Il presidente della Regione, Musumeci, concede altri 90 giorni per rimediare ai circa 90 Comuni in Sicilia ancora sotto il 30% di differenziata. I dettagli della nuova ordinanza.
In principio, secondo ordinanza del presidente della Regione dello scorso 7 giugno, i Comuni siciliani poco virtuosi nella raccolta differenziata, perchè sotto il 30 %, entro lo scorso 31 luglio avrebbero dovuto concludere i contratti a proprie spese con società scelte dalla Regione per spedire i propri rifiuti fuori dalla Sicilia. E ciò a pena del commissariamento prima e della decadenza dalla carica di sindaco e giunta dopo. Poi nel frattempo è intervenuta una sentenza del Tar che ha sospeso tale ordinanza in riferimento alla decadenza degli amministratori locali. E in attesa che i giudici amministrativi si pronuncino nel merito dell’ordinanza, Musumeci ha ritirato il bastone e ha offerto la carota ai sindaci sotto il 30% di differenziata. E la carota è una proroga di 90 giorni. Quindi, a decorrere dallo scorso 31 luglio trascorreranno altri tre mesi e prima di novembre i sindaci poco diligenti sono invitati a raggiungere almeno il 30%. E nella nuova ordinanza di Musumeci si legge: “Il governo regionale intende continuare a sostenere e incentivare i Comuni che concretamente dimostrino di volersi adoperare per aumentare la percentuale della raccolta differenziata. Agli Enti locali, per non incorrere nel commissariamento, sono assegnati ulteriori 90 giorni di tempo per avviare tutte le procedure necessarie a raggiungere la percentuale minima del 30% nella raccolta differenziata ovvero, se così non fosse, per attuare le procedure per l’invio fuori regione dei rifiuti indifferenziati inquinanti, così come richiesto dal governo nazionale. E ciò dato che le discariche siciliane sono al collasso per i notevoli flussi di indifferenziata conferiti dai Comuni che ancora non fanno la raccolta differenziata e, in primis, Palermo, Catania e Messina”. In Sicilia all’11 agosto 2018 sono già quasi 300 i Comuni che hanno superato il 30%. Però ancora 90 sono distanti dal traguardo minimo, ossia il 30, che consentirebbe alla Sicilia di non essere, quanto meno, l’ultima Regione d’Italia nella percentuale di differenziata. Peraltro, i 90 Comuni disobbedienti provocano la riduzione della media regionale, che al momento barcolla sul 25%. Ancora l’ordinanza Musumeci, che smorza e frena le tensioni con i Comuni sotto minaccia del commissariamento, promette massima attenzione a facilitare le operazioni di smaltimento dei rifiuti, differenziati e non, rendendo a disposizione, nei limiti del possibile, impianti e discariche, nelle more della definizione, entro dicembre prossimo, del Piano rifiuti, annunciato come la soluzione allo stato di emergenza che si protrae da due decenni in Sicilia.