Da oggi all’esame della giunta regionale l’assestamento e il rendiconto. Poi bilancio, finanziaria e collegato. Inchiesta sui canoni del demanio marittimo.
A cavallo tra 2017 e 2018 si è tentato di scongiurare l’esercizio provvisorio di bilancio alla Regione. E invece, non solo sono serviti i primi tre mesi del 2018, da gennaio a marzo, per la proroga, ma anche il quarto mese, aprile, l’ultimo a disposizione, è stato utilizzato per approvare, finalmente al 30 aprile, la finanziaria del 2018. Anzi, per consentire ciò sono state finanche stralciate delle norme che avrebbero comportato irreparabili ritardi, e sono state trasferite nel collegato alla finanziaria, approvato poi a giugno. Adesso il copione dovrebbe ripetersi e, come secondo rituale, non lo si vorrebbe ripetere. Alla Regione si è alla vigilia della sessione di bilancio, e la parola d’ordine è “no all’esercizio provvisorio”. Dunque, da oggi mercoledì 3 ottobre sono all’esame della giunta regionale l’assestamento ed il rendiconto consolidato, e l’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, lavora affinchè bilancio, finanziaria e collegato siano approvati entro ottobre. L’assestamento non è un ostacolo facile da scavalcare perché si tratta del recupero, imposto dalla Corte dei Conti, del maggiore disavanzo maturato con i governi precedenti. La Regione ha già impugnato il verdetto dei giudici contabili e spera, quantomeno, di rateizzare i 500 milioni di euro necessari. Nel frattempo, se il tutto procede secondo le intenzioni, l’assestamento e il rendiconto saranno in Assemblea Regionale entro ottobre. E poi, dopo l’approvazione in giunta, tra novembre e dicembre saranno a Sala d’Ercole il bilancio, la finanziaria e il collegato. Ancora nel frattempo, altrettanto ancora la Corte dei Conti indaga sul presunto mancato pagamento dei canoni di concessione del demanio marittimo. La Guardia di Finanza e la Capitaneria si sono recate negli uffici della Ragioneria generale della Regione e dell’assessorato a Territorio e Ambiente, e hanno acquisito documenti attinenti alla gestione delle spiagge siciliane. Alessandro Cilano, presidente regionale della Fiba, la Federazione italiana balneari, commenta: “Più volte abbiamo denunciato quanto non funziona sulla gestione dei canoni del demanio marittimo. Mancano almeno 40 milioni di euro l’anno di introiti nelle casse regionali. Come sempre anche in Sicilia sono tutelati i furbi, quelli che hanno la gestione delle spiagge e non sono conosciuti dagli uffici regionali. La gestione da parte della Capitaneria aveva un costo minimo rispetto ai costi della Regione, ed il passaggio della gestione dalla Capitaneria alla Regione è stato un fallimento. Lo abbiamo ribadito più volte in questi ultimi mesi all’assessore Totò Cordaro: serve un’inversione di marcia. E’ una materia complessa che deve essere affidata a chi la conosce. Finora, soprattutto con le ultime decisioni prese dai governi passati, è stato un caos con gravi danni per l’intera categoria. E’ assolutamente normale che la Corte dei Conti batta cassa. Le perdite sono state consistenti”.