Sono davvero giornate di passione al Consiglio comunale di Agrigento. A quasi due anni dall’insediamento, le scosse sismiche di assestamento dopo il terremoto elettorale non si sono placate. Anzi, tutt’altro. L’epicentro tellurico è, ovviamente, e non potrebbe essere altrimenti, la maggioranza di governo, dunque l’amministrazione del sindaco Lillo Firetto, quindi anche la presidente del Consiglio comunale la cui carica, come secondo il “Cencelli” di Aula Sollano, spetta alla coalizione che vince le elezioni. In principio sono stati i consiglieri del gruppo “Uniti per la città” a insorgere in occasione del voto sull’aumento della tassa dei rifiuti per il 2017 e poi a fuoriuscire dalla maggioranza. Gerlando Gibilaro, Marco Vullo, Angelo Vaccarello e Giuseppe Picone sono adesso all’opposizione e l’assessore di riferimento del gruppo, Franco Miccichè, si è dimesso. Poi, un’altra scossa ha interessato il Partito Democratico, dove si consuma, al momento sotto traccia ma non più di tanto, il disaccordo tra la segreteria cittadina del partito, che intenderebbe revisionare per un nuovo tagliando il rapporto con l’amministrazione cittadina, e i primi riferimenti del partito al Municipio, che sono la capogruppo e l’assessore alle Politiche sociali. Nel frattempo, il consigliere comunale Nello Hamel ha invitato l’ex assessore Miccichè ad un ripensamento ma è stato subito rimbrottato dai consiglieri di “Uniti per la città” che hanno replicato: “Grazie, ma Franco Miccichè condivide le ragioni per le quali abbiamo salutato l’amministrazione Firetto”. E ancora nel frattempo, la presidente del Consiglio comunale, Daniela Catalano, ha annunciato che sarà costretta a rivolgersi alle autorità competenti qualora la consigliere Nuccia Palermo prosegua “nello screditare, con asserzioni infondate e fuorvianti, la sua immagine.” Da ultimo, è Nuccia Palermo che ha diffuso alla stampa un documento congiunto tra Sicilia Futura, il suo partito di cui è anche vice coordinatrice provinciale, e il consigliere comunale di Forza Italia, Giovanni Civiltà, che interviene a titolo personale. E in risposta alla Catalano, tra l’altro, si legge: “E’ palese la poca propensione al confronto democratico da parte della presidente Catalano, che personalizza gli attacchi politici dimostrando poca attitudine al suo ruolo. La città avrebbe meritato un Presidente del Consiglio che fosse da stimolo verso l’Amministrazione e garanzia di tutti gli eletti. La posizione che intende assumere la Catalano è lesiva perché ostacola la libertà di critica politica che ogni singolo consigliere ha diritto di esporre a difesa degli interessi dei cittadini. L’attività della Catalano è stata da sempre freno e rinvio del dibattito consiliare. E l’ultimo esempio è il Bilancio di previsione 2017, già in ritardo di 14 giorni dalla scadenza entro cui avremmo dovuto deliberare. La diffida preventiva della Catalano alla Palermo è una minaccia all’intera opposizione. Ecco perché la invitiamo a valutare in maniera meno personalistica le singole affermazioni.”