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La nave “Mare Jonio” alla fonda ad un miglio e mezzo da Lampedusa

La nave “Mare Jonio”, battente bandiera italiana, in navigazione nell’ambito di un progetto cosiddetto “Mediterraneo”, ha soccorso nelle acque della Libia, innanzi alle coste libiche, 49 migranti tra cui 12 minori a bordo di un gommone alla deriva, e poi ha rivolto il timone verso nord, in direzione Lampedusa. Adesso è alla fonda, ad un miglio e mezzo da Lampedusa, perché non le è stata concessa dal ministero dell’Interno l’autorizzazione allo sbarco. E’ circondata da tre motovedette, due della Guardia di Finanza e una della Guardia Costiera. Il ministro Salvini ha ribadito: “I porti erano e rimangono chiusi. La nave non entra in porto, sarebbe un precedente pericoloso, rischieremmo di tornare ad alimentare quel business che rendeva più del traffico di droga e armi. Non sarò mai complice. I migranti a bordo saranno nutriti, vestiti, avranno tutti i generi di conforto ma in Italia non mettono piede. Non si è trattato di una operazione di salvataggio, ma c’è un’organizzazione che gestisce, aiuta e supporta il traffico di esseri umani. O ci sarà l’intervento dell’autorità giudiziaria che deciderà diversamente, oppure il ministero dell’Interno, da me dipendente, che deve indicare il porto, non ne indica nessuno. Gli italiani per fessi non ci passano. Questa non è una operazione di salvataggio. Meno gente è costretta a partire, meno gente muore. Chi favoreggia l’immigrazione clandestina ha sulla coscienza il rischio di trasformare ancora il Mediterraneo in un cimitero a cielo aperto”.

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