Quanto la crisi di governo incide in negativo in Sicilia? Le ripercussioni tra infrastrutture e lavoro. Gli interventi del Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Cgil.
La crisi di governo esplosa a Ferragosto compromette le già precarie prospettive di progresso economico e infrastrutturale in Sicilia. Da una parte Agrigento sorride perché il sindaco Lillo Firetto ha appena annunciato che l’Anas ha finanziato per 35mila euro il progetto preliminare per l’allestimento di una viabilità alternativa al viadotto Morandi dove, nel frattempo, ancora l’Anas ha avviato, seppur con poco slancio, i lavori di manutenzione straordinaria per il consolidamento e il recupero sicurezza. Dall’altra parte su Agrigento si addensano nubi a tempesta perché il naufragio della corazzata “Conte – Di Maio – Salvini” ritarda, come se non bastassero i ritardi pregressi, i pagamenti del decreto “salva imprese”, a danno dei cantieri stradali Agrigento – Palermo e Agrigento – Caltanissetta. Così è anche secondo i deputati regionali del Partito Democratico, Michele Catanzaro, Nello Di Pasquale, Giuseppe Arancio e Baldo Gucciardi, che denunciano: “Sarebbe gravissimo se, per alchimie e tattiche politiche di bassa lega, si sacrificasse l’aspettativa della Sicilia verso lo sblocco di opere infrastrutturali fondamentali per il rilancio dell’intera regione, mortificando i diritti di migliaia di lavoratori e di centinaia di imprese, che solo fino a pochi giorni addietro hanno gioito per l’approvazione del fondo ‘salva imprese’. Esistono opere, quali la Palermo-Agrigento, la Caltanissetta-Agrigento o la Ragusa-Catania, che non possono attendere i comodi della politica”. E sulla stessa lunghezza d’onda del Pd si sintonizza il Movimento 5 Stelle all’Assemblea Regionale che rilancia: “Le modifiche al fondo ‘salva imprese’ approvate lo scorso 6 agosto in occasione dell’ultima riunione del Consiglio dei Ministri, come ad esempio l’accesso al fondo anche alle imprese non in regola con il Durc per colpa dei mancati pagamenti, avrebbero permesso un rapido pagamento delle stesse imprese in crisi e all’opera nei cantieri Cmc. E adesso invece tutto ciò è a rischio a causa della crisi di Governo”. E non solo strade: il terremoto a Roma a palazzo Chigi provoca scosse anche nel lavoro in Sicilia. Il neo segretario regionale della Cgil, Alfio Mannino, ha sollecitato la convocazione straordinaria di un Consiglio dei Ministri per scongiurare catastrofiche ripercussioni occupazionali in Sicilia. E Mannino spiega i dettagli di tali conseguenze citando alcuni esempi: “La proroga della cassa integrazione straordinaria per i 670 lavoratori della Blutec di Termini Imerese, da luglio senza alcuna protezione. Poi le stabilizzazioni dei 1.200 precari dei Comuni siciliani in dissesto. O gli oltre 5mila lavoratori Almaviva oggetto di una trattativa adesso in stop. Le sorti dei lavoratori – sottolinea il segretario della Cgil siciliana – non possono essere ostaggio delle dinamiche e dei giochi della politica. Nel tritacarne di una politica che non pensa più agli interessi della collettività stanno finendo tante vertenze in Sicilia. I tempi della crisi non sono compatibili con quelli di un’altra crisi, più seria e drammatica, che è quella del Mezzogiorno e della Sicilia in particolare”.