La revoca dell’incarico di sovrintendente della Foss solleva reazioni e polemiche: gli interventi di Ester Bonafede, Stefano Santoro, Gianfranco Miccichè e Saverio Romano.
A lei, l’ex assessore regionale Ester Bonafede, è stato revocato l’incarico di sovrintendente della Foss, la Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana. La delibera di revoca è stata approvata dal Consiglio di amministrazione della Fondazione presieduto da Stefano Santoro. Ester Bonafede, già sovrintendente della Foss dal 2007 al 2013, sarebbe gravata da alcune pendenze con la stessa Foss. E Santoro spiega: “Doveva consegnarci una dichiarazione su conflitti di interesse e pendenze in corso e non lo ha fatto. C’è un contenzioso in atto per emolumenti da lei rivendicati con tanto di decreto ingiuntivo, oltre una indagine della Corte dei conti per spese avallate da lei in passato”. Lei, la Bonafede, annuncia azione per il risarcimento dei danni e replica con piglio: “Ho consegnato al Consiglio di amministrazione della Foss tutte le certificazioni che mi hanno richiesto per assumere il ruolo di sovrintendente. Il presidente Stefano Santoro ha scelto di non tenerne conto e quindi devo necessariamente cautelarmi. Il danno morale e d’immagine che sto subendo da questa vicenda è enorme. Io ho risposto a ogni richiesta che mi hanno fatto, firmando anche una dichiarazione con cui attestavo la mia disponibilità a rinunciare al procedimento civile e contabile contro la Foss. Ho risposto a tutte le richieste del Cda due giorni dopo la nomina”. Controbatte il presidente Santoro: “La documentazione presentata dalla Bonafede non bastava a far cessare gli effetti giuridici del procedimento”. Alla vigilia della seduta del Consiglio di amministrazione della Foss, che poi ha deliberato la revoca dell’incarico alla Bonafede, Gianfranco Miccichè ha puntato il dito contro Stefano Santoro, e le sue parole sono state: “Stefano Santoro è stato scelto dalla politica: se lui non si assume la responsabilità delle scelte che la politica gli chiede, è meglio che faccia un passo indietro”. Tradotto, anche se non vi è bisogno di traduzione, è: “Se Santoro non è disposto a confermare la Bonafede si dimetta”. Saverio Romano, leader di Cantiere Popolare, appena ha appreso l’intervento di Miccichè non ha esitato un solo attimo e ha tuonato: “Ancora una volta il presidente dell’Assemblea regionale, Gianfranco Miccichè, alla guida di un organo che dovrebbe essere sopra le parti, interviene a piedi uniti sulla gestione di uno degli enti della Regione, senza che nè l’assessore al ramo nè alcun esponente del governo si pronuncino nel merito. È davvero incredibile constatare come la politica si sia ridotta in questo stato dove chi dovrebbe garantire terzietà e imparzialità non perde occasione per minacciare politicamente organismi che dovrebbero agire in piena autonomia. E chi dovrebbe dare indirizzo politico, mantiene il più rumoroso silenzio. Ovviamente mi riferisco alle minacce politiche di Miccichè all’indirizzo di Stefano Santoro, colpevole di voler assicurare la piena legalità degli atti alla Fondazione Orchestra sinfonica siciliana. E’ un comportamento, quello di Miccichè, che stigmatizzo e che mi porta a manifestare la piena solidarietà al presidente Santoro”.