale Sant’Elia a Caltanissetta è stato promosso a dipartimento di emergenza – urgenza di secondo livello, e sarà quindi riferimento per tutti gli altri ospedali dello stesso bacino. Un gradino più sotto, tra gli ospedali di primo livello vi sono Agrigento, gli ospedali riuniti di Sciacca e Ribera, il Vittorio Emanuele di Gela e l’Umberto primo di Enna. Tra le strutture di base, invece, vi sono gli ospedali di Canicattì, Licata, Piazza Armerina e Nicosia. Sono invece ospedali di zona disagiata Mussomeli, Mazzarino e Leonforte. I sindacati apprezzano e commentano : “Apprezziamo il coraggioso impegno con cui l’assessore ha portato avanti la riorganizzazione del sistema sanitario regionale. Il prossimo passo però sono le assunzioni, fondamentali per assicurare servizi efficienti e per rendere la riorganizzazione veramente efficace. Il piano della rete ospedaliera non farà perdere pezzi alla sanità siciliana. Anzi, in alcuni casi, apportando le giuste modifiche, potrebbe persino migliorarne la gestione. Inoltre, ma solo dopo il via libera da Roma, si aprirebbero finalmente le porte a concorsi e assunzioni”.