Ancora intimidazioni eccellenti in Sicilia: dopo Patronaggio e Fava, nel mirino il procuratore di Caltanissetta, Amedeo Bertone. Ipotizzata una strategia della tensione.
La Protezione Civile ha lanciato l’allerta meteo in Sicilia dalla mezzanotte di oggi venerdì 12 ottobre. E in Sicilia è anche allerta intimidazioni eccellenti. A Caltanissetta, al palazzo di giustizia, è stata recapitata una busta con dentro una lettera di gravi minacce e un proiettile. Il mittente è anonimo. Il destinatario è il procuratore Amedeo Bertone, a capo della Procura che attualmente, forse, è la più esposta in Sicilia sotto il profilo del peso specifico delle inchieste in corso, tra il depistaggio sulla strage di via D’Amelio e il cosiddetto “Sistema Montante”. E nella lettera spedita a Bertone vi è un riferimento minaccioso anche a tale indagine per la quale la Procura nissena ha appena chiesto il rinvio a giudizio di Montante e di altri 23 imputati, tra cui alcuni vertici degli apparati investigativi dello Stato e delle Forze dell’ordine. Sull’intimidazione al procuratore Amedeo Bertone indaga la Procura di Catania, che ha disposto gli accertamenti scientifici alla ricerca di tracce sul proiettile e sulla lettera. Ed il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto di Caltanissetta, Maria Teresa Cucinotta, ha rafforzato la scorta di Bertone. Lunedì scorso, 8 ottobre, un’altra busta con dentro un proiettile calibro 7,65 è stata recapitata a Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea Regionale, a Claudio Fava, presidente della Commissione regionale antimafia, anch’essa impegnata in indagini conoscitive e audizioni sul depistaggio “Borsellino” e sul “Sistema Montante”. E poi, ed ecco perché alcuni ipotizzano il tracciato di una “strategia della tensione”, lo scorso 12 settembre ad Agrigento al palazzo di giustizia è stata recapitata una busta al procuratore, Luigi Patronaggio. Da dentro è saltato fuori un proiettile da guerra e una lettera con minacce di morte. “Zecca, sei nel mirino” è stato scritto con un pennarello nero. E poi il simbolo di Gladio, una organizzazione paramilitare e parallela, con connotazioni politiche di estrema destra, che in Italia durante gli anni della guerra fredda ha operato clandestinamente a difesa del fronte atlantico contro lo spettro dell’invasione sovietica, e che recentemente è stata oggetto di indagine anche su alcuni delitti eclatanti a Palermo. E il presidente della Commissione regionale antimafia, Claudio Fava, commenta: “Al procuratore di Caltanissetta abbiamo espresso la nostra stima e la nostra solidarietà. E’ chiaro che in Sicilia c’è un clima ostile contro chi tocca i nervi scoperti del sistema di potere e delle sue collusioni mafiose. E questo ci preoccupa molto”.