Allenarsi da soli è uno degli aspetti più difficili per un atleta. Entrare ogni giorno in palestra per mantenere alta la propria condizione sia fisica che mentale è essenziale soprattutto nella pallacanestro italiana di oggi, in cui una squadra potrebbe arrivare improvvisamente a bussare alla tua porta. Proprio per questo motivo i giocatori spesso scelgono un posto a loro familiare per potersi allenare al meglio e con la mente sgombra.
Non poteva esserci posto diverso da Agrigento per Kwame Vaughn, che ha deciso di tornare nella “sua” Sicilia per chiudersi in palestra e lavorare sodo. Insieme a coach Franco Ciani e a Cristian Mayer, il direttore sportivo che nella stagione 2013/14 lo portò alla Fortitudo Agrigento per quella che fu la sua prima esperienza nel basket italiano. Il rapporto tra Kwame Vaughn e Agrigento, un posto in cui fioriscono i talenti sportivi, è stato il classico amore a prima vista, con il cestista americano che ha letteralmente fatto impazzire i tifosi siciliani grazie ad un impatto devastante sul parquet. Oggi però Vaughn non è più quel ragazzino timido arrivato in Sicilia nell’estate del 2013. Oggi è un uomo che ha collezionato diverse esperienze in tutta Europa: Francia, Germania, Grecia, ma il ricordo di Agrigento è sempre rimasto vivo in lui.
Una città che dall’Unesco è stata inserita tra i patrimoni dell’umanità non poteva non colpire il cuore di un ragazzo arrivato da oltreoceano e che proprio in quella città è cresciuto sia come uomo che come giocatore di pallacanestro. Siamo sicuri che quando Kwame arrivò ad Agrigento nel 2013 pensava che quella potesse essere solo la prima fermata della sua carriera italiana. Per lui, che non ha mai avuto la possibilità di giocare per un team Nba, Agrigento rappresentava l’opportunità per farsi notare in Italia. Sognando di approdare un giorno all’Olimpia Milano, estromessa per il quinto anno consecutivo dalla pazza corsa per i playoff di Eurolega, per sfidare i migliori club del vecchio continente, lui ha dato sempre il meglio di sé premiando la fiducia di chi aveva scommesso sul suo talento.
La sua America, Kwame l’ha trovata in Sicilia, tra le splendide spiagge e la valle dei templi di Agrigento. Una città che trasuda storia, per tutti i popoli che in lei hanno lasciato traccia, e che dal 2013 ha deciso di adottare un nuovo figlio, arrivato dagli Stati Uniti, tra la curiosità degli appassionati della palla a spicchi. Certo il fascino della pallacanestro d’oltreoceano è sempre lo stesso per Kwame, e la voglia di continuare a lavorare sodo in palestra per provare ad arrivare un giorno a giocare quelle partite importanti che caratterizzano questo periodo dell’anno è rimasta intatta.
Ora infatti è il momento in cui il lavoro di un’intera stagione potrebbe decidersi in una particolare giocata difensiva, oppure in un canestro allo scadere o in un assist per mandare a segnare il compagno. Adesso è quel momento in cui le sedici migliori franchigie Nba sono in lotta per i playoff, per la prima volta senza LeBron James dopo 14 anni, dandosi battaglia per riuscire ad alzare al cielo il Larry O’Brien, provando a scalzare dal trono i campioni in carica dei Golden State Warriors.
Ma ora tutto questo per Kwame Vaughn ha poca importanza. In questo momento non conta nulla se dopo gli anni all’università di San Francisco non è arrivata nessuna chiamata da parte del basket professionistico a stelle e strisce. Lui ha ottenuto altro dal basket, ed è riuscito a trovare una seconda casa in una città come Agrigento che non lo dimenticherà mai. Piena di gente calorosa e accogliente che sarà sempre pronta a ospitarlo ogni volta che sentirà la voglia di tornare in Sicilia. Indipendentemente che si tratti di un ritorno per chiudersi in palestra per lavorare sodo, oppure della semplice voglia di rivedere vecchi amici e rivisitare quei luoghi che, dopo averli vissuti, sono diventati impossibili da dimenticare.