Da oggi modifiche al percorso di viaggio degli auto-compattatori dei Comuni agrigentini del versante centro-est compresa Lampedusa. I dettagli.
L’assessorato regionale ai servizi primari, capitanato dal veneto Pierobon, ha modificato il percorso di viaggio e la destinazione dei camion della nettezza urbana agrigentini che trasportano rifiuti indifferenziati e che, dunque, sono diretti in discarica. Nel dettaglio, nella discarica di Cozzo Vuturo ad Enna da oggi lunedì 13 agosto scaricano 14 Comuni agrigentini, che sono: Agrigento fino ad un massimo di 25 tonnellate al giorno, Canicattì 16 tonnellate, Favara fino a 14 tonnellate, Aragona e Casteltermini fino a 4 tonnellate ciascuno, Racalmuto 3 tonnellate e mezza, Siculiana 1 tonnellata e 600 chili, Realmonte 1 tonnellata e mezza, Castrofilippo e Montallegro una tonnellata, e poi Comitini, Joppolo Giancaxio, Santa Elisabetta e Sant’Angelo Muxaro mezza tonnellata ciascuno. E poi Ravanusa potrà trasportare fino a 7 tonnellate al giorno nella discarica di contrada Timpazzo a Gela. Canicattì e Favara, se hanno tonnellate in più di rifiuti, oltre 16 e 14, le conferiranno nella discarica di Alcamo in provincia di Trapani. E poi, scaricano a Lentini in provincia di Siracusa i Comuni di Camastra 1 tonnellata, Campobello di Licata 1 tonnellata e mezza, Lampedusa e Linosa 12 tonnellate e mezza, Palma di Montechiaro 12, e Licata 25 tonnellate. Se Licata, Palma di Montechiaro, Lampedusa e Linosa hanno rifiuti in più allora viaggiano verso Alcamo, pagando di più, perché la discarica di Alcamo è più distante e, inoltre, il costo di conferimento è più elevato. Infatti, i sindaci di Canicattì e di Licata, Ettore Di Ventura e Pino Galanti, replicano: “La convenzione da sottoscrivere con l’impianto di Alcamo è oltremodo onerosa, comporta lo sforamento dei costi assunti dalle amministrazioni che hanno approvato i piani economici finanziari, non consentendo di rispettare gli impegni di spesa. E le clausole vessatorie non sono comunque compatibili con l’ordinamento degli enti locali”. In verità la discarica di Alcamo è stata ed è ancora un incubo per tutti i Comuni agrigentini del versante centro-est, che finora hanno scaricato ad Alcamo, raddoppiando i costi, e che sono impossibilitati ormai da mesi a scaricare a Siculiana, dove l’impianto è stato chiuso dalla Regione a tempo indeterminato fino a quando le modalità di smaltimento non saranno adeguate tecnicamente secondo le normative in materia. Siculiana, come tante altre, è una discarica privata, fiorita e alimentata durante le precedenti legislature. L’intenzione dell’attuale governo Musumeci è, invece, invertire la rotta tramite l’attivazione di discariche pubbliche, e nel nuovo Piano dei rifiuti, atteso entro dicembre, è stata annunciata la presenza di una discarica pubblica per ciascuna provincia siciliana.