Busta con proiettile e messaggio di minacce alla dirigente della Squadra Mobile di Caltanissetta, Marzia Giustolisi. Dopo Fava e Bertone è escalation.
Altra grave intimidazione a Caltanissetta, in Questura, in via Catania 1, alla Squadra Mobile, dove è stata recapitata una busta alla dirigente della Squadra Mobile, la vice Questore, Marzia Giustolisi. Da dentro sono saltati fuori un proiettile e un foglio con su scritto “Fermati”. Lo scorso 11 ottobre così è stato anche per il Procuratore della Repubblica di Caltanissetta, Amedeo Bertone, al quale è stata recapitata un’altra busta con dentro una lettera di gravi minacce e un proiettile. Bertone è a capo della Procura che attualmente, forse, è la più esposta in Sicilia sotto il profilo del peso specifico delle inchieste in corso, tra il depistaggio sulla strage di via D’Amelio e il cosiddetto “Sistema Montante”. E nella lettera spedita a Bertone vi è un riferimento minaccioso anche a tale indagine per la quale la Procura nissena ha appena chiesto il rinvio a giudizio di Montante e di altri 23 imputati, tra cui alcuni vertici degli apparati investigativi dello Stato e delle Forze dell’ordine. E poi ancora, lo scorso 8 ottobre un’altra busta con dentro un proiettile calibro 7,65 è stata recapitata a Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea Regionale, a Claudio Fava, presidente della Commissione regionale antimafia, anch’essa impegnata in indagini conoscitive e audizioni sul depistaggio “Borsellino” e sul “Sistema Montante”. La Squadra Mobile nissena, capitanata da Marzia Giustolisi, ha sostenuto ed è ancora impegnata nelle indagini nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta “Double Face” che lo scorso 14 maggio ha provocato l’arresto, tra gli altri, di Antonello Montante. E il procuratore Amedeo Bertone riflette: “E’ ancora presto per stabilire se dietro a questa scia di intimidazioni ci sia un’unica regia. Non ci lasceremo intimidire, andremo avanti nelle nostre indagini”. E il presidente della Commissione regionale antimafia, Claudio Fava, ribadisce: “In Sicilia c’è chi vorrebbe politica, magistratura, forze dell’ordine e inquirenti silenziosi ed obbedienti. Sappia che non raggiungerà i suoi scopi. La nostra solidarietà e la nostra massima attenzione per il capo della squadra mobile di Caltanissetta”. Ed il presidente della Regione, Nello Musumeci, commenta: “E’ inquietante la sequela di intimidazioni che, in pochi giorni, vede come bersagli, nella stessa città, prima il Procuratore della Repubblica e, adesso, il capo della Squadra Mobile di Caltanissetta. Abbiamo fiducia nelle indagini che la magistratura saprà condurre per individuare gli autori di questo ignobile gesto. Il governo della Regione Siciliana è vicino a tutte le istituzioni dello Stato impegnate in un’operazione verità”.