Il sindaco di Realmonte, Calogero Zicari, ripete come un mantra (e il mantra è una formula che nella religione induista si ripete più volte come pratica meditativa) che la Scala dei Turchi è un bene pubblico. Lo ha ripetuto in occasione di una recente seduta straordinaria del Consiglio comunale, e lo ha ribadito nel corso di una conferenza stampa insieme ad altri sindaci della costa agrigentina. “La Scala dei Turchi è un bene pubblico. E sono pronto a dormire qui, sulla Scala dei Turchi, per difenderla” – ha aggiunto Zicari. E per difenderla da che? Non certo dai cartaginesi all’epoca delle guerre puniche, e nemmeno dai turchi saraceni, che già tanti secoli addietro si aggrapparono alla spiaggia di marna bianca, battezzandola “Scala dei Turchi”. Il Comune di Realmonte, e così anche Agrigento, Siculiana, Porto Empedocle, Ribera, Sciacca e altri dell’entroterra, sono pronti a scontrarsi in giudizio contro le rivendicazioni avanzate da presunti proprietari privati come Ferdinando Sciabbarrà, un dirigente della Camera di commercio in pensione, che vanta la proprietà e pretende di conseguenza, e legittimamente, la gestione, come lo slogan femminista del ’68: “L’utero è mio e lo gestisco io”. E il sindaco di Realmonte si oppone al privato contrapponendo che la Scala dei Turchi è della collettività per usucapione che, per parlare come si mangia, significa acquisire la proprietà di un bene dopo un possesso prolungato nel tempo. “E’ un bene pubblico – riecco il mantra – e lo gestiamo noi”. Parole sante, colte al balzo a centrocampo e rilanciate all’attacco dall’associazione ambientalista MareAmico di Agrigento, coordinata da Claudio Lombardo, che su Facebook scrive: “Ancora una volta MareAmico ha fatto centro. Ha acceso i riflettori sulla Scala dei Turchi abbandonata. Il Comune di Realmonte ha dimostrato la volontà e la disponibilità a gestire e tutelare la Scala dei Turchi. Bene. Ora si passi ai fatti: si chieda l’esproprio del bene (visto che si tratta di proprietà privata) e si organizzi tutto quanto serve, a cominciare dall’assicurazione civile nei confronti dei visitatori, la pulizia, la custodia e tutto quanto avevamo già previsto con il nostro progetto. Mareamico vigilerà.”