Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, lo scorso 2 marzo, al processo preliminare nell’ambito dell’inchiesta sul progetto di costruzione del residence “Borgo Scala dei Turchi” a Realmonte, il giudice per le udienze preliminari, Francesco Provenzano, ha ammesso la costituzione di Legambiente come parte civile. In precedenza, una settimana addietro, il 25 febbraio, il responsabile del progetto sotto processo, Gaetano Caristia, 71 anni, titolare della società siracusana “Comaer”, tramite l’avvocato Gigi Restivo, ha denunciato gli esponenti agrigentini di Legambiente, Domenico Fontana e Daniele Gucciardo. E Caristia ha spiegato così il perché: “Perché Legambiente da una parte chiede di costituirsi parte civile contro di me e la Comaer, e dall’altra nulla eccepisce quando i suoi esponenti più autorevoli della provincia di Agrigento, Fontana e Gucciardo, redigono, su committenza privata, un progetto esecutivo per la costruzione di un campeggio con bungalows su una superficie pari al triplo di quella della Comaer (180.000 metri quadrati) in contrada Lido Russello, a poche centinaia di metri dagli interventi che avrebbe dovuto porre in essere la mia società Comaer, e su area parimenti vincolata. Sono chiari i motivi della denuncia di Legambiente e la richiesta di costituzione di parte civile: la tutela degli interessi particolari di Fontana e Gucciardo e non certo il rispetto dell’ambiente” – ha concluso Gaetano Caristia. La replica di Mimmo Fontana, responsabile nazionale per l’urbanistica e le politiche per il mezzogiorno di Legambiente, e di Daniele Gucciardo, vice presidente del circolo Rabat di Legambiente, non si è attesa più di tanto. I due hanno appena presentato denuncia – querela contro Gaetano Caristia. E Fontana e Gucciardo spiegano così il perché: “Perché Caristia ha diffuso notizie scientemente false, diffamatorie e calunniose ai nostri danni, sapendoci totalmente estranei ai reati che lo stesso ha denunciato, danneggiandoci sia come professionisti e architetti, che come componenti dell’associazione Legambiente. Sono le stesse perizie giurate depositate dal signor Caristia, nella denuncia nei nostri confronti, che dimostrano che alcuni edifici si trovano all’interno della fascia di inedificabilità stabilita nel parere rilasciato dalla Soprintendenza ai Beni culturali di Agrigento. Non siamo stati noi, Fontana e Gucciardo, né tanto meno Legambiente, ad avere revocato le autorizzazioni o rinviato a giudizio il signor Caristia. Questo è avvenuto perché gli organi preposti hanno effettuato i dovuti controlli anche rispetto a ciò che noi abbiamo segnalato nel 2013. Il fatto che il signor Caristia ci abbia denunciati appare strumentale poiché questo era finalizzato al tentativo non riuscito di far escludere Legambiente Sicilia come parte civile nel processo a suo carico. A questo punto invitiamo il signor Caristia a riflettere sulla strategia difensiva che con ogni probabilità produrrà come unico effetto un altro procedimento a suo carico per un reato ben più grave, la calunnia, ed un grosso risarcimento danni commisurato con la gravità delle sue accuse. Se fossimo in lui non vorremo che questa strategia difensiva fosse, in realtà, orientata a regolare conti che nulla hanno a che fare con i fatti per i quali è sotto processo.”