Il Governo regionale più volte battuto in Assemblea sulla Finanziaria. Musumeci: “No all’esercizio provvisorio. Aboliamo il voto segreto altrimenti ne traggo le conseguenze”.
Prima l’Assemblea Regionale ha bocciato l’articolo della Finanziaria contenente la proposta del governo di esportare in Sicilia il cosiddetto “modello Portogallo”, ovvero benefici fiscali a coloro che si trasferiscono in Sicilia: un colpo da ko per la giunta Musumeci. Poi, al secondo round, Sala d’Ercole ha steso ancora al tappeto il governo non approvando la norma, anch’essa proposta da palazzo d’Orleans, di diluire in 30 anni il pagamento dei residui del disavanzo. Nella maggioranza di centrodestra si sono contati 6 franchi tiratori, e l’esito del voto segreto è stato 36 voti contrari e 29 a favore. L’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, ha sbottato: “Un pasticcio. Adesso dobbiamo riscrivere delle parti di manovra. Non si può andare avanti a voto segreto, ma io non mi faccio dettare la linea: dico no all’esercizio provvisorio. La scelta tra voto palese e segreto non può essere affidata a valutazioni di opportunità o peggio ancora di opportunismo. Ed in questo il Parlamento siciliano è una riserva di inciviltà giuridica che genera paralisi”. Lo sfogo di Armao, contro il voto segreto e per il no alla proroga dell’esercizio provvisorio, è stato subito agganciato al volo con rabbia dal presidente Musumeci, che ha convocato d’urgenza i suoi assessori e li ha strigliati, ovviamente rivolgendosi tramite loro a partiti e deputati di riferimento, ribadendo il no all’esercizio provvisorio e la sua volontà, ferrea e irremovibile, di abolire il voto segreto. E le parole di Musumeci sono state: “Chiederò di abolire il voto segreto e su questo misurerò la tenuta vera della maggioranza. Basta imboscate senza metterci la faccia. Se la mia proposta di abolire il voto segreto non passerà, trarrò le conseguenze politiche del caso. Sia chiaro: per me equivale ad una fiducia”. Tradotto per coloro con poca dimestichezza con il politichese significa: “Io propongo l’abolizione del voto segreto, e se voi bocciate la mia proposta io me ne torno a Militello in Val di Catania”. Allo stesso modo, più o meno, di quando Matteo Renzi presidente del Consiglio annunciò che sarebbe ritornato a Rignano sull’Arno se la riforma costituzionale al referendum fosse stata bocciata. Nel frattempo la domanda sorge spontanea: “Perché nel centrodestra scricchiola la maggioranza tanto che sei franchi tiratori sono assurti ad ago della bilancia?”. La verosimile risposta, non ufficiale ma trapelata, è che nella Finanziaria manca la spesa. Solo tagli. E quindi, in prossimità delle elezioni Europee, in calendario il 26 maggio, si ragionerebbe così: “Con questa Finanziaria svuotata e piena di tagli, cosa diciamo ai nostri elettori? La piazza grida, tra Esa, Consorzi di bonifica, forestali, cantieri stradali bloccati e non pagati, disabili, precari, e beneficiati vari da tabella H. A tal punto muoia pure Sansone, con tutti i filistei”. A fronte di cotanto caos, il Movimento 5 Stelle lancia a Nello Musumeci un’ancora di salvataggio, e propone: “Il presidente della Regione si liberi della sua ‘maggioranza’ famelica e ricattatrice, e dia vita a un governo tecnico firmando un accordo con noi su poche leggi fondamentali per la Sicilia”.