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Dopo il blitz “Piazza Pulita”, l’intervento di Giovanni Parisi

Giovanni Parisi
L’imprenditore agrigentino, Giovanni Parisi, interviene a seguito dei risvolti appena emersi nell’ambito dell’inchiesta antidroga “Piazza Pulita”, sostenuta dai Carabinieri e dalla Procura di Agrigento, in riferimento soprattutto al consumo abituale di droga da parte di giovanissimi, anche sedicenni. Giovanni Parisi, in premessa, rievoca le abitudini sane e gioviali dei sedicenni della sua generazione, a cavallo tra gli anni 70 e 80, e poi, in conclusione, afferma: “Siamo sicuri che il problema con la retata antidroga è stato debellato? Siamo sicuri che i genitori non sappiano nulla dei loro figli, che non si accorgano la notte in che stato rientrano a casa? Il problema è stato risolto con l’arresto degli spacciatori, quando invece gli spacciatori lavorano perché vi è la domanda di droga anche e soprattutto da parte di ragazzini alla ricerca dello sballo. E per quale fine? Il dramma è solo uno: per i genitori tutti i figli sono solo fenomeni e bravi ragazzi”.

Ecco il testo integrale dell’intervento di Giovanni Parisi:

Noi a 16 anni, parlo della mia generazione degli anni 70 e 80, andavamo a giocare nei campetti parrocchiali, a basket e a calcio, andavamo a giocare a biliardino negli oratori, andavamo a messa la mattina per poter andare nel pomeriggio a vedere un film in bianco e nero e qualche volta in tecnicolor e cinescope nel salone di San Francesco con il mitico prete “padre Pellitteri” amico dei giovani. Noi a 16 anni eravamo iscritti nei reparti degli scouts in varie associazioni o in un gruppo folcloristico dove potevamo relazionarci con le ragazze. Noi a 16 anni andavamo al Viale davanti il bar Saieva il pomeriggio fino alle otto di sera divertendoci da morire seduti nelle panchine a cazzeggiare con i nostri amici. Noi a 16 anni andavamo per interi pomeriggi alle officine di Burgio e “do Stricatu” a sistemare i vespini e i boxer Piaggio con cui ci divertivamo a fare la spola con San Leone. Noi a 16 anni stavamo tutta la sera in estate fino a mezzanotte davanti “Pisciotto” a bere gazzose o a mangiare i cornetti Algida. Noi a 16 anni andavamo a cinema la domenica alle 15 e a vedere i teatrini al “supercinema” la domenica mattina. Noi a 16 anni, andavamo a bere il passito dal “palermitano” dopo aver mangiato il panino con le panelle o il calzone da Taglialavoro. Noi a 16 anni ci divertivamo davvero e non andavamo a cercare il ‘fumo’ come si fa oggi in via Vallicaldi. Ho letto che nella retata dei Carabinieri, sotto la via Atenea, in uno dei quartieri più degradati di questa città, hanno smantellato, per fortuna, una rete di spacciatori di extracomunitari che rifornivano nella maggioranza dei casi di droghe i nostri ragazzi spesso minorenni. E per questo ovviamente faccio loro i miei complimenti.
I sedicenni di oggi cosa sono? Cosa vogliono? Che Fanno? Sono spesso infelici di tutto quanto li circonda, hanno tutti il telefono ultima generazione a cui sono attaccati costantemente, le tute e le scarpette per giocare nelle scuole di calcio o in palestra, sono alla ricerca di felicità “farlocche” che magari non hanno o di felicità che non possono avere. Sono sempre annoiati alla ricerca di quello che nemmeno sanno. I ragazzi di 16 anni di questo nuovo secolo, del secolo 21esimo che noi ragazzi di 16 anni guardavamo con molto entusiasmo e chissà con quali aspettative a venire, vagano nel nulla e nell’impossibile. Siamo sicuri che il problema con la retata di ieri è stato debellato? Siamo sicuri che i genitori non sappiano nulla dei loro figli cosa fanno e dove vanno? Siamo sicuri che non si accorgano la notte quando rientrano in che stato tornano a casa? Il problema è stato risolto con l’arresto degli spacciatori. Gli spacciatori che rappresentano l’offerta esistono perché esiste la domanda, e spesso in quella zona di spaccio la domanda era rappresentata da ragazzini alla ricerca di quella roba che li fa sballare. ma sballare per cosa?
Il grande dramma è solo uno: per i genitori tutti i figli sono solo fenomeni e bravi ragazzi”.

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