Invasi e acquedotti in Sicilia: il governo regionale ha presentato progetti per 465 milioni di euro. Finanziamenti in fase di assegnazione. I dettagli.
Il governo regionale intende recuperare la rete ferroviaria in Sicilia, e ha annunciato un’intesa con Trenitalia. Poi è attento anche alle autostrade, ed ha altrettanto annunciato un accordo con l’Anas. Adesso invece è la volta delle dighe per contenere l’acqua da distribuire a terreni e popolazioni. A Palermo, a Palazzo d’Orleans, Nello Musumeci ha incontrato una dirigente del settore dighe del ministero delle Infrastrutture, Ornella Segnalini, e i due hanno concordato di spendere oltre 400 milioni di euro per garantire efficienza alle dighe in Sicilia. Il presidente ha mostrato i progetti, del valore di quasi 465 milioni di euro, che la Regione ha già presentato a Roma. E i finanziamenti sono in fase di assegnazione. Nel dettaglio, sono stati progettati 32 interventi da 198 milioni di euro per gli invasi, e 34 interventi da 267 milioni di euro per gli acquedotti. E i lavori che si intendono intraprendere interessano anche il completamento della diga Cannamasca nell’Agrigentino in territorio di Cammarata, e la progettazione esecutiva della diga di Blufi, nelle Madonie, il cui primo progetto risale al 1963 e i lavori furono iniziati nel 1990. Inoltre, sono state predisposte delle manutenzioni straordinarie per risanare molti impianti già esistenti, che saranno quindi collaudati e resi capaci di contenere maggiori volumi di acqua. Secondo gli esperti in materia, se in Sicilia le dighe già costruite fossero tutte collaudate, la capacità degli invasi aumenterebbe di circa il 40%, dall’attuale volume autorizzato di 417 milioni di metri cubi a 578 milioni. E a fronte di tutto ciò Nello Musumeci commenta: “La grave crisi idrica è una delle emergenze decennali, mai risolte, che il mio governo ha dovuto fronteggiare fin dall’insediamento. Non ci siamo limitati, però, solo agli interventi immediati. Con gli interventi programmati, dopo 30 anni ben 14 dighe passeranno dall’esercizio provvisorio al collaudo definitivo. Abbiamo pensato a un Piano strategico di potenziamento delle infrastrutture, che fra qualche anno ci potrà consentire di guardare all’attuale stato di crisi come un lontano ricordo. La strategia del governo prevede tre priorità, che rappresentano una novità rispetto al passato: completamento delle incompiute, interconnessione delle dighe e manutenzione straordinaria delle infrastrutture. In questo modo potremo mettere in sicurezza le grandi dighe e ripristinare la funzionalità degli impianti idrici, incrementando, così, la capacità di invaso e la disponibilità di risorse idriche a tutto vantaggio della popolazione, dell’ambiente, dell’agricoltura e dell’industria della Sicilia”.